Oggi torniamo a parlare di Venezia e lo facciamo introducendovi la mostra “What Goes Around Comes Around” dell’artista messicano Bosco Sodi (Città del Messico, 1970).
Ospitata all’interno di Palazzo Vendramin Grimani, la mostra si inserisce all’interno degli eventi collaterali della 59ª Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.

La mostra “What Goes Around Comes Around” inaugura sabato 23 aprile.
La mostra è a cura di Daniela Ferretti, architetto specializzato nel campo della progettazione espositiva, e Dakin Hart, Senior Curator presso l’Isamu Noguchi Foundation and Garden Museum di New York.
La Fondazione dell’Albero d’Oro presenta “What Goes Around Comes Around” di Bosco Sodi in questa storica dimora – Palazzo Vendramin appunto – che si affaccia sul Canal Grande di Venezia.
L’artista è conosciuto a livello internazionale e il valore della sua opera è strettamente legato al particolare uso di materie prime grezze e naturali.
I suoi dipinti e sculture di grandi dimensioni si contraddistinguono per la loro forte componente materica, che rilascia a sua volta una forte potenza emotiva.
L’essenzialità dei materiali impiegati ed i pigmenti dai colori vividi – provenienti da tutto il mondo – caratterizzano le centralità del processo.
Il gesto creativo di questo artista messicano si basa su di un concetto cardine: al centro di tutto, della produzione artistica, c’è il processo.
L’esplorazione si pone al centro dell’iter produttivo.
Non a caso l’artista dichiara che il “caos controllato” porta alla creazione di “qualcosa di totalmente irripetibile”.

A capo del processo vi sono l’attenta selezione e la maestria nell’uso di pigmenti preziosi.
I pigmenti raccontano la lunga e complessa storia del pianeta.
Tra gli esempi più incalzanti vi è quello del pigmento derivante dalla cocciniglia, una specie di insetto.
Il colore ricavato da questo essere vivente rappresentava, prima dell’invenzione dei pigmenti sintetici, il colore standard del colore rosso a livello internazionale.
Ancora oggi questa famiglia di insetti viene prodotta ed adoperata ad Oaxaca, in Messico.
Non solo, la domanda ha recentemente subito un incremento, questo a causa dell’aumento della richiesta di pigmenti naturali da parte di tutte le case di produzione.

In “What Goes Around Comes Around” abbiamo una sorta di ‘rivincita’ di ciò che è grezzo.
Il flusso di commerci detta ancora lo sfruttamento massiccio di materie prime, come il rosso delle cocciniglie.
Nella mostra di Sodi, però, la loro tratta non si snoda più tra Europa e Americhe ma subisce una brusca inversione.
Questa irrefrenabile ed antica ‘corrente’, prima a senso unico, viene capovolta.
Si snoda e sperimenta nuovi percorsi tra le sale e gli opulenti interni di una dimora mercantile come Palazzo Verdramin.
Sodi occupa temporaneamente le pareti e i pavimenti di questa antica struttura e lascia spazio alle opere di rimanere connesse al proprio istinto materiale, lo stesso che le ha prodotte e che le rende così importanti.

L’esposizione è stata preceduta da un periodo di residenza d’artista.
Bosco Sodi ha infatti lavorato all’interno degli spazi del palazzo tra fine febbraio e marzo.
Durante questo soggiorno, l’artista ha trasformato le sale della struttura in un atelier, realizzando così una parte delle opere esposte.
Venezia rimane tra le città più affascinanti – per artisti e non solo – costruite dall’uomo sul pianeta e centro dinamico di scambi culturali e commerciali tra Europa, Asia e resto del mondo.
L’artista ha sicuramente assorbito questo spirito attivo e in continua evoluzione, ed ha prodotto così una serie di dipinti in loco. Ha utilizzando la sua consueta tecnica: ha deposto strati di una miscela di segatura, pasta di cellulosa, colla e pigmento sulla tela.
Le tele sono poi state lasciate ad asciugare al piano terra, esposte all’atmosfera della laguna per alcune settimane, e infine sono state portate al primo piano per essere esposte nelle imponenti sale del piano nobile.

Le opere si scontrano piacevolmente con gli spazi espositivi che l’accolgono.
Le scabre superfici e i colori intensi che caratterizzano la produzione di Bosco Sodi si contrappongono agli spazi monumentali di Palazzo Vendramin.
Tutti gli spazi, dal salone alle sale laterali, sono impreziositi da affreschi neoclassici e stucchi ottocenteschi, filtrati a loro volta da una luce brillante che filtra dalle finestre che si affacciano sul Canal Grande.
Dal soffitto alle tappezzerie, dai colori intonaci alle trame del terrazzo alla veneziana, dai riflessi degli specchi scuriti dal tempo alle fitte travature ligneee: Palazzo Vendramin si presenta come perfetta scenario per valorizzare ulteriormente le opere di questo artista messicano.
Oltre alle opere realizzate in loco, sono presenti anche 195 – cifra corrispondente al numero di stati-nazione esistenti sulla Terra – piccole sfere di argilla modellate con la terra di Oaxaca e lì cotte in un forno improvvisato sulla spiaggia.
Gli spettatori sono chiamati a spostare uno dei globi in miniatura, così da rendere l’installazione ogni giorno differente.
Il tutto vien ‘catturato’ da punti di ripresa che documenteranno attraverso delle fotografie l’evoluzione dell’opera.

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 27 novembre 2022.
Si tratta di una esposizione da non perdere: chi approfitterà della Biennale d’Arte per tornare a Venezia deve assolutamente inserire Palazzo Vendramin tra le mete!
Nel frattempo vi diamo appuntamento al prossimo mercoledì per un nuovo articolo sull’arte e se siete appassionati, vi consigliamo di leggere i nostri precedenti articoli: