È una gioia per gli occhi la seconda collezione Gucci Alta Gioielleria disegnata da Alessandro Michele, che ci conduce all’interno del suo favoloso Hortus Deliciarum, il «Giardino delle Delizie».

La meraviglia pura della volta celeste, dalla bellezza temporanea perché mai uguale a sé stessa, in continuo movimento come le sue costellazioni.

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Omaggio al magnetismo delle sfumature del cielo che trascolorano durante la giornata, la collezione 2021 della griffe rinnova il visionario eclettismo del suo direttore creativo nei simboli e nell’iconografia che ne compongono l’universo estetico.

Come in un racconto prezioso diviso in quattro capitoli, la linea è composta da oltre 130 creazioni, quasi tutte pezzi unici, ispirate alla grandiosa bellezza del mondo naturale.

Il primo capitolo è un’ode a grandiosi paesaggi, in un magico gioco di proporzioni dove cascate e foreste accarezzate dal vento subiscono una metamorfosi in talismani intimi, romantici.

Cascate di diamanti evocano percorsi d’acqua, delicati astri riproducono l’incanto delle stelle cadenti e minute foglie en tremblant di gusto vittoriano rimandano agli ambienti boschivi.

Il motivo delle frange ricorre per sottolineare un senso di perenne vitalità degli anni Venti e, anche in questo millennio, Alessandro Michele le dispone nelle collane e negli orecchini pendenti con spirito innovativo ed energico.

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Spinelli viola e prugna fluttuano tra diamanti che oscillano senza sosta, le tormaline Paraiba suggeriscono, con il loro azzurro, i moti degli oceani.

Audaci collane sfavillanti riflettono un’esplosione di brillanti, trapuntate di spinelli, ipnotiche come l’Aurora Boreale o, nel caso della parure di smeraldi da 6,13 carati, nel verde smagliante delle foglie a primavera.

Il secondo capitolo cattura le cromie sature e ammalianti del calare del sole, colto nel passaggio in cui si lascia sostituire dal crepuscolo.

Una stupefacente collana Rivière in stile georgiano è costruita con un’orchestrazione di opali, topazi, granati spessartina e tormaline.

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Collana Rivière Gucci

Spicca l’opale da 8 carati e le gemme dalle gradazioni serotine incastonate in quella che Michele definisce «simmetria discordante», ossia una montatura lievemente disallineata per accentuare ciò che è più importante nel fatto a mano: l’inevitabile presenza dell’imperfezione.

Attorno al mondo della botanica, sospeso tra scienza e sentimento, si sviluppa la narrazione del terzo capitolo.

Una linea che rievoca il caduco e malinconico fascino di un roseto, simbolo di rinascita e di amore.

In questa sezione delicata e femminile si dispiegano i raggi rosati o aranciati che somigliano a quelli di un bocciolo sul punto di fiorire.

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Come quelli emanati dallo zaffiro Padparadscha, che trionfa tra le tormaline indicolite, dal blu profondo come una notte d’inchiostro.

Alcune collane presentano pendenti staccabili da indossare come portafortuna.

È infine la fauna selvaggia, sintetizzata dalla testa di un leone, a offrire una visione altamente allegorica del quarto capitolo.

La grazia innata e temibile dei grandi felini si ingentilisce in una sorta di mitico bestiario.

Della ferocia delle fiere resta lo spirito dionisiaco e quasi ludico, con tanzaniti celesti, oro, opali “pelle di serpente” e tsavoriti verdi riunite nel girocollo dove 22 teste leonine circondano un opale da 16,36 carati.

I solitari di Gucci Alta Gioielleria sono infine ridefiniti con un’ottica massimalista.

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Evidenti, concreti, sospesi tra fermezza e discorso identitario.

Pietre colorate tagliate a smeraldo affiancano diamanti incassati come gioielli antichi dando vita a un arcobaleno di riflessi intenso e ottimista, fatto di tormaline verde menta, rubelliti rosa tramonto, tanzaniti viola vellutato, zaffiri arancio, topazi light pink e granati mandarino.

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Gli anelli hanno curve serpentine o sono fastosamente lineari e ciascuna pietra centrale è scelta per la rarità, come:

  • la magniloquente rubellite da 60 carati,
  • il granato mandarino a forma di cuore,
  • la tormalina Paraiba da 16 carati.

La vera sostanza di cui sono composti i preziosi dell’Alta Gioielleria Gucci è tuttavia la riflessione tra ciò che ci circonda e dona le sue forme in «simmetria discordante» con gli elementi che più degli altri associamo all’imperturbabilità cronologica, come minerali, metalli e pietre.

La natura, musa di Alessandro Michele, è l’unica a creare possibili e reali sintonie tra l’umano, l’animale, il definitivo e il transitorio.

Tutto sorvegliato dall’immota ma rassicurante presenza del cielo, che tutto e tutti racchiude.

Credits:

Creative Director: Alessandro Michele

Art Director: Christopher Simmonds

Photographer/Director: Glen Luchford

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