Continuiamo a viaggiare per l’Italia e oggi andiamo alla scoperta della mostra “Sul fil di Raffaello”, ospitata dallo splendido Palazzo Ducale di Urbino.

Il titolo fa riferimento al legame tra le opere di Raffaello (Urbino, 1843 – Roma 1520) e capolavori in tessuto.

Ma quali nello specifico?

Manifattura Gobelins (da Raffaello), L’incendio di Borgo - arazzo del 1690 del Mobilier National di Parigi
Manifattura Gobelins (da Raffaello), L’incendio di Borgo – arazzo del 1690 del Mobilier National di Parigi

“Sul fil di Raffaello” celebra il rapporto tra il grande maestro e il mondo degli arazzi.

Ebbene sì, il pittore originario di Urbino fornisce, nell’arco della sua produzione, un’importante apporto al settore degli arazzi.

Si tratta infatti di uno specifico ambito artistico per il quale lo stesso Raffaello sperimenta invenzioni e realizza cartoni.

Le basi fornite dall’artista prendono vita negli anni grazie al lavoro di tessitura delle botteghe fiamminghe.

Il maestoso salone del Trono di Palazzo Ducale viene quindi adornato – in occasione della mostra “Sul fil di Raffaello” – di ben dodici pezze tessutenelle migliori arazzerie europee.

L’evento è organizzato dalla Galleria Nazionale delle Marche che ha lavorato in stretta collaborazione con i Musei Vaticani e con il Mobilier National di Parigi.

Questo incontro di realtà di prestigio celebra la fortuna che l’artista urbinate ha conosciuto nel corso dei secoli.

Infine, l’esposizione in questione è sicuramente un modo da parte di Urbino per celebrare uno dei suoi cittadini più illustri.

Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre (da Raffaello), Giudizio di Paride - arazzo del 1691-1703 del Mobilier National di Parigi
Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre (da Raffaello), Giudizio di Paride – arazzo del 1691-1703 del Mobilier National di Parigi

Non solo pittura ma anche incisione e arazzi.

“Sul fil di Raffello” racconta e testimonia la straordinaria capacità del grande maestro italiano di approdare in vari settori dell’arte e di renderli propri.

E sono le sue stesse capacità ad assicurargli l’approvazione del grande pubblico, un complessivo consenso che raggiunge mentre è ancora in vita.

Partiamo dall’incisione.

Le opere pittoriche di Raffaello Sanzio sono modelli inesauribili di forme e d’invenzioni.

Da queste, tanti incisori prendono spunto e intagliano, fino a garantirne una rapida diffusione.

Il tutto è agevolato dalla esplicita intenzione di Raffaello di contribuire alla diffusione delle pratiche incisorie, con le quali si garantisce per altro una notevole pubblicità.

Allo stesso modo, al pari del settore incisorio, anche quello degli arazzi ha lo stesso sviluppo per le stesse motivazioni.

I cartoni lasciati e diffusi da Raffaello nobilitano questo genere artistico che, più tardi, consolida e arricchisce la sua fortuna come autore.

Alcuni visitatori alla mostra "Sul fil di Raffaello"
Alcuni visitatori alla mostra “Sul fil di Raffaello”

La mostra celebra il rapporto tra Roma e Raffaello Sanzio.

Le pezze esposte a Palazzo Ducale infatti raffigurano principalmente le pitture che Sanzio realizza delle Stanze Vaticane.

Sono queste pitture date alla luce a Roma, per i papi, che vengono fin da subito apprezzate da artisti, critici, conoscitori e dai turisti di tutte le epoche.

È la stessa Roma a far crescere in lui potenza ed equilibrio classico, a circa 25 anni dall’allontanamento dalla sua città natale.

Grazie all’impegno della città di Urbino – che aveva già inaugurato tra il 2019 e il 2020 la mostra “Raffaello e gli amici di Urbino” – Raffaello torna a vivere le stanze nelle quali ha camminato da bambino, accompagnato dal padre Giovanni Santi.

Lo spettatore di oggi può entrare nel salone del Trono del palazzo di Federico di Montefeltro e ammirare i celebri affreschi che Raffaello ha realizzato a Roma, ri-proposti nei colori e negli intrecci delle tessiture.

Grazie all’allestimento curato dagli architetti della Galleria Nazionale delle Marche, possiamo ammirare undici arazzi esposti e provenienti dal Mobilier National di Parigi.

Manifattura Gobelins (da Raffaello), Attila scacciato da Roma - arazzo del 1732-1736 del Mobilier National di Parigi - esposto nella mostra "Sul fil di Raffaello"
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Attila scacciato da Roma – arazzo del 1732-1736 del Mobilier National di Parigi – esposto nella mostra “Sul fil di Raffaello”

Francia e Italia s’incontrano e scontrano per dar vita a “Sul fil di Raffaello”.

La provenienza di questi pezzi di inestimabile valore ci ricorda la vera e propria venerazione che la Francia nutre per il maestro Sanzio.

Luigi XIV tenta più volte di portare Raffaello alla sua corte ma lui rifiuta sempre: è ormai il pittore dei Papi.

Il Re Sole è così attratto però dall’opera del maestro italiano da concepire un “folle” progetto di ricreazione ad arazzo, a Parigi, in più repliche, dei più celebri affreschi dell’Urbinate.

Ingaggia pittori francesi dell’Accademia di Francia residenti a Roma per copiare dal vivo i prototipi, poi chiama Colbert ad inquadrare gli arazzieri più abili.

Viene premiata e favorita la manifattura dei Gobelins, aperta a Parigi e attiva esclusivamente per le commissioni reali, dove molte delle tappezzerie sono alla fine tessute.

Manifattura Gobelins (da Raffaello), Cacciata di Eliodoro dal tempio - arazzo del XVIII sec. del Mobilier National di Parigi
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Cacciata di Eliodoro dal tempio – arazzo del XVIII sec. del Mobilier National di Parigi

L’Europa tutta celebra Raffaello Sanzio.

Raffaello giunge a Roma nel 1508 e fin da subito riceve una serie di commissioni, alle quali fa fronte grazie ad una bottega di valenti collaboratori.

Questa “impresa”, nel senso moderno del termine, garantisce a Sanzio flessibilità, forza e velocità.

Nascono in questo modo gli affreschi delle Stanze Vaticane, delle Logge, degli appartamenti più privati dei papi e, tra gli altri, la serie degli arazzi che avrebbero decorato la Cappella Sistina.

Ma tutta l’Europa vuole le opere del maestro.

Così, opere pensate e create unicamente per Roma si fanno però spazio in altri ambienti, mantenendo intatta la forza persuasiva degli originali.

A partire dalla Francia, di cui abbiamo parlato poco sopra, sono tante le residenze prestigiose di sovrani e aristocratici che hanno esibito in grandi panni monumentali di prim’ordine le opere dell’Urbinate.

 

Ne approfittiamo per ricordavi l’appuntamento di mercoledì prossimo con qualche vecchio articolo: