“Ulisse in Sicilia. I Luoghi del mito” è la nuova mostra che racconta a Gela il presente del Mediterraneo attraverso il nostro passato.
La scorsa settimana, nel nostro solito appuntamento del mercoledì, siamo stati in uno dei luoghi più a nord dell’Italia.
Ora invece ci spingiamo a Sud, nella splendida terra della Sicilia.
Lo facciamo per parlare di una mostra d’arte antica ma che, appunto, dice molto anche sul nostro presente e sul nostro ruolo come paese del Mediterraneo.

“Ulisse in Sicilia” raccoglie otto sezioni tematiche.
- La presenza greca in Sicilia e nel Mediterraneo;
- La nave greca di Gela;
- Il concilio degli Dei;
- Il viaggio di Ulisse;
- La terra dei ciclopi e Polifemo;
- L’isola di Eolo, le Sirene, Scilla e Cariddi;
- Il ritorno a Itaca;
- Il mito moderno.
Sono queste le sezioni tematiche in cui è suddiviso il percorso espositivo.
Si deduce che la figura di Ulisse e le caratteristiche della regione Sicilia s’intreccino con un racconto più ampio, più intenso.
E questo racconto è corale, è fatto di voci italiane ma anche estere.
I circa ottanta reperti esposti provengono da musei regionali, nazionali ma anche esteri.
Abbiamo infatti alcuni pezzi appartenenti ai Musei archeologici greci di Delfi ed Eleutherna.
Fortemente simbolico è anche il padiglione nel quale viene ospitato l’allestimento: il grande Sebastiano Tusa – archeologo, politico e accademico italiano – indica questa località come la sede dell’antica colonia dorica di Gela.
Ed è quindi qui che sorge “Ulisse in Sicilia. I Luoghi del mito”, all’interno del Parco archeologico, in prossimità del Museo dei relitti greci.
Non si tratta solo di ripercorrere il viaggio dell’eroe omerico nell’Isola.
La figura di Ulisse è perfetta per trasmettere l’importanza della Sicilia, di Gela, nel Mediterraneo e nel mondo antico.
La veste più profonda di questi territori, quella originale, è quella di grande punto di riferimento per scambi economici, commerciali, ma anche filosofici e culturali.
Prima ancora che iniziasse l’era Cristiana, Gela era già al centro di queste rotte di merci e pensieri.
Ed ora, in questo simbolico porto ricco di storia, è ospitata anche la grande “Nave di Gela”, che ha origine tra IV e V secolo a.C.
Per la prima volta, la nave greca più antica al mondo viene ricomposta ed esposta al pubblico in Sicilia.
Ritrovata nell’88 con altre due antiche imbarcazioni greche nel mare di contrada Bulala, è stata recuperata dopo 20 anni e desalinizzata in Inghilterra.
Nel 2020 era stata esposta a Forlì ed ora torna a ‘casa’, in un territorio del tutto simile al luogo del suo ritrovamento.
La Nave, centrale nel racconto proposto dalla mostra, racchiudeva in sé pregiati materiali come askoi attici, tripode bronzeo, cestini in fibra vegetale – materiali che hanno permesso agli studiosi di datarla.
Sappiamo ora che questo ‘scrigno’ è affondato a causa delle avverse condizioni meteomarine, le stesse che resero difficile il viaggio di Ulisse.
Non è un caso che sia da sempre il personaggio omerico nonché viaggiatore per antonomasia, pronto ad affrontare le sfide che il destino gli pone innanzi nel corso della sua vita, spinto soltanto dalla voglia di trovare un porto sicuro.

“Ulisse in Sicilia. I Luoghi del mito” è una scommessa.
Gli sforzi attuati da e sul territorio devono ricordare ad ognuno di noi che il nostro passato, che il passato della nostra penisola è importante.
Dobbiamo imparare a conoscere la nostra storia e il viaggio che ci ha portato fino ad ora.
Dal cuore della Sicilia, nonché cuore del Mediterraneo, si può ricavare quello sguardo universale che ci permette di leggere l’esistente sotto una nuova luce.
Prima fra tutti deve essere la stessa regione Sicilia ad essere consapevole dei suoi tesori.
La voglia – costante e soprattutto instancabile – di educare alla bellezza e alla cultura può e deve essere un’arma.
Dobbiamo sfruttare quest’arma per trasformare il viaggio di Ulisse in un itinerario collettivo di nascita e rinascita.
E ad “Ulisse in Sicilia. I Luoghi del mito” si unisce un’altra mostra sempre sulla Costa del Mito.
Stiamo parlando di “Ars aedificandi. Il cantiere nel mondo classico”, che fa conoscere macchinari, tecniche e sistemi costruttivi usati nell’antichità per realizzare i templi.
“Ars aedificandi” – visitabile fino al 23 luglio 2023 – si snoda tra le Cave di Cusa e il Parco Archeologico di Selinunte e raccoglie macchine fedelmente ricostruite, suddivise per scopo, da quelle utilizzate nell’estrazione dei materiali da costruzione a quelle destinate allo spostamento dei blocchi e della costruzione degli edifici sacri nella zona dell’Acropoli.

L’esposizione vi aspetta fino al 10 ottobre!
Vi lasciamo qualche rigo di presentazione della mostra, sperando possano portarvi a visitare la Sicilia e la mostra.
“Non sono NESSUNO. Se non per lo stolto ciclope Polifemo che ingannai e privai del suo unico occhio mostruoso. […] Ho due nomi: Odisseo mi chiamano i miei, i Greci. Ulisse i latini e voi contemporanei. […] Ed ho due patrie, due isole. La prima è la piccola Itaca, la sassosa, di fronte la Grecia. La seconda è la grande Sicilia.”