Una trovata per épater le bourgeois, anzi, un’operazione di creatività spinta al limite, anzi, un colpo di genio, oppure no, una strategia di marketing: sulla Trash Pouch di Balenciaga si sta scrivendo di tutto.
Letteralmente, è la “borsa spazzatura”, protagonista della collezione autunno-inverno 2022/23 del brand di Kering.

È infatti il sacchetto dei rifiuti l’ispirazione dietro l’ultimo accessorio cult ideato dal direttore creativo della griffe, Demna.
E dalla forma ai colori, cioè blu, nero e bianco, la Trash Pouch di Balenciaga potrebbe dirsi l’esatta riproduzione dei sacchi della spazzatura.
L’unica, ma non trascurabile, variante? La pelle di vitello. E il costo, di 1800 euro.
La liaison tra lo stilista Demna e la post-produzione: la Trash pouch di Balenciaga come ultimo capitolo di un percorso creativo di “deejaying”
Perseguendo la “cultura dell’uso”, Demna ha trovato il modo di inserirsi negli innumerevoli flussi di produzione senza porsi più la domanda “Che fare di nuovo?”.
Perché alla base di alcune (certamente le più hype) creazioni del designer, sembrerebbe esserci la questione: “Cosa fare con quello che ci ritroviamo?”.

Così, nel percorso di Demna, corrispondente a un nuovo tracciato per il marchio, la Trash pouch di Balenciaga si inserisce perfettamente, permettendo un lavoro su forme ed estetiche di oggetti già in circolazione sul mercato.
In definitiva, la “borsa spazzatura” arriva con coerenza nel progressivo processo del brand di cancellazione dei concetti di originalità e di creazione per come li conosciamo.
Eppure, sebbene non sia un caso isolato tanto nella moda quanto nella storia della maison francese sotto la guida di Demna, la Trash pouch di Balenciaga ha fatto scalpore.

Certo, è per tutti stridente associare un costo di quasi 2 mila euro a una borsa che ricalca l’immagine di un sacchetto dei rifiuti e quindi porta a, ma in realtà parte da, l’idea di scarto.
Se ben si pensa, però, la massa caotica di oggetti, di forme pre-fabbricate, già prodotte e accumulate in maniera massiva è una onnipresenza del quotidiano.
È quindi impossibile escludere, anche nella pratica creativa, un progressivo declino della propensione a comporre forme autonome e originali.
A cui si accompagna un crescente interesse alla ri- programmazione, con l’utilizzo di diverse forme insieme, tutte già disponibili e precedentemente “informate”.

A questo punto, l’abilità di Demna è nella scelta, cioè la capacità di saper operare uno scarto, tanto di elementi fisici, ossia di prodotti non selezionati, quanto di senso, in un’operazione di annullamento del concetto che porta con sé l’oggetto.
Parafrasando Nicolas Bourriaud, Demna opera come un DJ, la cui bravura è associabile all’esclusione sia di elementi non adatti al suo discorso musicale, sia dell’idea che accompagna quelli selezionati, che diventano “altro” come parte del suo mix di tracce.
Prima di un sacchetto dei rifiuti, la borsa Frakta di Ikea aveva ispirato la fall-winter 2016/17 di Balenciaga
L’attitude da post-produttore di Demna, specie per le borse, non è certo una novità: lo aveva già dimostrato la borsa blu Arena Extra-Large Shopper Tote Bag dalla fall-winter 2016/17 di Balenciaga.
Facendo un salto nel tempo, la shopper aveva creato un legame estetico con la busta Frakta, acquistabile, per 0,99$, dal colosso delle furniture low-cost Ikea.

Perché nonostante fosse realizzata in pelle d’agnello, la tote bag di Balenciaga era ugualmente lucida, ampia e dello stesso azzurro “bandiera d’Europa” del modello di Ikea.
Persino i manici, coordinati e in tinta, ricordavano per la loro lunghezza quelli prodotti dal brand di arredamento.
Similmente al sacchetto dei rifiuti che ispira oggi la Trash Pouch di Balenciaga, anche Frakta è un oggetto pop, seriale e a bassissimo costo.
E analogamente a quanto succede ora, anche qualche anno fa, l’operazione di Demna era diventata l’epicentro della attenzione dei web surfer e della loro produzione di commenti online.
La Trash pouch di Balenciaga nello show autunno-inverno 2022/23
«In un futuro non così lontano, ciò che un tempo era considerato comune, persino universale, ora è rarefatto, spesso sperimentabile solo attraverso la simulazione», si legge in una nota della maison.

«Il tempo atmosferico, ad esempio, è creato a macchina o reso digitale; la neve è esotica».
Così Balenciaga introduce la sfilata parigina autunno-inverno 2022/23 immaginata da Demna.
In mezzo a una tempesta di neve artificiale, schermata da vetri protettivi come fosse una boule de neige scossa a ritmi forsennati, volteggiano i modelli.

Tra look classici ridisegnati e silhouette audaci, i basici del guardaroba sono distrutti, rimpiccioliti o ingigantiti.
Come la Trash pouch di Balenciaga, anche l’abbigliamento di Demna è un’ode alla post-produzione e capispalla in pullover re-immaginano la giacca.
Mentre un top è ricavato da un paio di jeans e asciugamani si avvolgono come cappotti-involucro.

Il nastro da imballaggio personalizzato Balenciaga funge da cintura intorno a un coat o a un pantalone largo, oppure ricopre totalmente i jumpsuit.
Gli accessori sono come impazziti: accanto alla Trash Pouch, altre borse sono ricavate da coppie di stivali Cagole o Rodeo.
Una campagna con Kim Kardashian sigilla la collezione invernale immaginata da Demna
Dopo le premesse di hype, tra il maxi show e il rumore intorno alla Trash pouch, Balenciaga fa jackpot con il rilascio della campagna della collezione autunno-inverno 2022/23.
Tra gli attori, compare un cast d’eccezione capitanato da Kim Kardashian a Alexa Demie, passando per Big Matthew, Khadim Sock e Kim Yeon-koung.

Riprendendo il tema del défilé, l’adv proietta i suoi protagonisti in un’epoca del futuro in cui il tempo è per lo più simulato.
E la Trash Pouch, assieme a un top asciugamano, una felpa con cappuccio XXXL e boa in finta piuma, appare in ambienti contraddittori.
I capi si stratificano sotto il sole, nel caldo torrido, mentre un abbigliamento minimale è mostrato nel freddo gelido.

Se le immagini sono state realizzate dal fotografo berlinese Daniel Roché, la campagna comprende anche una serie di video.
Negli short movie del regista barcellonese Mau Morgo, gli ambienti cambiano rapidamente grazie alla fotografia in timelapse da una stagione all’altra, mentre i look rimangono costanti.