Continuano le nostre “indagini” per permettervi di vivere arte e design in tempi che, da una parte, ci concedono la dilatazione del tempo; dall’altra, invece, ci rifiutano lo spazio per apprendere e vivere dal vero le iniziative culturali che vengono proposte intorno a noi.
Ce ne sono alcune, di cui ho già parlato, che avrei voluto vedere dal vivo, come la mostra su Raffaello, visitabile per ora solo on-line.
Ho scoperto recentemente, dai canali che seguo per essere sempre aggiornata sull’arte, che è stata proposta da poco una possibilità molto golosa e ben strutturata in rete: il tour virtuale della casa di Monet a Giverny.
Mi sembra un argomento particolarmente adatto a questo magazine per cui scrivo, che spesso indaga sul confine sfumato tra arte e design.
Il focus che farò, infatti, nel raccontarlo, non riguarda la meravigliosa e matura produzione di quadri che Monet generò nell’atelier di Giverny durante il suo soggiorno dal 1883 alla sua morte, nel 1926.
Ma saranno le sale, i colori, il giardino a parlare per lui.
Ritroverete il gusto francese di fine secolo raffreddato diligentemente dai toni più disciplinati del nord normanno.
Il tutto ravvivato dai colori freschi e straripanti del suo amato giardino.
Il Clos Normande (il giardino antistante la villa di un ettaro si chiama così) è un capolavoro di garden design ancora oggi.
https://www.facebook.com/fillyourhomewithlove/videos/241345387232741/?vh=e&d=n
Il tour virtuale della casa di Monet rivela scorci meravigliosi
Il tour virtuale della casa di Monet comincia all’ingresso della villa.
Si attraversa il Clos Normande, tempestato di iris, peonie, narcisi e ci si addentra con grande facilità.

Qui ripropongo alcuni screen shot che ritraggono alcune sale.
Niente potrà mai avvicinarsi all’esperienza vera vissuta in quegli ambienti: il panorama dalla finestra, il giardino dell’acqua che ha ispirato le sue famosissime ninfee, il cinguettio degli uccelli.
Ma credo vivamente che questo tour possa essere di grande aiuto per capire il più possibile l’arte matura di Monet.
Egli vive a Giverny ben quarantasei anni.
La prende in affitto nel 1883 e ci va a vivere con la seconda moglie, Alice Hoschedé e i loro otto bambini (sei di Alice e due di Monet).
La casa era grande e spaziosa e accoglieva senza problemi alcuni tutta la famiglia. Si tratta di un esercizio progettuale di grande stile.
Ad esempio, la sala da pranzo, di un giallo vivo, è ancora adesso bellissima.

Tutto viene trasformato dal suo occhio (che sente, vede e interpreta la luce) e il suo cuore.
Ad esempio i rimandi all’oriente, e perlopiù al Giappone si intravedono dentro gli ambienti (grazie alle stampe che collezionava avidamente) e fuori nel disegno dei giardini e del ponte verde.


Il cuore della casa di Monet a Giverny: il suo studio
Non voglio rivelarvi troppo di questo tour che delizia gli occhi e che fa desiderare di catapultarsi, subito, in Normandia.
Ma un assaggio del nucleo di tutta la casa, centro nevralgico dell’Impressionismo di fine secolo scorso, che attirava artisti da tutta Europa, lo devo riportare.

L’ambientazione perfetta, la riproduzione dei quadri che erano veramente appesi alle pareti, l’ottimo stato di conservazione, i giardini rigogliosi disegnati dall’artista stesso…
Questo tour virtuale appaga la nostra voglia di “evadere” col pensiero in questi giorni di reclusione. E svolge bene un lavoro collaterale: ci lascia la voglia incontenibile di vedere un luogo magico e suggestivo, appena sarà finito tutto.
https://www.instagram.com/tv/B_ckFv0jnf-/?igshid=13p9my8gkitxf
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