The (digital) haute couture must go on
Torna in scena il sogno della digital haute couture.
Anche se di nuovo, come lo scorso giugno, la magia è tutta rigorosamente (e democraticamente) virtuale.
Ad aprire le danze di questi quattro giorni di presentazioni è stata come da tradizione la maison Schiaparelli, che lunedì mattina ha svelato le nuove proposte primavera-estate 2021.

Nella sua terza collezione per la storica griffe, il direttore creativo Daniel Roseberry ha sfidato l’immaginario comune di ciò che l’alta moda dovrebbe essere, rifiutando il cliché degli abiti da fiaba in favore di una couture alternativa e irriverente.
Scartando le usuali silhouette della couture, Roseberry ha puntato su pantaloni di pelle blouson con elastico in vita, un bomber, jeans dal denim color crema re-immaginato in seta duchesse delavé e double face, impreziosito da lucchetti dorati pendenti.
I tessuti sono altrettanto dirompenti e assieme al faille di seta, alla pelle stampata e a un croccante taffetà, c’è anche il velluto di seta legato al neoprene e un abito a colonna drappeggiato da un sinuoso jersey di seta elastico.
The (digital) haute couture e un omaggio al cinema
È invece un omaggio alla star del cinema muto russo Vera Kholodnaya e all’Art déco la couture estiva di Ulyana Sergeenko.
Nel decimo anniversario della sua casa di moda, la stilista russa porta sotto i riflettori capi impreziositi da intarsi che richiamano le decorazioni artistiche degli anni Venti, silhouette dalle spalle accentuate, abiti midi effetto lingerie e sexy bustier neri.
Credo che sia proprio la necessità di valorizzare arte e cultura a spingere Sky Arte a rendere disponibile in streaming gratuito The Square.
Spazio alla cultura.
Con la sua Roots of Rebirth, Iris van Herpen esplora ancora una volta la simbiosi tra l’alta tecnologia e l’artigianalità della couture facendo riferimento ai disegni intricati delle radici e alla regolarità delle spore dei funghi in natura.
In un dialogo tra il terrestre e il mondo sotterraneo ai nostri piedi, sfila una sequenza di 21 look dagli affascinanti effetti 3D tra ricami hand-made, tessuti upcycled scomposti in tasselli, maniche dai lunghi strascichi e bustier tagliati al laser.

Il regista Matteo Garrone racconta invece la couture Christian Dior firmata da Maria Grazia Chiuri attraverso un cortometraggio simbolico e dai toni onirici.
Tweed, cashmere e organze definiscono gonne, pantaloni e giacche per il giorno.
Per quanto riguarda la sera sono protagonisti pizzi impreziositi da elementi decorativi dipinti a mano, velluti dorati e preziosi jacquard.
The (digital) haute couture e le ballerine di Flamenco
Le ballerine di flamenco andaluse sono la chiave di lettura della couture spring-summer 2021 di Giambattista Valli.

Un riferimento enfatizzato dal couturier romano attraverso emblematici long dress in tulle puntellati da pois e silhouette rese voluminose da taffetà e balze.

All’evocativa palette di bianco, nero e rosso passione, si alternano accenti di raso gialli e rosa.
Nella fiorita cornice del Grand Palais, sotto lo sguardo di poche, selezionatissime invitate tra cui Marion Cotillard, Penelope Cruz, Charlotte Casiraghi, Vanessa Paradis e la figlia Lily-Rose Depp, Virginie Viard manda sotto i riflettori per Chanel una serie di ampie gonne di tulle abbinate a camicie di seta o attaccate a corpetti minuti, completi in tweed, brillanti tailleur di paillettes e look da giorno con pantaloni profilati di strass.
Valentino rende omaggio alle sue origini romane e sceglie invece la spettacolare Galleria Colonna, nel cuore della capitale, per svelare la collezione Code Temporal di Pierpaolo Piccioli.

La verticalità è espressa attraverso silhouette lunghe e asciutte, candide cappe traforate e spettacolari gown di paillettes, oppure avvolgenti coat, accenti di rosa o verde shocking e maglie a collo alto.
Cascate di paillettes e lustrini ricoprono gli abiti delle disco girls di Alexandre Vauthier, tra minidress di frange e maniche importanti enfatizzate da volant.
Intanto, Giorgio Armani Privé, lancia una dedica a Milano svelando la collezione nel suo atelier a Palazzo Orsini.
In questa affascinante cornice sfilano tailleur argentati, blazer dalle spalle insellate, scivolati abiti in velluto dalle tonalità profonde, ma anche accenti di rosso e blu elettrico.
Nel labirinto trasparente scandito dal logo della doppia F è infine andato in scena il debutto di Kim Jones al timone creativo della donna Fendi.

Un doppio debutto per il designer inglese, già alla guida del menswear Dior, che si è cimentato non solo nella sua prima collezione per la griffe romana ma nella prima linea femminile in assoluto.

Il risultato?
Preziosissimi e impalpabili abiti da sera, ornati da reticoli di perle e strass, maestose cappe con metri di strascico e richiami all’elegante mondo sartoriale.