Abbiamo già parlato di fotografia, e ho portato alla vostra attenzione un momento storico importante in cui arte e immagine si sono congiunti in maniera indissolubile.
Parlo naturalmente della magia delle opere di Man Ray.
Ma per quanto riguarda la contemporaneità? Chi possiamo annoverare tra gli artisti e fotografi del nostro tempo che danno un contributo importante al settore?
Sicuramente uno di questi è Steve McCurry: Icons è forse la sua rassegna più significativa, e per la prima volta la potrete visitare in Veneto.
Steve McCurry: Icons a Conegliano organizzato da Artika
Le cento (circa) fotografie in mostra a Conegliano, presso Palazzo Sarcinelli, saranno visibili dal 23 dicembre 2020 al 2 maggio 2021.
La mostra, organizzata da Artika, rivela i tratti iconici del proposito artistico di McCurry, ovvero spaccati di tradizioni lontane, affascinanti e uniche.
Ma anche desolazione, guerra e disagio. Il tutto fotografando la dignità umana, nella sua trasparenza, nella sua più intima profondità.
“La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente.
Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona.
Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana.
Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”.
Icons: la voglia di svelare l’umanità nei luoghi più difficili della terra
Su Steve McCurry sono state scritte moltissime parole: argomentazioni specifiche sulla tecnica, sui risvolti sociali che rivelano i suoi scatti, sulla ricerca e definizione dei particolari infiniti che emergono attraverso i ritratti delle persone e delle situazioni.
Quello che mi preme sottolineare, quando si parla di arte, è che a mio avviso essa è tale quando fa riflettere. Un’opera d’arte per me deve far evolvere lo spettatore elevandolo a qualcosa di nuovo e più profondo allo stesso tempo.
L’umanità che ci propone McCurry è nuda poesia, è l’essere umano declinato nelle sue sfumature più variopinte.
Dobbiamo ringraziare questi “esploratori” dell’umanità, perché sono riusciti a donarci spaccati che ci fanno avvertire situazioni e sensazioni che forse non avremmo mai tenuto in considerazione senza l’intervento del loro occhio.
A mio avviso, gli scatti di McCurry non sono “solo” un documentario dove evincere notizie, particolari che riguardano etnie remote o, ancora, situazioni umane negli angoli più sperduti del mondo.
Io vedo nei ritratti di McCurry uno specchio in cui l’uomo guarda se stesso, e capisce una sorta di stato d’animo universale che unisce attraverso le differenze.
Sono universali le paure, le sicurezze, l’amore, la tenerezza, la meravigliosa sfera emotiva umana che accomuna tutte le persone del mondo.
E McCurry ritrae questo minimo comun denominatore sottolineandone, però, le differenze.
Non solo persone, ma anche ritratti di vita di grande impatto lirico
La mostra Icons propone anche momenti di grande intensità. Momenti in cui è ritratta la vita comune in paesi di cui conosciamo poco usi e costumi.
Si tratta di un confronto con la parte migliore della società umana, dove l’identità di un popolo emerge lirica e perfetta.

Avete mai visto una mostra di Steve McCurry? Se sì, cosa ne pensate?
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