La Casa Sin Nombre (senza nome, in spagnolo) sorge nella città di San Miguel de Allende in Messico.
Come molte altre città messicane, San Miguel è popolosa, frenetica e rumorosa.
La Casa Sin Nombre è progettata in modo da offrire un rifugio di quiete e privacy nel cuore della città.
Costruita verso l’interno, piuttosto che all’esterno, da fuori si presenta come un monolite bianco.
La forma trapezoidale del lotto su cui sorge ha fornito la base per la sua costruzione.

Gli architetti dietro alla Casa Sin Nombre
Lo studio Associates Architecture viene fondato a Brescia nel 2017 dall’italiano Nicolò Galeazzi e la sudafricana Martina Salvaneschi.
I due architetti hanno realizzato progetti in Italia, Messico e Portogallo.
Lo studio lavora nel campo dell’architettura a più scale, e questo è evidente anche in questo progetto.
Sebbene sia molto giovane, come i due fondatori, Associates Architecture vanta già numerosi riconoscimenti internazionali.
Oltre ad essere stati invitati a tenere lezioni nelle principali università italiane, i due architetti sono stati visiting professor alla Porto Academy in Portogallo e al Goa College of Architecture in India.
Nel 2018 e nel 2020 lo studio ha ricevuto candidadure per la prestigiosa Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana, l’Eu Mies van der Rohe Award e il Premio Piranesi.
Ha partecipato inoltre alla 16a e 17a edizioni della Biennale di Venezia e alla 12a Biennale di Lisbona.
L’idea fondante dello studio è l’unione tra architettura e artigianato.
Lavoriamo con i nostri collaboratori attraverso un processo che potremmo definire “archeologico” che mira ad indagare l’idea primaria e primitiva delle cose, partendo dalla comprensione del luogo e del contesto culturale in cui siamo chiamati a operare attraverso la raccolta di dati visivi, testuali e materiali. Il processo si muove successivamente attraverso un lavoro paziente in cui questi contributi si intrecciano con i primi disegni e con la creazione di modelli a più scale attraverso i quali indaghiamo la materia, le possibilità spaziali e formali di un’architettura che vogliamo sia portatrice di memoria e identità dei luoghi in cui operiamo.
Con queste parole, i due giovani architetti descrivono il loro operato.
La Casa Sin Nombre come rifugio ermetico dal caos cittadino
Per offrire un luogo di quiete riparato dal trambusto della metropoli messicana, lo studio ha concepito la Casa Sin Nombre con un rigoroso stile minimal.
A partire dalla scelta dei colori, tutti tendenti al bianco più puro o declinati in gradazioni sempre molto chiare, tutto in questa casa riconduce alla semplicità.
Vista da fuori, come accennato sopra, si presenta come un granitico monolite bianco.
La casa spicca nell’intricata griglia di vie e strade che compongono il centro storico di San Miguel, con le facciate in mattoni risalenti al ‘500 oggi considerate patrimonio dell’Unesco.
Dove la città comincia a inerpicarsi sulle colline, su uno dei pendii più caratteristici, la Casa Sin Nombre si staglia forte della sua semplicità.
“Facendo riferimento alla tipologia residenziale locale, abbiamo optato per una struttura che guardasse verso l’interno e abbiamo proposto una serie di spazi vuoti sotto forma di patii”
spiega Martina Salvaneschi.
Lo stile si ispira all’architettura vernacolare messicana, ma subisce anche influenze dai grandi maestri Luis Barragàn e Mies van der Rohe.
Come spiega Nicolò Galeazzi “la residenza e la galleria mostrano la luce nei suoi diversi stati d’animo”.
Gli interni della Casa Sin Nombre
Subito dopo l’ingresso si apre il soggiorno esteso sul lato opposto.
Grandi pareti di vetro a tutta altezza sfumano il confine tra indoor e outdoor, fornendo una veduta del giardino.
In linea con la porta d’ingresso, una grande scala a chiocciola sottolinea la continuità con le stradine in pendenza e in salita della città.
La scala funge anche da confine tra zona living e cucina e sala da pranzo.
Al piano superiore si trova la zona notte, con due camere ciascuna con bagno privato e cabina armadio.
Rispetto al piano terra, il primo piano sembra enfatizzare ancora di più il carattere privato e raccolto della casa.
“L’immobile a due piani è stata progettato per celebrare l’intimità e allo stesso tempo massimizzare l’esposizione alla luce naturale. Questo è avvenuto attraverso la creazione dei patii e l’allestimento della terrazza sul tetto” spiegano i progettisti.
Infine, sorprende in una costruzione così intimista, l’ampia balconata rivolta verso l’esterno.
Questa abitazione non è solo una casa di design, è una vera e propria galleria d’arte (come suggerisce il nome), in cui architettura e artigianalità si fondono per creare qualcosa di unico.
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