Inaugurata lo scorso sabato 15 ottobre, è ora aperta al pubblico la mostra fotografica di “Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti”.
Oggi parliamo di questo grande fotografo o meglio dire grande artista italiano che nella sua vita ha ritratto altrettanti grandi nomi della storia e della cultura nazionale e internazionale.
Ci trasferiamo così nella splendida location della Reggia di Colorno, in provincia di Parma.

Nino Migliori è la special guest della edizione ’22 di “Colornophotolife”.
Colornophotolife è l’annuale festival di fotografia immerso appunto nella location della Reggia di Colorno, che fu dimora di Maria Luigia d’Austria e che, ancora una volta, si connota come sede di grandi eventi fotografici.
Perché si, prima di Nino Migliori sono state riservate mostre a Michael Kenna, Ferdinando Scianna e Carla Cerati.
Questa volta l’esposizione è a cura di Sandro Parmiggiani, con la direzione di Antonella Balestrazzi.
Come sempre è disponibile, a ricordo dell’evento, un catalogo bilingue italiano-inglese che racchiude i passaggi principali di questo itinerario fotografico.

Sono 86 le opere inedite che possiamo ammirare.
L’arco di tempo di produzione va dagli anni cinquanta fino ad oggi.
In questo ampio lasso temporale si consente allo spettatore di ripercorrere oltre settant’anni di attività di Nino Migliori.
Un aspetto che fa rimanere sicuramente a bocca aperta è la varietà di tecniche adottate, le ricerche e le esplorazioni del mezzo fotografico condotte dall’autore.
Le metodologie utilizzate in camera oscura hanno fatto si che i fotografi potessero dilettarsi ma soprattutto trovare il processo chimico più adatto a raggiungere i loro obbiettivi estetici.

Sono cinque le sezioni che riassumono l’opera di Nino Migliori.
Cinque sono le unità che tentano per lo meno di ricapitolare la vasta opera di questo grande autore italiano.
E diciamo tentano perché ovviamente l’opera di un artista non può mai essere catalogata in maniera semplice, le sfumature sono tante e rilevanti.
Partiamo con i ritratti di bianco e nero.
Avviata negli anni ’50, questa serie risale al soggiorno di Nino Migliori a Venezia – nel mentre sta frequentando la casa di Peggy Guggenheim – fino agli anni recenti.
Nella seconda sezione sono racchiuse le immagini a colori.
Ci troviamo spesso di fronte a opere dove sono stati attuati dislocazioni di piani o ritagli di immagini e ricollocamenti nello spazio.
La sperimentazione avviene qui sia in fase di pre che in fase di post-scatto.
Nella terza sezione troviamo le sequenze di immagini tratte dal mezzo televisivo.
Nino Migliori si diletta qui a concepire fotogrammi in divenire.
La quarta sezione custodisce le grandi “trasfigurazioni”.
Si tratta di opere dalle grandi dimensioni: 100 x 100 cm di fotografie a colori in cui Migliori interviene “pittoricamente” sull’immagine.
Infine, le cinque serie si chiudono con i ritratti recenti in bianco e nero “a lume di fiammifero”.
Queste ultime opere sono estremamente poetiche e derivano da studi e ricognizioni condotti su sculture “a lume di candela”.

La macchina fotografica, la pellicola e ora il supporto digitale.
Il curatore Sandro Parmiggiani sottolinea come “davanti alle fotografie di Nino Migliori” occorra ricordare che “con lui nulla deve essere dato per scontato”.
Le stesse carte su cui vengono stampate le immagini non sono asservite a una funzione prestabilita, ma essa può sempre essere ridefinita ed esplorata in nuove direzioni.
Fin dal 1948, Nino Migliori è stato strenuo indagatore delle possibilità offerte dal mezzo, dai procedimenti tecnici e dai materiali della fotografia.
Si è cimentato con le bruciature sulla pellicola e sulla celluloide, con esperienze su carta e su vetro, con le fotografie di muri e di manifesti, con la ricerca della “faccia nascosta” delle polaroid, con le recenti esperienze con caleidoscopi di diverse dimensioni.
Il mezzo fotografico è sempre stato qualcosa che poteva permettergli di avvicinarsi a certe visioni che da sempre lo hanno intrigato.

Nino Migliori è ‘artista-fotografo-sciamano’.
Le sue inesauste ricerche e verifiche alimentate dalle visioni e dagli esperimenti gli hanno permesso di percorrere un suo personalissimo e inimitabile viaggio dentro la fotografia.
Nella sua vita ha partecipato e condotto grandissime iniziative di prestigio.
Nel 1977 il CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione dell’università di Parma gli dedica la sua prima grande mostra antologica.
Dal 1978 Migliori è docente di Storia della Fotografia al Corso di Perfezionamento di Storia dell’arte dell’università di Parma.
Nel 1979 ha tenuto un memorabile corso sulle sperimentazioni off-camera per “Venezia 79 La fotografia”, sotto il patrocinio dell’Unesco e dell’International Center of Photography di New York.
Dagli anni Settanta dirige workshops, e si dedica con frequenza alla didattica in scuole di vario ordine e grado (comprese le scuole dell’infanzia) e in istituzioni museali.
Nel 2016 l’artista dà vita alla “Fondazione Nino Migliori”.
Nino Migliori, nato a Bologna nel 1926, ancora vive e lavora nella sua città, spinto da un amore sconfinato per l’arte.
“Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti” è solo un trampolino di lancio che vi permetterà di entrare nella sua bellissima storia!