Oggi vi parlo di arte antica, portata a nuova luce da un museo di nuovissima generazione ed espressione di pregiata contemporaneità.

Il museo Ninfeo, a Roma, inaugura con due open gratuiti day il 30 e 31 ottobre, e apre al pubblico dal 6 novembre.

Si tratta di una struttura che porta alla luce la Roma imperiale nel momento più brillante della sua storia: la vita dei principi, gli usi, i costumi dell’antica capitale.

Oggetti di vita comune, decorazioni e oggetti di pregiato design dell’epoca verranno esposti in questo museo di nuova concezione.

Gli horti Lamiani dell’Esquilino hanno infatti trovato un modo intelligente e prezioso per arrivare a noi con le loro meraviglie.

Ho deciso di dedicare spazio alla situazione eccezionale in cui prende vita questo museo anche per un risvolto molto toccante.

Riguarda, questa volta, la nostra epoca e soprattutto gli ultimi due anni della nostra storia.

Leggendo questo articolo scoprirete perché.

Il museo Ninfeo è un esempio di tutela e archeologia preventiva

Durante i lavori della costruzione della sede ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), in piazza Vittorio all’Esquilino, dal 2006, si assiste al ritrovamento di numerosissimi reperti che risalgono all’età giulio-claudia e a quella severiana.

Si lavora quindi ad un progetto di archeologia preventiva, di cui ha parlato anche il ministro della cultura Franceschini.

«Il Museo Ninfeo – dichiara il Ministro della Cultura, Dario Franceschini – è il risultato di un ottimo esempio di archeologia preventiva, che coniuga l’esigenza di realizzare opere, infrastrutture e sviluppo urbano con quella di tutelare e preservare il patrimonio archeologico. Questo nuovo luogo di bellezza, inoltre, onora simbolicamente tutti i medici vittime della pandemia. Va a loro il nostro pensiero in questa giornata inaugurale».

museo ninfeo roma

«È un eccezionale risultato scientifico – secondo Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma –, questo museo porta alla luce uno dei luoghi mitici dell’antica Roma, quegli Horti Lamiani che erano una delle residenze giardino più amate dagli imperatori. L’aspetto virtuoso è la collaborazione tra il Ministero della Cultura ed Enpam, che ha permesso la creazione di un laboratorio di studio per progettare un museo innovativo: non solo la bellezza e la rarità dei reperti, ma a essere esposta è la vera vita della Capitale dell’impero romano».

Nella nuova sede dell’ENPAM, quindi, si celebra il passato attraverso riflessioni profonde sul presente, ricordando i medici che hanno perso la vita nell’assistere i loro pazienti nella pandemia.

Il Museo Ninfeo apre con due open day gratuiti il 30 e il 31 ottobre

Sono tremila i reperti ammirabili all’interno del museo.

Sono corredati da ricostruzioni accurate delle architetture monumentali e delle sontuose decorazioni imperiali. Bicchieri, utensili e oggetti di uso comune ci restituiscono la grande forza del gusto e dei costumi della Roma degli horti Lamiani.

Un lavoro frutto di anni impiegati a portarli alla luce e di collaborazioni multidisciplinari che ha coinvolto università e figure di spicco della scienza.

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Si tratta, perlopiù, di ritrovamenti legati alle abitazioni della nuova aristocrazia, gli homines nuovi dell’età augustea, tra cui, appunto, Elio Lamia.

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Lamia edifica sull’Esquilino la sua meravigliosa e lussuosa residenza: gli horti Lamiani. Dopo la sua morte, nel 33 d.C., lascia tutto all’impero.

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Ricostruzione di Piazza Ninfeo.

Da non perdere: una visita per ricordare le radici della nostra cultura, e riflettere sul nostro presente.

Fotografie: Fabio Caricchia

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