Arte e Design si intrecciano in questo nuovo articolo sulla mostra “Semi” di Flora Deborah.

La mostra è stata inaugurata a Roma, negli spazi del nuovo showroom del Gaggenau, lo scorso 9 maggio e vede la collaborazione tra Gaggenau e DesignElementi.

Une veduta delle sale del nuovo showroom Gaggenau di Roma
Une veduta delle sale del nuovo showroom Gaggenau di Roma

“Semi” si inserisce nel contesto del Ghetto Ebraico romano.

Ci troviamo quindi nel cuore della capitale ma soprattutto in un quartiere particolarmente suggestivo, per il suo fascino rimasto immutato nel tempo.

È in questo ambiente che si colloca il nuovo showroom di Gaggenau.

Lo spazio si sviluppa intorno a un corridoio centrale, che lo divide equamente in due ambienti.

Troviamo diversi elementi caratterizzanti che rendono le atmosfere calde e accoglienti ma che rimandano anche alla città di Roma.

Stiamo parlando rispettivamente dell’utilizzo del parquet a spina ungherese e del travertino, materiale romano per eccellenza.

È quest’ultimo elemento a rappresentare un vero e proprio filo conduttore, essendo presente con almeno un inserto in ogni zona dello showroom.

Un dettaglio di una scultura di "Semi"
Un dettaglio di una scultura di “Semi”

Questa mostra rappresenta il secondo appuntamento con il ciclo “Materiabilia”.

Il ciclo è promosso da Gaggenau e CRAMUM – un progetto non profit che sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel mondo – e punta a raccontare la materia che si fa meraviglia attraverso il genio umano.

Lo showroom diventa ideale Wunderkammer, luogo quindi in cui l’arte e il design ci permettono di riconoscere un ordine apparentemente perso. Un inno alla creatività, all’arte ma anche alla vita e alla sua straordinaria potenza.

In questa cornice si inserisce anche l’opera dell’artista israeliana Flora Deborah, che spazio con il suo lavoro tra scultura, disegno e video.

Questa “pratica di empatia” – coì definita dall’autrice – implica l’esplorazione della natura mutevole della soggettività umana.

Crea avatar e personaggi di natura storica, religiosa o immaginaria, animali, piante e microrganismi. Attraverso essi decostruire e ripensa i sistemi che hanno la pretesa di definirci, scardinando assurde convinzioni e strutture sociali ampiamente diffuse.

Un dettaglio di un'opera di Flora Deborah in oro
Un dettaglio di un’opera di Flora Deborah in oro

Flora Deborah racconta una favola gotico-contemporanea.

Nella sua mostra personale “Semi”, Flora Deborah espone il suo lungo viaggio alla ricerca del senso più profondo dell’esistere.

Come viaggio ma soprattutto come favola, questo racconto si dimostra lungo e travagliato ma allo stesso tempo caratterizzato dall’ottimismo dell’andare avanti con infinita resilienza.

Questa prima monografica di Flora Deborah in Italia raccoglie immagini in bilico tra sogno e realtà.

Esse nascono da un processo creativo che non prevede mai correzioni, ma che vede proprio nelle imprecisioni o nei ripensamenti del gesto artistico una metafora delle alterne vicende umane.

Non si torna mai indietro ma soprattutto si va avanti portando nuova materia all’interno del proprio percorso.

È così che nascono le opere in ceramica, terra e oro dell’artista: una sintesi dell’esistenza umana in cui tutto può essere seme di un nuovo frutto.

Ogni passo, anche quello doloroso, deve spingerci a raggiungere una piena consapevolezza di noi stessi.

Una veduta di "Semi" all'interno di Gaggenau Roma
Una veduta di “Semi” all’interno di Gaggenau Roma

La mostra “Semi” ruota attorno all’uso del linguaggio.

Non sono solo i luoghi a determinare chi siamo, ma anche il linguaggio che impieghiamo per parlare e pensare.

Può il lessico di ciascuno di noi penetrare ed essere seme e frutto dei linguaggi di chi ci vive intorno?

L’artista Flora Deborah lavora quindi a dei calchi della propria lingua e di quelle dei membri della sua famiglia.

Realizza piatti e piastrelle in cui personaggi onirici si passano delle coppe.

In una videoinstallazione, scava e assembla la terra israeliana del kibbutz, dove si sono incontrati i suoi genitori.

Quali sono i confini di questo lessico famigliare?

Le opere di Flora Deborah intrecciano vita privata e collettiva, in un viaggio fatto di storia antica ma anche di presente.

I calchi della lingua dell'artista
I calchi della lingua dell’artista

Un’umanità che nutre un nuovo ed universale idioma.

Nelle opere di Flora Deborah in mostra a Roma si celebra l’arte come unione di materia e bellezza.

Non solo, gli spettatori sono chiamati a partecipare ad un processo in cui, oltre ad una esperienza installativa, si prende parte anche ad una esperienza performativa.

All’interno dello showroom si può infatti prendere parte ad una performance, ideata apposta per il Gaggenau di Roma. Il visitatore può lasciare una pietra con cui costruire una nuova Torre di Babele e infine assaporare il calco della lingua dell’artista, realizzato in cioccolato.

Entrambi i gesti sanciscono un vero e proprio scambio, un nutrimento reciproco tra artista e spettatore.

Da qui questo nuovo ed universale lessico a cui si accenna poco sopra, un nuovo modo per vedere e raccontare insieme un nuovo mondo.

Un'altra opera installata nella mostra "Semi"
Un’altra opera installata nella mostra “Semi”

La mostra “Semi” è aperta fino al 31 ottobre 2022.

In un mondo che tende a smaterializzarsi, la mostra “Semi” ci riporta a vedere, fare e toccare.

Non solo, lo fa attraverso l’arte che è strumento per sognare ad occhi aperti, che trasforma materia e realtà in meraviglia.

Nel gesto artistico concreto, celebrato anche dall’artista israeliana Flora Deborah, l’artista parte dall’immagine – che è sintesi mai banale di empatica e complessità – per raccontare il mondo.

“Semi” è una mostra perfetta per gli amanti dell’Arte e del Design, sia per le opere esposte che per il ‘contenitore’ che le ospita.

Vi diamo inoltre appuntamento al prossimo mercoledì e vi consigliamo alcuni nostri altri articoli: