Torniamo a parlare di fotografia e di una nuova mostra su Maria Vittoria Backhaus dentro alla splendida cornice delle Sale Chagall del Castello di Casale Monferrato.

Come sempre, partiremo dall’esposizione per analizzare l’opera di questa autrice e il contesto in cui si inserisce.

Maria Vittoria Backhouse - Pullmann. Editoriale "Io Donna", MIlano, 2000
Maria Vittoria Backhouse – Pullmann. Editoriale “Io Donna”, MIlano, 2000

Nasce il Middle MonFest.

In questa primavera 2023 cade l’anno intermezzo della Biennale di Fotografia di Casale Monferrato.

Il Comune di Casale e il Direttore artistico Mariateresa Cerretelli annunciano quindi una nuova iniziativa: la prima stagione del Middle MonFest.

Per l’occasione, gli organizzatori hanno quindi pensato ad una grande esposizione dedicata alla brillante personalità creativa di Maria Vittoria Backhaus.

Questa grande antologia raccoglie opere che vanno dagli esordi negli anni ‘70 al contemporaneo.

Stiamo parlando di una vera e propria galleria caleidoscopica di immagini, curata da Luciano Bobba e Angelo Ferrillo con la direzione artistica di Mariateresa Cerretelli.

Scoprire la creatività di questa autrice a tutto tondo significa indagare un archivio ricco e articolato.

Maria Vittoria Backhaus si è sempre mossa tra due sfere: quella della progettazione editoriale e quella di un incessante studio personale.

Le sue interpretazioni, nuove e di carattere controcorrente, fanno capo alla Moda, al Design e alla Ritrattistica.

Infine, ha saputo dedicarsi anche ad una fantasmagorica produzione di Still life e di Costruzioni artistiche.

Maria Vittoria Backhouse - "Nellaborsa #2", Editoriale Vogue Gioiello, Milano, 2000
Maria Vittoria Backhouse – “Nellaborsa #2”, Editoriale Vogue Gioiello, Milano, 2000

Maria Vittoria Backhaus è una grande protagonista italiana, fotografa, milanese di nascita e piemontese d’adozione.

Nata nel 1942, Maria Vittoria Backhaus si diploma in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Negli anni ‘60 passa alla fotografia lavorando prima come reporter e poi occupandosi di eventi culturali, politici e musicali della scena beat.

Da subito però si avvicina alla fotografia di moda, design e still-life.
Lavora in studio e fuori, usando i grandi e medi formati.

Nel 2021 ha ricevuto il premio alla carriera Arturo Ghergo e nello stesso anno ha trasferito la sua casa e il suo studio nel Monferrato.

Maria Vittoria Backhaus è una persona che ha parlato di fotografia partendo dal reportage, dalla moda, dallo stile, dal design, da grandissime costruzioni – anche metafisiche.

La fantastica cornice di Castello di Casale accoglie, a tutti gli effetti, una mostra ‘Pop’: Maria Vittoria Backhaus si esprime con un canto libero, è un anticonformista.

Racconta una fotografia colta, raffinata.

Non a caso, trova la sua strada in un mondo di immagini imperanti tipiche delle riviste patinate o nelle campagne pubblicitarie dagli anni ’70.

Il suo archivio – che ricordiamo raccoglie fotografie ‘private’ e ‘pubbliche’ – è riletto per il Middle MonFest in una chiave inedita.

Maria Vittoria Backhouse - "In the mood #1", Editoriale Case da Abitare, Milano, 2001
Maria Vittoria Backhouse – “In the mood #1”, Editoriale Case da Abitare, Milano, 2001

Esplosiva, sperimentale e rivoluzionaria.

È animata da un’attenzione quasi maniacale per l’estetica e per la finezza delle fotografie e si sa distinguere nell’era in cui inizia a produrre e a lavorare.

La mostra di cui parliamo oggi prende in esame e suddivide il percorso in vari temi.

Come spesso accade, nell’ambito editoriale e in quello della pubblicità – ambiti in cui si è espressa la multiforme genialità di Maria Vittoria Backhaus – si possono notare i cambiamenti della società.

Ed è proprio questo tema ad essere al centro della sua ricerca personale, che vuole mettere a fuoco l’evoluzione delle nostre abitudini.

Il curatore Luciano Bobba ha definito il suo approccio alla mostra come “scambio naturale e spontaneo” mentre il co-curatore Angelo Ferrillo ha utilizzato l’aggettivo “immaginifico”.

Sempre facendo capo alle osservazioni dei curatori, possiamo dire che Maria Vittoria Backhaus è in grado scaturire accordi estetici profondi e immediati.

L’autrice si muove in equilibrio tra visione, creatività e metodo.

Maria Vittoria Backhouse - "Cuore di amma #2", Editoriale Io Donna, Milano, 2001
Maria Vittoria Backhouse – “Cuore di amma #2”, Editoriale Io Donna, Milano, 2001

L’opera di Maria Vittoria Backhaus è frutto di uno studio approfondito dei suoi mezzi.

L’importante è sempre stato trovarsi a proprio agio con le diverse macchine fotografiche di cui si serve.

“Ho lavorato – afferma l’autrice – con tutti i formati possibili delle macchine fotografiche analogiche, dal formato Leica ai grandi formati con il soffietto sotto il panno nero 20 x 25. Stavano tutte in un grande armadio nel mio studio. Mi piacevano anche come oggetti, così le ho anche ritratte. Ho dovuto imparare tutte le diverse tecniche per poterle usare, acquisite ma dimenticate al momento dello scatto per concentrarmi sul racconto della fotografia”.

E il percorso di oltre 250 opere installate al Castello di Casale Monferrato, che si apre con l’istallazione “L’armadio del fotografo” – posta proprio all’entrata della mostra, dove si possono vedere tutte le macchine che Maria Vittoria Backhaus ha usato – è effettivamente un percorso totale, globale, su tutto quello che è la sua visione.

Anche questo significa far vedere l’anima di questa grande artista – la stessa che poi, con l’avvento del digitale, ha dovuto mettere da parte tutte le sue conoscenze sul mondo dell’analogico per approdare al digitale.

I suoi lavori sono stati per lo più commissionati ma si sta dedicando anche a progetti personali come una serie di ritratti agli abitanti dell’isola di Filicudi, una sui confinati sull’isola di Lipari, ed infine un racconto visivo sul lavoro su Rocchetta Tanaro, città dove ora risiede.

La mostra chiuderà l’11 giugno 2023.