Cosa rappresenta l’edificio ‘Maraya’ situato ad AlUla, in Arabia Saudita?
Oggi andiamo alla scoperta di questa gemma del nuovo nord-ovest saudita.
Già nominato “struttura a specchio più grande del mondo” nel gennaio 2020 dal Guinness dei primati, “Maraya” è letteralmente specchio del grande lavoro di ricerca e sviluppo che l’Arabia Saudita sta attuando sulla propria identità.

‘Maraya’ fa parte di un grande progetto di azione.
Dalla capitale Riyad fino al deserto, la Penisola Arabica è attraversata da tantissimi paesaggi che vanno dalle caotiche metropoli fino all’incontaminato paesaggio aperto.
In questo Paese hanno trovato spazio le sollecitazioni che provengono dalla contemporaneità ma continuano ad abitare le grandi ed antiche eredità pre-islamiche.
L’Arabia Saudita garantisce ai propri ospiti un’esperienza contraddittoria, un’esperienza che sorprende ma che fa anche interrogare.
Fanno sicuramente onore le nuove opere di riqualificazione che hanno coinvolto grandi centri culturali del Paese.
Al Red Palace, centro di potere e magnificenza, l’artista e membro della famiglia reale Sultan bin Fahad ha installato una nuova mostra monumentale.
Sempre nella capitale Riyad, dove ha sede anche il Red Palace, risiedono ora atelier di grandi nome dall’arte e dell’architettura contemporanea come Ahmed Mater.
Sul Mar Rosso invece si trova la seconda città più grande dell’Arabia Saudita: Gedda.
Qui, e più precisamente nella parte antica della città, è stato finanziato – per i prossimi 10 anni – un ambizioso progetto di restauro del centro storico e dei suoi palazzi.
Non solo, la città è sede di importanti ma soprattutto innovative realtà artistiche quali la dinamica e internazionale ‘ATHR Gallery’, il distretto ‘Hayy: Creative Hub’ e molto altro ancora.

Grandi opere per grandi obiettivi.
Vediamo insieme ora cosa contiene questo grande complesso di vetro immerso nel rosso del deserto arabo-saudita.
Innanzitutto ‘Maraya’ significa ‘specchio’ in arabo.
Di specchi è rivestito tutto l’edificio che a sua volta riflette e restituisce una visuale sbalorditiva.
L’impressionante paesaggio quasi lunare di colore rosso di AlUla – costruito con sabbia e stelle – non ha paragoni a livello globale.
Ugualmente maestose sono le impressioni che ‘Maraya’ lascia agli spettatori.
Riporto una frase presente nella presentazione ufficiale dell’edificio che mi sembra molto esaustiva: Maraya è una meraviglia moderna in un luogo di antiche meraviglie.
La stessa AlUla ospita molte migliaia di anni di storia, un crocevia di civiltà dal 6 a.C.
In questa splendida location possono essere organizzati eventi.
Il ‘Maraya’ nasce infatti come sede di eventi musicali, conferenze globali e mostre innovative.
Mira a diventare un luogo di cultura, commercio e celebrazione.
Gli spazi interni sono ampi ma soprattutto vasti per questo motivo.
Il teatro interno è alto 26 metri e può ospitare 550 persone.
Ci si può affacciare su una gigantesca finestra a scomparsa di 800 metri quadrati: la vista si apre sulla natura, la location fonda così perfettamente ambiente e intrattenimento.
Anche il nostro tenore Andrea Bocelli ha tenuto un concerto all’interno di questi locali.

Il ‘Maraya’ è uno spettacolo nello spettacolo.
Il ‘Maraya’ ha tre sale da pranzo principali.
Tra loro vi è quella organizzabile sulla una terrazza sul tetto, all’aperto.
Inutile dire che la visione che si presenta davanti al visitatore è spiazzante: gli ospiti possono sedersi sotto una coltre di stelle o godere del paesaggio mozzafiato di AlUla dall’alto.
Ci sono siti e luoghi bellissimi da visitare anche a pochi minuti di macchina da ‘Maraya’.
Stiamo parlando di Hegra, patrimonio mondiale dell’UNESCO; di Jabal Ikmah, dove sono custodite opere di arte rupestre delle antiche civiltà arabe.
AlUla si trova in un punto strategico, perché rappresenta una porta d’accesso al Mar Rosso e può essere comodamente visitata da chi approda in Arabia Saudita tramite visite e crociere.
Non solo tramite mare: AlUla conta il suo aeroporto e ‘Maraya’ si trova a soli 40 minuti di auto da esso.

La credibilità e la maestria italiane rimangono imbattute.
Non vi abbiamo detto finora che “Maraya” è ad opera, ben che meno, degli architetti italiani Gioforma.
Non è solo orgoglio quello che dobbiamo provare.
Ancora una volta l’Italia si dimostra punto di riferimento internazionale, anche e soprattutto nel mondo dell’arte, del design e dell’architettura.
Siamo ormai abituati a esportare i nostri prodotti – di invidiabile qualità – all’estero.
È forse anche questo un esempio che l’Arabia Saudita vuole in qualche modo seguire.
Questo Paese ha intrapreso infatti un cammino per aprirsi al mondo, al turismo internazionale e far conoscere la sua Storia, l’economia, l’arte e la cultura.
Il rapporto con l’arte contemporanea è ancora complesso e necessiterà di tempo per arrivare ad un punto di svolta, ma le innovazioni già attutate culturalmente sono tante.
L’arte contemporanea è a tutti gli effetti un ‘lusso’ di cui può godere la ricca e dinamica élite intellettuale che viaggia, ama la moda e il design e vanta studi all’estero.

Il ‘Maraya’ è la punta dell’iceberg da cui siamo partiti: un edificio da record nonché opera contemporanea che porta lo spettatore alla scoperta del nuovo volto dell’Arabia Saudita.