Due nomi intrecciati insieme, quello di un artista viennese legato a una maison romana: Lukas Gschwandtner per Fendi.
Tra i numerosi progetti partner, l’ultima edizione di Design Miami/ ha infatti visto una grande conferma nel comeback della casa di moda di Lvmh.
Che ha svelato la sua nuova liaison creativa nella cornice della 18esima edizione della kermesse che ha radunato a Pride Park, a Miami Beach, Florida, 50 gallerie tra le più influenti al mondo.
A cui si sono aggiunti, disseminati tra gli stand di design da collezione, i Curio, spazi sperimentali come cabinet de curiosités.
Con in mente il tema “The golden age: looking to the future” proposto dalla prima curatrice italiana di Design Miami/, Maria Cristina Didero, Fendi si è quindi unito alla fiera.
E i riflettori hanno qui puntato sul primo lavoro di Lukas Gschwandtner per Fendi: la composizione Triclinium.
Considerata da Gschwandtner un’opportunità per «confrontarsi con nuovi confini ed esperienze», l’opera è formata da chaise longue e dall’integrazione dei Pillow Portraits dell’artista.
Come suggerisce il nome stesso, l’ispirazione rimanda al triclinio, il locale in cui veniva servito il pranzo nelle abitazioni signorili dell’antica Roma, così chiamato dai tre letti disposti sui tre lati della tavola.
La serie, composta dai Pillow Portraits come sculture di tela indossabili, «ricorda corpi femminili adagiati sulle sedute dell’epoca», ha puntualizzato la maison.
Che ha aggiunto: «L’intera opera d’arte è caratterizzata dall’interesse e dall’attaccamento di Gschwandtner alla Città Eterna, dove Fendi è stata fondata, alla sua arte e alla sua architettura».
L’indagine sui corpi femminili e la loro interazione con il mobilio, tra letti e chaise longue, informa la pratica artistica di Lukas Gschwandtner
Fendi ha spiegato come il lavoro di Lukas Gschwandtner si rapporta alla presenza del corpo umano e alla sua interazione con lo spazio, i mobili e gli oggetti sia attuali che storici.
«L’artista si interroga sul linguaggio del corpo e sull’influenza che il mobilio circostante ha sull’essere umano, e di come quest’ultimo possa esserne influenzato», hanno detto.
Non stupisce quindi che Gschwandtner sia da tempo interessato alle pose che i corpi femminili assumono quando adagiati sulle chaise longue.
«Ho sempre notato le raffigurazioni di donne sdraiate, scolpite nelle facciate e nei fregi degli edifici», ha spiegato il creativo austriaco.
«Per anni ha documentato queste figure incontrate nelle visite a musei e gallerie, attratto dalla varietà di posture, comportamenti e gesti e dai punti di contatto tra i loro arti e i cuscini».
Poi, la raccolta di immagini è diventata l’ispirazione per la serie Pillow Portraits, presentata alla galleria Maniera di Bruxelles nel 2021.
«Ho iniziato a tradurre direttamente quelle posture in sculture di tela indossabili», ha raccontato l’artista.
«Nel momento in cui la scultura viene indossata, essa indirizza immediatamente il corpo a impersonare il dipinto o l’opera d’arte corrispondente».
Proprio i Pillow Portraits di Gschwandtner sono diventati parte di una nuova installazione a Design Miami/, su invito dei direttori artistici di Fendi, Silvia Venturini Fendi e Kim Jones.
Il lavoro di Lukas Gschwandtner per Fendi è un viaggio nell’antica Roma alla scoperta delle radici della maison
Dopo aver ricevuto l’incarico da Fendi, Lukas Gschwandtner ha trascorso un periodo a Roma, dove ha sede (e radici) la fashion house.
E qui ha girovagato per Villa Medici, visitato i Musei Vaticani, la Cappella Sistina e la Galleria Borghese, fatto tappa negli atelier di Fendi.
Tornato a Vienna, Gschwandtner ha quindi tradotto i punti salienti del suo soggiorno romano in Pillow Portraits.
E ha scelto sculture come muse, quali Paolina Borghese come Venere vincitrice di Antonio Canova, esposta alla Galleria Borghese, e l’Arianna addormentata della collezione dei Musei Vaticani.
Ma tra i riferimenti di Gschwandtner, c’è anche la figura mitologica di Arianna come compare nelle opere di Giorgio De Chirico.
In particolare, il dipinto Solitudine che evoca l’Arianna addormentata mentre interagisce con le altre tematiche dechirichiane, come l’essere statua, il piedistallo e un’architettura come su uno sfondo di archi che ricordano Palazzo della Civiltà Italiana, la sede romana di Fendi.
Senza considerare che, attraverso la sua ricerca, Gschwandtner ha trovato un legame personale tra il rapporto che Fendi ha con la lavorazione della pelle e il suo background nell’artigianato della pelle a Vienna.
Perché proprio nella capitale austriaca, all’età di 14 anni, l’artista ha approfondito lo studio e la realizzazione degli accessori in pelle presso lo Schloss Hetzendorf.
Per i suoi nuovi Pillow Portraits, Gschwandtner ha inoltre posto grande attenzione all’uso del Calico.
Si tratta di un pesante tessuto di cotone grezzo in tinta unita, comunemente utilizzato nella moda per la realizzazione della tela, ovvero la prototipazione degli abiti.
La scelta di questo materiale ha permesso al talento austriaco di concentrarsi sulla forma pura dei suoi artwork.
«Il materiale elimina il contesto storico, di classe e di genere e rilassa l’occhio, in modo che ci si concentri solo sulla forma» ha commentato.
Nelle opere di Lukas Gschwandtner per Fendi, la tela è vista come «un indumento intimo e gli strati tessili aggiuntivi come “abiti”, il cui rapporto materiale gli permette di giocare con le proporzioni e il peso visivo», ha aggiunto il brand di Lvmh.
Dai Pillow Portraits al Triclinium: arte, moda e Città Eterna si incontrano nel corpo di opere firmate Lukas Gschwandtner per Fendi
In definitiva, nella loro natura di sculture su tela che estraggono forme semplificate dalle opere d’arte, i Pillow Portraits ricreano su chi li indossa la postura dell’artwork al quale si rifanno.
In questo caso, i Pillow Portraits citano quindi Paolina Bonaparte del Canova, la Venere di Urbino di Tiziano oppure l’Arianna dormiente.
Ma al tempo stesso, come anticipato, lasciano spazio alle interpretazioni personali e alla democratizzazione dell’arte, eliminando il contesto storico, di classe e di genere.
Non è tutto, in quanto il lavoro di Lukas Gschwandtner per Fendi si completa assemblando i nuovi Pillow Portraits su tre chaise longue in acciaio di sua progettazione.
Presentate nel formato di un triclinio, le chaises longues sono vestite di una seta grigio-blu che l’artista ha trovato negli atelier di Fendi.
E da cui è stato attratto per la sua lucentezza e la sua somiglianza con i tessuti da tappezzeria, in particolare del periodo barocco e rococò.
In Triclinium, infine, Gschwandtner ha creato «uno spazio di conversazione sia inconscio che fisico, in dialogo con l’opera, con se stesso e con gli altri».
«E riflette sul modo in cui i musei vengono vissuti e su come le apparenze siano influenzate dalla contemporaneità».
Una nuova Peekaboo in gesso a Design Miami/
Negli ultimi anni, in occasione di Design Miami/, Fendi ha chiesto a ogni collaboratore di presentare un’interpretazione dell’iconica borsa Peekaboo.
Un incarico da sogno per Lukas Gschwandtner, che prima di diventare artista, si era formato come designer di accessori.
Per la sua versione della Peekaboo, Gschwandtner ha riempito ogni scomparto della borsa con il gesso.
Ha poi tagliato il materiale originale per rivelare la struttura interna della bag impressa sul calco.
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