Quando leggo di un argomento che abbraccia fortemente arte e design, coniugandoli in propositi virtuosi, non vedo l’ora di scriverne. Oggi vi narro il “viaggio” del grande fotografo Luigi Ghirri a Parigi.
Dal 10 novembre al 21 dicembre, in mostra nella capitale francese all’interno del percorso “A Paris pendant Paris Photo” di Paris Photo 2021, vedremo in luce un bel capitolo sulla creatività italiana del secolo scorso.
L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi espone un nucleo di immagini inedite conservato per decenni negli archivi dell’azienda emiliana Marazzi.
Il progetto si chiama “Luigi Ghirri. Les années Marazzi 1975 – 1985” ed è una rassegna con la curatela di Ilaria Campioli.
Trovo molto significativo e importante che il nostro made in Italy, rappresentato da uno dei fotografi italiani più importanti e da un’azienda emiliana che vanta il brevetto della monocottura, sia esportato a Parigi in un’occasione così importante.
Luigi Ghirri è considerato uno dei più importanti fotografi del XX secolo. La sua indagine sulla realtà è accostabile alle poetiche daidaiste, all’arte pop e a quella concettuale americana.
Le immagini sono spesso organizzate in serie e propongono uno scatto fortemente ricercato, in cui convergono suggestioni reali e ambientazioni fittizie che decontestualizzano l’oggetto ritratto.
Marazzi ceramiche e il progetto Luigi Ghirri. Les années Marazzi 1975 – 1985
Come accennato, altro elemento del progetto che porta Luigi Ghirri a Parigi è un forte tassello del panorama del design italiano e della tradizione legata ai rivestimenti.
Luigi Ghirri viene raccontato tramite un nucleo di fotografie inedite realizzate tra gli anni settanta e ottanta per l’azienda di ceramiche Marazzi.
Si tratta di un sodalizio molto profondo, visto che dura per ben un decennio.
Quando Ghirri varca le soglie dell’azienda, nel 1975, è in una fase profonda di sperimentazione del suo linguaggio e allo stesso tempo Marazzi dà vita al Crogiòlo: una sorta di laboratorio di ricerca, in cui designer, artisti, fotografi e architetti sono liberi di sperimentare e proporre un nuovo modo di guardare arte e design.
Ghirri, in questo decennio proficuo, si avvale anche della collaborazione di John Batho, Cuchi White e Charles Traub.
Il risultato è un progetto di comunicazione dove la ceramica è sì una superficie, ma spazio mentale allo stesso tempo.
In dieci anni Ghirri realizza fotografie completamente avulse da stereotipi commerciali. Anzi, si possono definire vere indagini visive ed ognuna una ricerca artistica a sé.
“Nella produzione realizzata per Marazzi, Luigi Ghirri inserisce il materiale ceramico all’interno di una riflessione più ampia sulla rappresentazione. Le superfici entrano a far parte di quel sistema di misurazione e riduzione del mondo in scala così importante per l’autore in quegli anni.
Ilaria Campioli, curatrice della mostra e della sezione di fotografia di Palazzo dei Musei a Reggio Emilia
Nasce anche un sito web e un volume dedicato su Luigi Ghirri a Parigi
La produzione di Ghirri in questo decennio viene narrato a Parigi in occasione di Paris Photo 2021, ma non solo. Sarà anche raccontato in un volume non destinato alla vendita e in un sito web completamente dedicato a questo nucleo di immagini.
Una buona occasione per riflettere su come creatività e design possano brillare del valore reciproco, quando è la sperimentazione e la libertà concettuale a guidare la produzione.