Prosegue senza sosta il mese dedicato al meglio del prêt-à-porter femminile.
Archiviate le sfilate newyorchesi, i riflettori si sono accesi sulla moda d’oltremanica.
Questa edizione della London Fashion Week ha portato in scena oltre 60 collezioni per il prossimo autunno-inverno 2020/21, tra designer emergenti ed eccellenze made in UK, oltre a fare da cornice allo show di un ospite d’eccezione.
Dopo la tappa ad Harlem, è stata infatti la capitale inglese ad accogliere domenica sera l’evento TommyNow di Tommy Hilfiger.

Alla Tate Modern, lo stilista americano ha svelato la sua collezione per la prossima primavera-estate 2020 uomo e donna e il quarto drop della capsule TommyXLewis, realizzata con il campione di Formula 1 Lewis Hamilton.
Ha aperto Naomi Campbell, ma nel corso della sfilata si sono avvicendate top del calibro di Candice Swanepoel, Winnie Harlow e Alessandra Ambrosio.
Si sono aggiunti poi il modello australiano Jordan Barrett, Yasmin Le Bon e Lottie Moss, che hanno indossato jumpsuit fosforescenti, capi a strisce e stampe in stile nautico, immediatamente acquistabili in oltre 70 Paesi grazie alla formula see-now, buy-now.
Tra le new entry nel calendario di Londra il viennese Petar Petrov, che ha dato il via alla prima giornata seguito da Molly Goddard.
Oltre a maglioni coloratissimi dal sapore retrò ha presentato per la prima volta qualche proposta menswear fatta di completi dai motivi check e Brit-pop.
Per Kiko Kostadinov, le designer Laura e Deanna Fanning hanno lavorato sui capi essenziali del guardaroba femminile come l’abito sottoveste, il maglione con scollo a V, il cappotto di pelliccia, il little black dress e il color kaki nei capi sartoriali.
Richard Malone ha continuato a puntare su tailleur dai pantaloni svasati in versioni particolarmente raffinate come il completo color melanzana cinto in vita e rifinito con cuciture a contrasto.
Ha anche voluto stupire con audaci sperimentazioni come trench in pelle e abiti asimmetrici dalle ampie maniche e la vita sinuosa con maxigonne.
Jacquard, striature arcobaleno e un excursus nelle culture giovanili di tutti i decenni per il duo portoghese di Marques’Almeida, che ha portato in scena dettagli in piume di struzzo, denim strappato e lavato ad acido in uno spettro di colori al neon, abiti e top con volant asimmetrici.

Da David Koma, invece, è stato un tripudio di look irriverenti ispirati a riferimenti come il grattacielo Gherkin.
Rivive in miniabiti con perline, stampe dello skyline londinese su camicie e pantaloncini da ciclista, ma anche grandi gioielli con smeraldi e gonne pannier, omaggio a Lady D.

Tra i big nel calendario sfilate ha fatto ritorno dopo la parentesi milanese MM6 Maison Margiela, che ha presentato la collaborazione con The North Face, mentre Mulberry e Vivienne Westwood hanno optato per una presentazione.
Nella magnifica cornice della Banqueting Hall di Whitehall, invece, Victoria Beckham ha mandato in scena una sfilza di abiti total black, in un gioco di contrasti tra raffinatezza e ribellione, knitwear dagli oblò tattici e capispalla e camicette dai volumi a trapezio.

Coat dai maxi volumi e dai revers esagerati, silhouette ad A e fil-coupé sono protagonisti assoluti della collezione del creativo nordirlandese JW Anderson, mentre da Christopher Kane motivo chiave sono rombi satin nelle combinazioni del bianco, del nero e del moka su abiti squadrati dalle maniche appuntite, cappotti e fluidi slip dress con inserti di pizzo.

Ma lo show più atteso di tutta la London fashion week è stato ancora una volta Burberry.
Per la prossima stagione invernale, Riccardo Tisci ha portato in scena trench dai revers irregolari e lunghi cappotti, sinuose silhouette sparkling per la sera e polo striped di richiamo al mondo del rugby.

E ancora si sono avvicendati Erdem, Preen by Thornton Bregazzi, Aspinal of London, Roksanda, Simone Rocha, Roland Mouret, Chalayan e Halpern.


Continuano a ritagliarsi un ruolo di maggior rilievo anche nuovi talenti del panorama inglese come Rejina Pyo e Richard Quinn, che nel febbraio 2018 ha vantato nel suo front row la presenza della Regina Elisabetta II in persona.

A chiudere la kermesse – in puro stile British – è stato Daks, di ritorno a Londra dopo qualche stagione a Milano con il nuovo direttore creativo Luigi Veccia.
Se ti sei perso le precedenti sfilate 2020/2021 in giro per il mondo, ecco cosa fa per te: