La Tent House è un posto speciale.

Vi ricordate quando da bambini si osservavano le stelle affacciati dalla tenda da campeggio?
L’architettura realizzata dal progettista Chris Tate richiama alla mente proprio la sua classica forma triangolare.

E’ un inno alla semplicità e al ritorno alle origini, nato dalla volontà di creare un’architettura che riuscisse a sfidare le regole convenzionali di un classico rifugio e che fosse in grado, al tempo stesso, di mantenere un contatto unico con la natura.
Vi abbiamo già parlato di una sua bellissima realizzazione immersa completamente nel verde di una foresta pluviale, la Forest House.

La Tent House di Chris Tate

In questo caso ci troviamo nella verdeggiante isola di Waiheke in Nuova Zelanda e il progetto sperimentale di Tate, completato in due anni, ha visto il coinvolgimento di un team di professionisti esperti oltre che di studenti di architettura che hanno fatto la loro parte nel processo di progettazione.

La sua particolare struttura in acciaio ha comportato, ovviamente, uno studio architettonico e ingegneristico approfondito, sopratutto per il fatto che le pareti dovevano avere un’inclinazione differente dai canonici 90°.

La Tent House di Chris Tate

 

L’architetto ha provato, così, in fase di progettazione, 30 opzioni differenti.

“Si è trattato di scegliere la forma migliore e capire la giusta inclinazione. Abbiamo realizzato molte sezioni trasversali in modo da verificare che i diversi punti fossero sicuri nonostante la pendenza”

Chris Tate

La parte anteriore è stata pensata completamente trasparente con una grande vetrata a tutta altezza che lascia intravedere gli ambienti, permettendo la ventilazione naturale e il passaggio della luce.

La Tent House di Chris Tate

Una volta entrati si è colpiti dal complesso gioco di angoli e dall’inaspettata monocromia che, combinati tra loro, donano areosità ed eleganza.

Si, perchè gli interni della Tent House sono completamente bianchi e contrastano con le finiture scure esterne.

La Tent House di Chris Tate

Questo dettaglio delinea i contorni e ne evidenzia ancor più la forma.

“Mi sono sentito attratto da una tavolozza di colori completamente bianca”

dice Chris Tate

La superficie interna, di circa 70 mq, è stata immaginata come un open space e accoglie la zona living al piano terra e la zona notte nell’area soppalcata.

Anche gli arredi sono stati progettati su misura per ovviare alla presenza di spazi piccoli e angoli complicati.

La Tent House di Chris Tate

Ad unire i due livelli è una scala a chiocciola, scelta come alternativa a quella verticale, esteticamente poco adatta al tipo di struttura.

Inizialmente l’architetto Tate l’aveva prevista dipinta di nero, ma questo avrebbe tolto l’attenzione dallo schema cromatico bianco, generando un accento troppo vistoso.

“La scala è diventata una caratteristica distintiva della casa, un’opera d’arte a sè stante. Non ci sono oggetti alle pareti, maniglie o serrature. E’ spoglia ma confortante.”

Tent House e paesaggio

La Tent House si inserisce perfettamente nel paesaggio circostante, invadendo il meno possibile il verde esistente.

La Tent House di Chris Tate

 

Nella zona esterna è stato previsto un terrazzo in legno immerso nella natura e collegato ad una passerella attraverso la boscaglia che culmina in una meravigliosa piscina termale.

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La porzione è stata ripulita da erbacce e rinfoltita con centinaia di piante autoctone, invitando, così, gli uccelli nativi a ripopolare la zona.

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