Dopo la nostra chiacchierata con Adriano Cucca, abbiamo deciso di dedicare un articolo a “La Linea Adriatica”, uno speciale movimento di Design.

Speciale perché innanzitutto ci è stato raccontato passionalmente in prima persona da uno dei fondatori – Adriano per l’appunto – e perché rappresenta un piccolo grande esempio di volontà artistica.

Attraverso le parole di questo nostro interlocutore riassumiamo insieme oggi i punti più salienti del percorso.

Una foto scattata nel 1993 da Isabella Santacroce che vede, da sinistra a destra, Garattoni, Della Pasqua, Castelvetro, Cucca.
Una foto scattata nel 1993 da Isabella Santacroce che vede, da sinistra a destra, Garattoni, Della Pasqua, Castelvetro, Cucca.

L’ORIGINE DEL NOME “LA LINEA ADRIATICA”

Con “linea” s’intende quel tratto che viene utilizzato per costruire, per materializzare, i nostri pensieri.

Nel caso del Design, costruiamo attraverso il disegno.

Dalle riunioni, che prendevano luogo il martedì sera a Cattolica, presso lo studio dell’architetto Maurizio Castelvetro, tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90, emerge questa riflessione complessiva.

Si è sempre ragionato di una sorta di gusto riconoscibile “adriatico”.

Nella giungla di attività che avvengono lungo la Riviera romagnola è percepibile un tratto accumunante.

È una linea complessa da ritrovare, ma agli occhi dei fondatori de “La Linea Adriatica” è ben riconoscibile, individuabile, e quindi ‘raccontabile’.

Molte delle idee formulate come Movimento sono state condivise da tutti i membri fondatori, mentre altre sono state portate avanti dalle singole persone.

Sicuramente, piace a tutti l’idea de “La Linea Adriatica” come costante, come concetto cardine.

Per il logo de “La Linea Adriatica” si è pensato, graficamente, ad un pesce.
Per il logo de “La Linea Adriatica” si è pensato, graficamente, ad un pesce.

VEDIAMO CHI SONO I 4 FONDATORI.

Due componenti vengono dalla zona Sud della riviera: Adriano Cucca è di Riccione, mentre Maurizio Castelvetro è di Cattolica.

I restanti due sono entrambi della zona Nord, nonché di Rimini, e stiamo parlando di Giovanni Tommaso Garattoni e Davide Della Pasqua.

Ognuno ha convogliato ne “La Linea Adriatica” i propri progetti e la propria storia.

Garattoni e Castelvetro hanno alle spalle già diversi bellissimi progetti di fondazione di altre correnti di pensiero legate al Design; Davide della Pasqua si inserisce invece come personalità molto sofisticata.

Tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90 sono tutti egualmente trasportati da motivazioni differenti ma da un’unica esigenza: raccontare come in Riviera non ci sia solo gente che lavora come cameriere o barista.

Non esistono solo discoteche – nonostante il mondo della notte sia il settore attorno al quale gira la maggior parte del lavoro dei designer.

Attorno a questi luoghi si costruiscono sicuramente rivoluzionarie scenografie, mostre d’arte.

Lo stesso Adriano Cucca lavora per tanti anni all’aspetto estetico del Cocoricò o di altre discoteche – come il Peter Pan Club in zona – in giro per l’Italia.

Al di là dei percorsi singoli, in sintesi, emerge l’esigenza di raccontare che in Riviera c’era un motore creativo che aveva delle connotazioni precise.

Una foto del manifesto de “La Linea Adriatica” fornitaci da Adriano Cucca
Una foto del manifesto de “La Linea Adriatica” fornitaci da Adriano Cucca

LINEE CHE CONVERGONO IN UN PUNTO.

Ognuno di quattro componenti si trova ad avere delle esigenze; ognuno ha un motore, in parte differenti.

Cucca lavora con materiali ad altri sconosciuti, come la vetroresina e il carbonio.

Garattoni lavora invece con materiali antichi come le radiche, le pelli di pesce e simili.

Castelvetro fa capo a grafiche molto particolari, avendo una personalità creativa grafica molto spinta – capacità che gli ha permesso di sviluppare lo stesso manifesto grafico, il logo e la comunicazione de “La Linea Adriatica”.

Della Pasqua, invece, è ricercatore poetico e utilizza nei suoi pezzi anche materiali come l’alabastro e/o metalli preziosi.

Ecco allora che queste differenti strade confluiscono in un pensiero comune: riconoscere nella Riviera, in questa metropoli lineare (definita così da questi quattro autori) un carattere estetico.

“La Linea Adriatica” è stata sintesi di quattro personalità complesse.
“La Linea Adriatica” è stata sintesi di quattro personalità complesse.

POCHI MA FONDAMENTALI SONO STATI I MOMENTI SALIENTI DEL PERCORSO.

La costruzione lenta, paziente e piacevole de “La Linea Adriatica” è fatta di pochi ma intensi momenti salienti.

Momento cardine è la data di fondazione del movimento: sabato 16 ottobre 1993.

Inaugura in data un’esposizione di 12 oggetti presso la sala mostre della chiesetta sconsacrata del XVIII secolo S. Maria ad Nives a Rimini.

L’evento si conclude con l'”atto ufficiale di fondazione” nelle sale del Club Paradiso – scintillante all’epoca del patron Gianni Fabbri, l’allora proprietario era una persona assolutamente illuminata – dove avviene la declamazione dei punti programmatici del Movimento.

Altri momenti di rilievo sono le presentazioni a importanti luoghi ed istituzioni del Design, che contattano il Movimento da tutto il mondo – dall’Inghilterra agli Stati Uniti fino al Giappone.

La foto che abbiamo scelto come copertina è stata scattata nel 1993 presso S. Maria ad Nives per l'inaugurazione
La foto che abbiamo scelto come copertina è stata scattata nel 1993 presso S. Maria ad Nives per l’inaugurazione

“LA LINEA ADRIATICA” HA PRODOTTO 30 PEZZI DI DESIGN.

La necessità di costruire dei pezzi è a capo del voler mettere un punto concreto al pensiero sconfinato, che ha dato vita alla fondazione di questa corrente di design.

Ecco che una “marea” di parole si concretizza in un catalogo e in prototipi.

I 30 pezzi fermano il momento nel tempo.

Oggi “La Linea Adriatica” non esiste più come l’abbiamo raccontata oggi…

Ma Adriano Cucca, che ringraziamo per averci accompagnato in questo viaggio, si augura che quello che è stato fatto non si perda nel vuoto e che, prima o dopo, qualcuno possa riprendere le attività e ripartire da dove ci si è interrotti, per andare avanti sugli stessi ragionamenti.