Continua il nostro viaggio alla scoperta di nuove mostre in nuovi luoghi quindi oggi parliamo di Klaus Münch.

Ci troviamo a Palazzo Collicola, a Spoleto, per la mostra “Nel più ampio cerchio, in qualche luogo”.

La mostra dialoga con gli spazi dell’edificio storico e ci porta a “leggere aspetti meno visibili del nostro universo”.

“Nel più ampio cerchio, in qualche luogo” con le opere Klaus Münch è aperta fino a domenica 12 febbraio 2023.
“Nel più ampio cerchio, in qualche luogo” con le opere Klaus Münch è aperta fino a domenica 12 febbraio 2023.

Forme perturbanti ma anche straordinariamente e realistiche.

Le creazioni di Klaus Münch sono cariche di implicazioni.

Innanzitutto dialogano fortemente con la scienza, ne traggono spunto, soprattutto dalle scoperte che sono state fatte negli ultimi decenni.

Dallo scambio tra essere viventi alle scoperte del cosmo, abbiamo capito che l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo di condizionano fortemente l’un l’altro.

In questi anni siamo stati fortemente scossi da fattori come virus ma anche lo studio di onde gravitazionali e fusioni di buchi neri hanno saputo ridisegnare e scuotere la conoscenza umana.

Tutto questo è racchiuso nelle opere dell’artista tedesco Klaus Münch (Friburgo, 1955), di cui oggi vi mostriamo il lavoro e la lettura personale.

Le cinquanta opere esposte a Spoleto sono di natura differenti fra loro: abbiamo sculture in plexiglas così come disegni e opere in pvc.

L’arco di tempo percorso va dal 1987 al 2022, sono infatti presenti opere di recente produzione.

Le cupole sono le opere più riconoscibili di Klaus Münch
Le cupole sono le opere più riconoscibili di Klaus Münch

L’artista si muove tra Italia e Germania, traendone il meglio.

Klaus Münch si forma tra Carrara e Monaco.

Questi luoghi di studio e le loro peculiarità, singolarità e storie si intrecciano in ognuna delle opere di Münch.

Lo stesso titolo “Nel più ampio cerchio, in qualche luogo” – versi del poeta Reiner Maria Rilke – ci riconducono stilistcamente all’approccio che l’artista utilizza rispetto alle sue opere.

Il curatore Bruno Corà ci parla di “costellazioni articolate in gruppi di galassie”.

Nonostante tutti i parallelismi con il cosmo, non vi sono mai riferimenti diretti alla cosmologia.

Piuttosto, il nostro occhio ricostruisce nuovi mondi grazie alle superfici brillanti di Münch.

La realtà che conosciamo si scambia e ci inganna.

Infinitamente grande e infinitamente piccolo si intrecciano dall'alba dei tempi
Infinitamente grande e infinitamente piccolo si intrecciano dall’alba dei tempi

Klaus Münch inverte le prospettive.

E se vi dicessimo che quello che ricopre le calotte – serie avviata nel 2007 – sono immagini al microscopio?

Ebbene si, a comunicare con lo spazio sotto nuove e grandissime dimensioni, sono immagini di organismi bicellulari tra cui amebe, virus e batteri.

Le superfici traslucide sono come attraversate da tatuaggi e ci travolgono con un’imprevedibile danza di segni.

Venature dorate e argentate impreziosiscono i ‘gusci’ dai colori brillanti che oscillano tra il rosso, l’azzurro e il giallo.

Alla fine viene a crearsi un nuovo ecosistema, non solo all’interno delle opere ma anche nelle sale di Palazzo Collicola.

L’incontro e lo scambio che avvengono tra le creazioni di Klaus Münch e le sale dell’edificio storico sono l’ennesima conferma che nulla vive da solo e per sé stesso.

Siamo continuamente condizionati da ciò che circonda, anche quando non riusciamo a vederlo o non vogliamo farlo.

A volta basta cambiare solo il modo in cui si guardano le cose, ed è li che tutto cambia.

In una dialettica continua tra scienza e coscienza, si crea una nuova mappa invisibile.

La vita è fatta e governata da micro e macro cosmi
La vita è fatta e governata da micro e macro cosmi

Klaus Münch si esprime attraverso una vena di utopismo visionario e post romantico.

Tanti scrittori e registi di film di fantascienza hanno provato a portare in parole e in immagini quello che Münch porta invece nelle sue sculture.

Ancora una volta, come accade spesso – e come spesso scriviamo qui sul nostro blog – lo spettatore è invitato a percorrere il proprio viaggio.

L’itinerario, in questo caso, è diretto da forme di vita organica e cosmica, artificiale e spontanea, sintetica e batterica.

Questo percorso immaginifico è allo stesso tempo di grande forza e fragilità.

Protagonisti sono lo sguardo e la seduzione del vedere, contenuto poi ultimo e subliminale della mostra.

Le cupole di Klaus Münch hanno già animato altri grandi spazi dell’arte in Italia, basti pensare a quando sono state ospitate dalla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2016 o dal CAMUSAC, Museo d’Arte Contemporanea di Cassino, nel 2018.

Ecco quindi che si ripresenta l’occasione per ammirare e lasciarsi stupire dalle superfici traslucide di Münch.

Le superfici di Klaus Münch creano un dialogo sempre nuovo con gli spazi che le accolgono
Le superfici di Klaus Münch creano un dialogo sempre nuovo con gli spazi che le accolgono

Mai come prima dobbiamo chiederci da dove veniamo e dove andremo.

Viviamo tempi incerti, in cui il presente ci mette alla prova, negativamente o positivamente parlando.

Gli interrogativi che ci travolgono sono molti.

Dobbiamo in questo senso farci interrogare dall’arte, dobbiamo lasciarci mettere in discussione dalle opere che vengono prodotte e pensate dagli artisti.

Le cupole di Münch sono allora nuove dimensioni, nuovi spazi abitativi per l’origine di nuove vite.

Le nanostrutture cellulari rimandano a pianeti, a mondi più vasti, a costellazioni astratte.

E a volte ci dimentichiamo che la formazione della vita nel cosmo non è altro che una concezione spaziale in divenire, sempre più vicina alla teoria degli universi paralleli.

La mostra chiude il 12 febbraio 2023.