Wassily Kandinsky e le Avanguardie europee vi aspettano al Centro Culturale Candiani di Mestre.
La mostra “Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie.”, curata da Elisabetta Barisoni, coinvolge la Fondazione Musei Civici Veneziani e il MUVE – Museo del Vetro.
Quest’ultima realtà ha infatti messo a disposizione l’intero contenuto della ricchissima esposizione dalle proprie Collezioni.
Un fatto eccezionale che ci porta a parlare oggi di questa mostra, nonché di grandi interpreti del ‘900 internazionale.

Sono tanti ma soprattutto celebri i nomi degli artisti esposti.
Oltre a Kandinsky, possiamo ammirare infatti capolavori di Paul Klee, Lyonel Feininger, Enrico Prampolini, Jean Arp, Victor Brauner, Joan Mirò, Antoni Tàpies, Yves Tanguy, Luigi Veronesi, Ben Nicholson, Karel Appel, Roberto Matta, Giuseppe Santomaso, Mario Deluigi, Tancredi, Mark Tobey, Emilio Vedova, Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas.
E non sono questi gli unici che hanno varcato la soglia del Centro Culturale Candiani.
Anche il Sindaco di Venezia Luigi Brugnano ricorda che a Mestre le mostre sono, da cinque anni a questa parte, parte integrante della città.
Da qui sono passati Klimt, Tiziano, Canova, Rauschenberg, Koons fino a Warhol e la Pop Art.
La terraferma veneziana diventa così bacino culturale attivo e indipendente, offrendo grandi possibilità al visitatore che vuole ammirare le grandi opere del ‘900.

“Kandinsky e le Avanguardie” è una mostra che fa doppiamente da apripista.
Da un lato indica la Fondazione MUVE da il via ad una nuova fase del Centro Candiani.
Dall’altro si concretizza e trova testimonianza la nuova rete di collaborazioni che Fondazione Musei Civici di Venezia ha creato con l’ambito territoriale allargato.
Un racconto dell’affascinante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro contemporaneo come mai narrato prima.
Molte opere sono state acquistate dal Comune di Venezia in diverse edizioni della Biennale, altre sono state donate alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro dagli stessi artisti premiati.
Una lunga storia di stima e gratitudine lega i Musei alla città e alle sue Istituzioni culturali, ai collezionisti, ai mecenati e agli artisti.

Il percorso “Kandinsky e le Avanguardie” è costituito da più parti.
Dopo la prima parte dedicata alla “Nascita dell’astrazione” la mostra presenta “Le avanguardie tra astrazione” e “Surrealismo”.
Ecco quindi che il percorso si dirama ma soprattutto restituisce la complessità di questi movimenti artistici.
È facile come difficile accorpare le personalità artistiche dell’epoca.
Sulla linea tracciata da Klee e Kandinsky, durante gli anni Venti si inseriscono le sperimentazioni del Surrealismo di Joan Miró, Yves Tanguy, Victor Brauner e Antoni Tàpies, la scultura astratta di Jean Arp, le analogie cosmiche di Enrico Prampolini e le forme musicali di Luigi Veronesi.
La terza parte della mostra esplora invece la persistenza dell’”Astrazione nel secondo dopoguerra”.
Negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico.
Da Emilio Vedova a Mario Deluigi, da Giuseppe Santomaso a Tancredi, da Roberto Matta a Karel Appel fino a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano a metà tra informale, suggestione lirica e gestuale.

Conclude una speciale selezione di scultura.
La sezione “La scultura verso il minimalismo” completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli, a testimoniare la persistenza del dialogo tra astrazione e biomorfismo verso gli anni Cinquanta.
Infine la ripresa di un’astrazione radicale, quasi ascetica, si fa strada con le esperienze minimali di Richard Nonas e di Julia Mangold, che introducono il visitatore nel pensiero degli anni Settanta, alla ripresa di una nuova vita dell’arte e delle forme astratte.
In totale, per riassumere, sono quattro le sezioni:
- Nascita dell’Astrazione, con opere di Vasilij Kandinskij, Lyonel Feininger;
- Le Avanguardie astratte e surrealiste, con opere di Jean Arp, Alexander Calder, Max Ernst, Joan Miró, Enrico Prampolini, Antoni Tàpies, Luigi Veronesi;
- Astrazione nel Secondo Dopoguerra, opere di Karel Appel, Mario Deluigi, Ben Nicholson, Tancredi, Mark Tobey, Emilio Vedova;
- La scultura verso il minimalismo, con opere di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano Minguzzi, Richard Nonas.

Anche il titolo dell’esposizione racchiude un significato specifico.
La dicitura “Punto, linea e superficie” è tratto proprio da un celebre libro scritto da Wassily Kandinsky nel 1926.
Si tratta di uno dei testi capitali della moderna teoria dell’arte, scritto per l’appunto dallo stesso padre dell’astrattismo.