Ci spostiamo oggi fuori dall’Italia alla scoperta dell’opera di Jean-Michel Basquiat.
La mostra “Basquiat. Of Symbols and Signs” vi aspetta al Museo ALBERTINA di Vienna con opere simbolo di questo grande artista del ‘900.
Inaugurata lo scorso 9 settembre, l’esposizione raccoglie infatti circa 50 opere provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private.

“Of Symbols and Signs” decodifica l’opera di Basquiat.
La serie di opere si pone come importante testimonianza del linguaggio visivo di Jean-Michel Basquiat.
Il percorso è studiato per fornire nuove intuizioni sulla sostanza che si cela dietro le idee artistiche di questo artista.
Nasce a Brooklyn nel 1960 da una famiglia di origine haitiano-portoricana.
La sua pittura mostra chiari segni di rivolta contro le discriminazioni razziali e gli odiosi fenomeni di segregazione sociale, nonostante la sua famiglia non abbia sofferto di tali divisioni culturali.
Sentimenti che lo scuotono profondamente sono però la smania del successo personale, del riconoscimento, del guadagno immediato.
Amava sapersi districare nei circoli elitari dei “bianchi” come il Club 57, il Mudd Club.
Sono gli anni d’oro per la Factory di Warhol, luogo sacro dell’arte dove sono passati grandissimi nomi e dove Jean-Michel Basquiat accedeva come privilegiato.
L’esistenza di questo autore è ricchissima e fortuita, seppur breve, e lo spettatore riesce ad entrarvi a pieni passi grazie a “Of Symbols and Signs”.

L’opera riflette l’esistenza di Basquiat, una vita breve ma molto intensa.
Si spegne a soli ventisette anni.
Muore giovane, accecato droghe, abuso d’alcool, eccessi irrefrenabili da personaggio talentuoso e maledetto.
L’approccio di Jean-Michel Basquiat è incandescente.
Riesce a passare dal graffitismo da “ragazzaccio” di strada ai dipinti per gallerie e per un pubblico colto e alla moda.
La cinquantina di opere esposte racchiude anche autoritratti, che riassumono gli elementi raccontati poco sopra.
Il suo ‘Self-portrait’ del 1983 lo vede per esempio sintetizzato ad una maschera nera, una sagoma tribale dagli occhi scavati e dreadlock da afroamericano annodati in aria.
In ‘Untitled’ dell’anno precedente, invece, troviamo un uomo nero nel centro del dipinto con braccia alzate.
‘Untitled’ è come un forte segno di protesta o un eventuale invito a combattere.
In altri dipinti troviamo l’icona del “pugile”, più precisamente del pugile di etnia afroamericana.
Personalità come Jack Johnson, il primo campione mondiale nero dei pesi massimi, o Muhammad Ali, il più grande di tutti, si trasformano in eroi contemporanei e globali nell’opera di Basquiat.
L’artista inserisce spesso il simbolo della corona, un motivo centrale e altamente simbolico della sua opera.

La curatrice Antonia Hoerschlmann sottolinea la capacità di Basquiat di oltrepassare il tempo.
Ciò che ha sedotto la curatrice Antonia Hoerschlmann è la capacità dell’autore di cogliere i fenomeni in modo rapido e intenso.
Nonostante o forse meglio dire grazie alla sua giovane della sua età, Basquiat è spugna e si fa influenzare da tutto e tutti.
La molteplicità delle fonti d’ispirazione è impressionante.
Fa uso indifferenziato dei singoli elementi, sostituisce l’immagine con la scrittura, le singole lettere alfabetiche diventano il soggetto del quadro.
Questo fino alla fine degli anni ’70.
Una volta entrato negli Anni Ottanta la rete di significanti, come quella dei contenuti, si infittisce.
Basquiat incarna quel Postmoderno che trasforma storia e contemporaneità in arte.
Musica, letteratura, storia dell’arte e della cultura, argomenti di attualità socio-politica: tutti i rami del sapere convergono nella sua tessitura.
Non è un caso che sia stato scelto il titolo di “Of Symbols and Signs” per la mostra all’ALBERTINA di Vienna.
“Simboli e segni” sono gli strumenti forniti al pubblico come coordinate per comprenderne meglio il talento di questo grande personaggio del ‘900.

La mostra è visitabile fino all’8 gennaio 2023.
Nonostante le composizioni traggano ispirazione dai cartoni animati, dai disegni per bambini e dalla pubblicità, Basquiat riesce a trattare di grandi temi politici, criticando razzismo, ingiustizia sociale, capitalismo.
Gerarchie e convenzioni si mescolano ai miti afroamericani o aztechi con temi classici e con eroi contemporanei, come atleti e musicisti.
Attingendo dalle sue origini haitiane e portoricane, Basquiat riesce a farsi largo in una metropoli come New York, piena di “aspiranti” al successo artistico.
Ancora una volta, l’ambizione e la ricerca del grande successo pongono Basquiat rapidamente a contatto con protagonisti influenti.
Nei luoghi di culto della scena underground, anche musicale, fa conoscenza di persone importanti e galleristi.
Jean-Michel Basquiat è un vero e proprio fenomeno artistico brillantemente eccezionale.
A 17 anni scappa da casa, vive per un periodo per strada ma la sua ascesa è rapidissima.
I suoi dipinti sono presto estremamente richiesti, il suo rapido avanzamento lo porta ad interagisce con artisti altamente significativi della sua epoca, tra cui David Bowie e Madonna.
La mostra “Of Symbols and Signs” raccoglie le tappe principali di questo eccentrico outsider e superstar sfruttata.
L’opera di Basquiat è più attuale che mai e rimane pionieristica e visionaria come lo era allora.