Torniamo nella capitale per la mostra “IPOTESI METAVERSO” a Palazzo Cipolla.
Ci lasciamo guidare dai curatori Gabriele Simongini e Serena Tabacchi alla scoperta di coloro che, attraverso l’arte, hanno creato nuovi mondi.

“IPOTESI METAVERSO” racconta una storia che va dal Barocco fino ad oggi.
Stiamo a tutti gli effetti parlando di un percorso multimediale e multisensoriale tra pittura, scultura, incisione, arte digitale, poesia, musica, fino all’intelligenza artificiale.
Si contano nomi di spicco internazionale: da Maurits Cornelis Escher a Refik Anadol, da Giorgio de Chirico e Fortunato Depero a Pak, da Giacomo Balla e Umberto Boccioni a Krista Kim, da Giovanni Battista Piranesi a Primavera De Filippi.
Troviamo opere storiche di Carlo Maratti, Andrea Pozzo, De Pistoris, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos.
Questi grandi artisti del passato incontrano i contemporanei pionieri dell’arte digitale nel territorio dell’immaginazione.

Possiamo confrontarci con opere site-specific di alcuni tra gli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale: Robert Alice, Alex Braga, Joshua Chaplin, Sofia Crespo e/and Feileacan McCormick, Damjanski, fuse*, Fabio Giampietrocon/with Paolo Di Giacomo, Mario Klingemann, Joe Pease, Federico Solmi, Sasha Stiles, Pinar Yoldas.
Tra i soggetti vi sono altalene immersive, filosofia digitale zen, tecnonatura, sculture blockchain, realtà virtuale, letteratura generativa e intelligenza artificiale.
Con questo particolarissimo assetto “IPOTESI METAVERSO” si rivela una tra le prime mostre internazionali a porsi domande e ipotesi sul concetto tecnologico/esistenziale di Metaverso.

Ogni spazio di Palazzo Cipolla diventa un mondo a sé.
Per ognuno di essi sono definiti regole e spazi sempre diversi.
A proposito di altalene immersive, è installata una vera e propria altalena che restituisce al visitatore la sensazione di tuffarsi in un mondo parallelo.
Immagini digitali prendono improvvisamente corpo nella realtà fisica, un’opera immersiva visualizza la “filosofia digitale zen“, una performance sonora crea un’esperienza di moltiplicazione sensoriale.
Ci si può immergere in poesie generative, si incontrano sculture costruite su tecnologia blockchain.
Opere interattive uniscono scienze biologiche e tecnologie digitali con la creazione di una “seconda natura”.

La mostra è frutto dell’intuizione e della visione del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, ed è realizzata da Poema SpA.
Il Prof. Emanuele – che ha dato vita nel 1999 allo spazio espositivo di Palazzo Cipolla a Roma – continua con “IPOTESI METAVERSO” a dare forma ad un percorso iniziato 24 anni fa molto ricco.
Le ben 59 mostre che lo spazio ha ospitato fino ad oggi hanno sempre spaziato dall’arte antica all’arte contemporanea, sia nazionale che internazionale.

“IPOTESI METAVERSO” coniuga tradizione e il nuovo che avanza.
La coesistenza tra passato, presente e futuro è più che mai tangibile: anche l’arte si è uniformata o si è dovuta uniformare a questo concetto.
Attraverso il dialogo tra 32 artisti storici e contemporanei, provenienti da tutto il mondo, i punti di riferimento imprescindibili si uniscono al mondo digitale.
Il tutto è reso possibile mediante l’apporto delle nuove tecnologie, che costituiscono una rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento.
Sempre facendo nostre le parole del Prof. Emanuele, non possiamo che ricordarci che la tecnologia digitale interviene in modo incisivo nel nostro vivere quotidiano.
“Portando il futuro nel presente, sta cambiando il modo di vedere la realtà”.

In che rapporto sono Metaverso e vita reale?
Ancora non sappiamo ben definire il legame che unisce questo ipotetica nuova dimensione ipertecnologica al ‘reale’.
Sappiamo per certo che la prima può aggiungersi alla seconda, pur senza sostituirla.
E l’uomo vuole sentirsi parte di questo.
I due curatori ci spiegano attentamente come hanno pensato il percorso.
Anche all’interno di “IPOTESI METAVERSO” il visitatore è chiamato in causa come “attore” della mostra.
In questo “laboratorio per il futuro” si ricerca un rapporto equilibrato, anche se talvolta spiazzante, fra “fisico” e “digitale”.
Volontà ultima è offrire un’esperienza che si suppone essere, per certi aspetti, simile a quella degli anni a venire.
Ancora una volta gli opposti si attraggono, respingono, incontrano, uniscono: c’è coesistenza di contemplazione ed immersione, percezione quasi simultanea del materiale e dell’immateriale, fra stabilità e fluttuazione.
Come abbiamo detto in partenza, queste nuove opere alla fine sanno comunicare perfettamente con quadri e sculture di artisti che hanno creato – nel passato – “mondi” alternativi.

La mostra è aperta fino a domenica 23 luglio 2023.
Con “IPOTESI METAVERSO” il visitatore si immerge in una dimensione phygital, unione di fisico e digitale.
L’ultima frontiera appartiene al mondo dei social media e degli spazi virtuali in VR (realtà virtuale), in AR (realtà aumentata) e costruiti su tecnologia blockchain, sistema di archiviazione dati non centralizzato e crittografato.
Ognuno di noi può incarnarsi nel proprio gemello digitale (avatar) o trasformarsi in quello che abbiamo sempre desiderato.
Il Metaverso non è regolato dalla fisica terrestre.
Natura e tecnologia possono trovare una nuova sinergia, ibrida e armonica, verso un umanesimo digitale.
In sintesi, esperienze multisensoriali e multimediali create dal genio di artisti contemporanei sono messe in dialogo con opere “materiali” di artisti storici o tuttora operanti che hanno creato altri mondi, dal Barocco ad oggi, con spazi mentali ed illimitati.
Una ‘doppia’ occasione per conoscere e riscoprire opere d’arte uniche.
