Oggi ‘ospitiamo’ qui su FillYourHomeWithLove l’artista Adriano Cucca e vediamo insieme come Arte e Design si incontrano e mescolano all’interno della sua pratica.

Innanzitutto…

In foto il progetto presentato dall’artista ad un concorso per uno sgabello da arredo urbano in pietra.
In foto il progetto presentato dall’artista ad un concorso per uno sgabello da arredo urbano in pietra.

Abbiamo chiesto ad Adriano Cucca di raccontaci un po’ di sé.

Si introduce con questa affermazione: “sono sempre fuggito dal Design”.

A 18 anni si diploma al liceo artistico sezione arredamento e architettura.

Il suo percorso di studi continua poi all’indirizzo ‘arte’ del DAMS di Bologna.

Inizia già qui la sua fuga: fin dai primi anni di formazione il Design lo “perseguita”.

Mentre è ancora studente gli viene già chiesto di preparare disegni e dare forma a lavori inerenti al Design.

Questa disciplina sembra ostacolare il raggiungimento di ciò che ha in mente; si ritrova ad essere designer suo malgrado.

Questa sua lotta si rivela però di alto potenziale perché nel suo lavoro si incontrano due aspetti fondamentali: l’arte e l’esigenza viscerale di alimentare il suo cuore con il bello.

“In cerca di non so cosa”, Adriano Cucca si lascia guidare – nel suo ideale percorso – da grandi artisti della storia.

Per lui è naturale e necessario riferirsi a Vermeer, Kunst, Turner e Keith Haring.

Nonostante la lontananza temporale, queste personalità sono coinvolte nel lavoro di Adriano.

Queste influenze e il suo amore innato per la bellezza le ritrova nella sua vita quotidiana e in quella che sarà la vita quotidiana degli altri.

Negli anni cambia tante case.

Le sistema, le ri-arreda e infine le medesime vengono rivendute così che nuove persone possano abitarne gli spazi.

Ecco allora che il Design diventa risposta ad una esigenza innata, che fa capo e si tramuta in tutte le cose che abbiamo detto poco sopra.

Tramite i concorsi Adriano Cucca cerca un confronto con il mondo, come nel caso di questo render di una libreria.
Tramite i concorsi Adriano Cucca cerca un confronto con il mondo, come nel caso di questo render di una libreria.

Le opere che hanno influenzato di più il suo percorso?

Ci menziona la poltrona “UP”, pensata dallo scultore, designer e architetto di origini napoletane Gaetano Pesce.

Sempre dello stesso autore ci ricorda la poltrona “La mamma”, che prende le sembianze di una donna accovacciata con una palla legata alla caviglia.

Un altro punto cardine del suo modo di pensare un progetto è Aldo Rossi, architetto e teorico dell’architettura italiano, figura fondamentale del ‘900.

Adriano Cucca – che già usa l’arte come medium, anche involontariamente – capisce proprio grazie ad Aldo Rossi che l’universo del progetto è arte.

L’oggetto di design deve comunicare con il mondo e la sua progettualità è arte.
L’oggetto di design deve comunicare con il mondo e la sua progettualità è arte.

L’opera a cui Adriano Cucca è più affezionato è “Il cardellino” di Carel Fabritius.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla risposta che Adriano Cucca, quando gli ho chiesto l’opera a cui fosse più affezionato.

Innanzitutto perché la stessa storia di Fabritius, ispiratore di Jan Vermeer, è di per sé molto appassionante: basti ricordare che l’artista morì dipingendo nell’enorme esplosione della polveriera di Delft (una storia che vi consigliamo di approfondire).

E poi perché Adriano innesca una riflessione molto profonda sulla figura del volatile.

“Se vuoi dipingere un cardellino, lo dipingi libero”.

È proprio qui che entra in gioco il senso drammatico dell’arte.

Fabritius rappresenta nel suo dipinto ciò che noi non vogliamo ammettere e cioè che è la mente dell’uomo a preferirlo [il cardellino] legato.

La commozione che suscita questa opera porta con sé anche quel “drammatico senso di bellezza imprigionata nella nostra pochezza”.

In foto il tavolo “TUNNEL” con il quale Adriano Cucca è arrivato finalista al concorso Rossana Orlandi, del quale l’artista condivide il concetto cardine di reuso – replastic.
In foto il tavolo “TUNNEL” con il quale Adriano Cucca è arrivato finalista al concorso Rossana Orlandi, del quale l’artista condivide il concetto cardine di reuso – replastic.

Come dialogano Arte e Design?

Quando si conversa su Arte e Design si finisce sempre a parlare di uso e Adriano Cucca ci ricorda come “l’arte” abbia “gli stessi usi del design”.

Per questo produce a prescindere dal fatto che qualcuno gli abbia chiesto il lavoro.

“L’arte ha come fine il riempire il cuore di meraviglia e stimolare la mente”.

“Non può essere lo strumento di espressione” – come in questo caso il Design – “a determinare lo spessore creativo”; per questo è così estremamente difficoltoso scindere Arte e Design.

Lo testimoniano i grandi designer artisti, di cui Adriano ci porta alcuni esempi.

Ricorda Alvar Aalto, Enzo Mari (che affermò che “i designer producono oggetti di cui la società non ha bisogno”), Gio Ponti, Joe Colombo, Carlo Mollino, Ettore Sottsass, Piero Fornasetti.

Adriano afferma che “il dialogo tra le due cose [Arte e Design] avviene nel momento in cui decidi di lavorare con il cuore” perché “progettare significa portare la meraviglia nelle cose che fai”.

Il Design è una specie di outing: raccontando il tuo mondo aiuti un po’ gli altri; racconta di te senza filtri, senza pensare solo al profitto.

Molto caro a Adriano Cucca è il locale Pummà.
Molto caro a Adriano Cucca è il locale Pummà.

L’opera di Adriano Cucca si divide tra privato e pubblico.

La maggior parte dei suoi lavori sono piccoli cose – locali pubblici o case private – perché è solo tramite concorsi (ai quali partecipa dagli anni ’80) che risponde al la necessità di comunicare e confrontarsi col mondo.

Non possiamo trovare suoi ‘oggetti singoli’ perché non esistono più o sono stati realizzati per committenza.

Quasi tutto ciò che Adriano Cucca ha creato però si trova ancora sul territorio italiano.

Negli anni si è spostato principalmente tra Milano, Reggio Emilia, Parma e Bologna.

Riportiamo in ultimo qualche esempio.

A Bologna e Modena ha dato vita al progetto Mozzabella”, per il quale ha ideato quattro locali.

Per progettoPummà” ha realizzato 5 locali dei quali rimane oggi solo quello di Milano Marittima mentre gli altri (come quello di Milano nella foto sopra) non esistono più.

Infine ha lavorato al progetto del ristorante “Farina” di Pesaro, che si è guadagnato la Certificazione del Gambero Rosso Pizze d’eccellenza.

Nell’ultimo periodo, l’artista ha partecipato a quattro concorsi internazionali.
Nell’ultimo periodo, l’artista ha partecipato a quattro concorsi internazionali.