Tecnologia, archivio e community: il nuovo store concept di Stone Island continua i festeggiamenti per i 40 anni del brand dal logo iconico come uno stemma.
Il marchio, passato nel dicembre 2020 sotto l’egida di Moncler, è infatti conosciuto per la sua Rosa dei venti, applicata sui capi a mo’ di un grado militare sulle giacche dei comandanti.

E per celebrare il traguardo della cifra tonda, ecco una nuova identità retail, che ha appena debuttato a Chicago in uno spazio di 180 metri quadrati.
Pronto ad arrivare presto a Seoul, Monaco e Stoccolma, il progetto che ha rivoluzionato l’anima dei negozi Stone Island è firmato dal prestigioso studio internazionale Oma/Amo.
Lo studio Oma/Amo rivoluziona il design dei negozi del brand del gruppo Moncler, per parlare alle community
«Stone Island e Oma/Amo condividono i valori di innovazione, funzionalità e passione», ha detto Carlo Rivetti, direttore creativo e presidente di Stone Island.
«Questa importante collaborazione rappresenta un nuovo approccio visivo per i nostri store, per parlare alle nostre community».

Con sedi a Rotterdam, New York, Hong Kong, Doha e Australia, Oma è uno studio internazionale che opera all’interno dei tradizionali confini dell’architettura e dell’urbanistica.
Mentre Amo è uno studio di ricerca e design che applica il pensiero architettonico a domini che superano quello attuale, come mostre e scenografie.
Con un palmarès di collaborazioni con maison da Prada a Off-white, dove i il design del negozio fa sempre parte di un coinvolgimento più ampio, Amo ha quindi aggiunto Stone Island alla lunga lista di partner.

«Ricerca e innovazione sono al centro di Stone Island», ha aggiunto Samir Bantal, direttore di Amo, che con Natalie Konopelski, Giulio Margheri e Mateusz Kiercz ha firmato il progetto per il brand del gruppo Moncler.
«Lo spazio, la materialità e il programma dei negozi sono alla base dell’etica del brand e rafforzano il senso di appartenenza della sua community di persone affini».
Il nuovo store concept di Stone Island all’insegna della sperimentazione materica con un touch tecnologico
Facendo rivivere il linguaggio disruptive del brand già nella palette degli spazi, simile a quella della pietra a cui il brand deve il nome, ma formata da materiali comuni sottoposti a trattamenti speciali, senza l’utilizzo di cemento o pietra vera e propria.

La carta sminuzzata e le resine sono compresse ad alta pressione per assumere la forma e la funzione di pannelli di cemento resistenti.
Il sughero, elemento centrale dei negozi Stone Island, è invece bruciato, sabbiato e rivestito, diventando scuro e strutturato, pur mantenendo le sue caratteristiche fonoassorbenti e di controllo dell’umidità.
Senza dimenticare i pannelli in acciaio ondulato, sabbiati, che acquisiscono una superficie morbida.

Infine, un chandelier digitale, sospeso al soffitto, trasmette video e immagini per veicolare la cultura di Stone Island in modo del tutto inaspettato.
Da spazi di vendita a laboratori di sperimentazione con eventi oltre gli orari d’apertura: tutte le novità della nuova identità retail
Una rivoluzione che guarda ai trascorsi 40 anni, puntellati da successi, e si proietta nel domani, sempre con l’idea che la community abbia un posto d’elezione nella storia dell’etichetta.
È così che il nuovo store concept di Stone Island trasforma i negozi del marchio in hub di incontro e confronto per le like-minded people.

Non li si chiami dunque soli spazi destinati alla vendita, perché il progetto di Oma/Amo eleva i luoghi retail in realtà pensate per condividere esperienze, interagire con i fan, promuovere lo scambio culturale e la scoperta.
Lo studio ha infatti ricreato situazioni fisiche per esplorare quell’attitudine alla ricerca e alla sperimentazione propria di Stone Island, tanto in tema design quanto legata alla manipolazione del prodotto.
Se spazi simili ad altari mettono in luce la devozione della label per la tecnologia e lo sviluppo, alcune nicchie ospitano capi d’archivio e prototipi.

In un dialogo tra le icone del passato e la tensione verso il futuro di Stone Island, ecco pezzi da collezioni storiche e alcuni numeri zero nella catena di produzione industriale.
Cioè i primi esemplari di manufatti diventati best-seller, messi su un piedistallo per mostrare i risultati di anni di sperimentazione nel laboratorio Stone Island nella sede di Ravarino, in provincia di Modena.
Ma non è tutto, dal momento che, dopo l’orario di apertura, i negozi possono ospitare workshop, talk, presentazioni ed eventi.
E diventare una base per i clienti che aggiunge un nuovo livello di experience, andando oltre alla (sola) esperienza d’acquisto e integrando la presenza online del brand.