Questa settimana ricordiamo il grande Aldo Rossi, celebre architetto, designer, teorico e critico italiano.
Lo facciamo ricordandovi che, fino al 2 ottobre di quest’anno, è possibile visitare un’imperdibile mostra a lui dedicata nella splendida cornice del Museo del Novecento a Milano.
Ci immergiamo tra le opere di uno dei più grandi geni del design italiano e del mondo.

Sono oltre 350 gli arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni e studi esposti.
Progettati e realizzati da Aldo Rossi, questi pezzi sono riconducibili agli anni che vanno dal 1960 al 1997.
Nato nel ’31 e venuto a mancare proprio nel 1997, Aldo Rossi è stato il primo italiano a vincere il Premio Pritzker – onorificenza che premia l’architetto che sa combinare talento, visione e impegno.
La sua produzione è pura riflessione sul rapporto tra la scala architettonica e urbana e quella monumentale e oggettuale.
Per tradurre il suo pensiero in forma, Aldo Rossi sperimenta e gioca con forme e cromie, fornendosi di materiali che vanno dai metalli al legno, del marmo e della pietra, della ceramica e della porcellana, dei tessuti artigianali e industriali e dei materiali plastici.
In quasi vent’anni di lavoro elabora più di 70 arredi e oggetti.
L’evoluzione è continua e inarrestabile.
Sono anni di fermento, di cambiamento.
Grandi marchi si affidano ai designer per produrre i loro arredi o prodotti d’uso.
Aldo Rossi collabora con marchi come Alessi o Artemide, per i quali realizza opere che oscillano tra produzione industriale e di alto artigianato.
Industrie ed artigiani cominciano a scontrarsi, ma ancora abbiamo grandi nomi che riescono a coniugare le esigenze di tutti.

Il Museo del Novecento racconta Aldo Rossi attraverso 9 sale.
Il progetto di allestimento è firmato da Morris Adjmi – MA Architects, collaboratore e poi associato di Rossi a New York.
Si tratta di un vero e proprio viaggio che spazia tra pubblico e privato del designer.
Troviamo progetti, prototipi, prodotti artigianali e industriali; c’è la ricostruzione di un ambiente domestico.
L’insieme delle opere proviene da tantissime istituzioni d’arte del mondo, collezioni museali italiane e internazionali che si sono unite per ridare volto all’opera di questo grande maestro.
Aldo Rossi conta opere di sua produzione in tutto il mondo, contribuisce fin da subito all’attività progettuale di diverse strutture.
Si divide tra edilizia privata e pubblica, qualità lodevole che gli permette di lavorare da ricostruzioni come quella del Teatro “La Fenice” di Venezia, fino alla costruzione di istituzioni come il Bonnefanten Museum di Maastricht.
Lavora alla ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova come alla realizzazione dell’Hotel “Il Palazzo” di Fukuoka.
Gira il mondo come studioso e insegnante, anche oltre oceano.
Si forma al Politecnico di Milano e dagli anni ’70 comincia a collaborare anche con diverse università americane, come l’Institute for Architecture and Urban Studies ad Harvard.

“Aldo Rossi. Design 1960-1997” è corredata da un ricco programma di eventi.
La mostra è accompagnata da talk, proiezioni di film e documentari per approfondire la figura dell’architetto designer.
Attraverso un attento dialogo interdisciplinare tra le arti, caratteristico della contemporaneità, il Museo del Novecento propone tante occasioni di approfondimento.
Il prossimo appuntamento è martedì 13 settembre 2022, alle ore 18:00, con un bellissimo talk dal titolo “Gli oggetti dell’architetto”, in Piazza Duomo a Milano.
Il 20 settembre, invece, verrà proiettato al Cinema Arlecchino il documentario Aldo Rossi Design (2022), che conta la regia di Francesca Molteni e Mattia Colombo.
Il 1 ottobre è in programma un ultimo talk, presso la sede del Museo del Novecento, diretto da Claudia Tinazzi – ricercatrice al Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito – e Alberto Ferlenga – architetto e docente.
Tinazzi esaminerà il profondo legame tra Aldo Rossi e la sua Milano, analizzando architetture da lui costruite, non realizzate, disegni e scritti.
Ferlenga tratterà infine il tema della “indifferenza alla scala” tipico dell’approccio progettuale di Aldo Rossi, si tratti della città e del paesaggio o degli interni domestici.

L’opera di Aldo Rossi ha unito realtà, progetto e immaginazione.
Il tutto viene restituito anche attraverso un strumento cartaceo da collezione: stiamo parlando del catalogo ragionato “Aldo Rossi. Design 1960-1997”.
Edito da Silvana Editoriale e a cura di Chiara Spangaro, il volume è arricchito da un saggio critico di Domitilla Dardi. Si tratta della prima pubblicazione che raccoglie tutti i progetti di Rossi designer: i prototipi, gli oggetti realizzati, gli inediti e i fuori-catalogo disegnati dall’architetto-designer milanese.
Lo stesso Aldo Rossi ha svolto l’attività di storico e teorico dell’architettura, collaborando con riviste come “Casabella Continuità”, “Società” e “Il Contemporaneo”.
Ha pubblicato L’architettura della città (1966) e Autobiografia scientifica (1984); ha prodotto il film Ornamento e delitto, proposto alla Triennale di Milano (1973) e alla Biennale di Venezia del 1983.

La mostra è visitabile fino a domenica 2 ottobre 2022.
Un viaggio unico da intraprendere all’interno del Museo del Novecento, alla scoperta di un’altra grande figura della cultura visiva del XX secolo.