A distanza di tre anni, torna la Biennale d’Arte di Venezia con il titolo “Il latte dei sogni”.
La 59° Esposizione Internazionale d’Arte è uno degli eventi mondiali più attesi, nel campo dell’arte ma non solo.
Quella de “Il latte dei sogni” è un’edizione straordinaria.
Rimandata di un anno a causa della pandemia di Covid-19, la mostra si svolge quest’anno dal 23 aprile al 27 novembre.
Il rinvio del 2021 rimane un fatto storico: dal 1895 – anno della sua prima edizione – l’evento è stato posticipato soltanto durante la Prima e la Seconda guerra mondiale.

Abbiamo la prima curatrice donna italiana, Cecilia Alemani.
Cecilia Alemani è responsabile e capo curatore di High Line Art, programma di arte pubblica della High Line, il parco urbano sopraelevato di New York.
Ha già lavorato per la Biennale d’Arte di Venezia, curando nel 2017 il Padiglione Italia.
Un’organizzazione straordinaria in tempi straordinari.
Per la prima volta la Direttrice Artistica non ha potuto vedere dal vivo molte delle opere in mostra né ha incontrato di persona la gran parte delle artiste e degli artisti inclusi.
Questo fatto non era accaduto nemmeno ai tempi del dopoguerra.
Anche nel caso di queste manifestazioni internazionali non sono state fatte eccezioni: è mancata “la libertà di incontrarsi con persone da tutto il mondo, la possibilità di viaggiare, la gioia di stare insieme, la pratica della differenza, della traduzione, dell’incomprensione e quella della comunione” (dal testo d’apertura di Cecilia Alemani).
È la prima Biennale d’arte di Venezia per ben cinque Paesi.
Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda: sono questi i paesi che parteciperanno per la prima volta alla Biennale d’arte di Venezia.
Le Repubbliche del Kazakhstan, Kyrgyzstan e Uzbekistan partecipano invece per la prima volta con un proprio Padiglione.

Gli spazi sono, come sempre, diversi ma comunicanti fra loro.
L’esposizione si articola negli spazi del Padiglione Centrale ai Giardini e in quelli delle Corderie, delle Artiglierie e negli spazi esterni delle Gaggiandre e del Giardino delle Vergini nel complesso dell’Arsenale.
Il Padiglione Italia trova luogo alle Tese delle Vergini, in Arsenale.
Il nostro padiglione, curato da Eugenio Viola, è sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane.

Ma a cosa fa riferimento il titolo “Il latte dei sogni”?
La mostra prende il nome da un libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011), scrittrice e pittrice britannica.
L’artista surrealista descrive in questo testo un mondo magico nel quale “la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé”. Così Cecilia Alemani spiega la scelta del volume di partenza.
La scelta delle opere in esposizione nasce anche dalle conversazioni avvenute con artiste ed artisti in questi ultimi mesi.
Parola chiave? Trasformazione.
Un universo dalle infinite possibilità ma anche domande.
Le questioni nate dall’arte e nell’arte sono frutto delle sollecitazioni di un secolo che impone una forte pressione sul concetto d’identità.
Le possibilità di mutamento sono alla portata di tutti: questo ha generato libertà ma anche di mancanza di controllo.
Non possono mancare riferimenti nelle opere alla tecnologia e alle macchine, divisi tra chi crede nell’ottimismo tecnologico e chi si interroga sulle capacità dell’intelligenza artificiale di sovrastare l’uomo.
Cecilia Alemani ricorda che “lo scoppio della pandemia e la minaccia di incipienti disastri ambientali ci ricordano ogni giorno che, in quanto corpi mortali, non siamo né invincibili né autosufficienti”.
Per alcuni è o sta sopraggiungendo la fine dell’antropocentrismo.
L’interdipendenza tra sistemi e specie, tra organico e inorganico, tra animato e inanimato, si fa sempre più forte.
Una nuova concezione dei corpi e una nuova relazione tra essi.
“Il latte dei sogni” parte dalle creature fantastiche di Leonora Carrington, per ragionare sulle metamorfosi dei corpi e sulle definizioni di “umano”.
Cosa s’intende ora con questo termine?
Quali sono le differenze che lo dividono da ciò che è vegetale, animale o non-umano?
Abbiamo delle responsabilità verso i nostri simili e le altre forme di vita del pianeta che abitiamo?
Ma soprattutto: come sarebbe la vita senza di noi?

Tre aree tematiche provano a racchiudere queste questioni.
Abbiamo:
- una sezione riservata alla rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi;
- una sezione una mirata alla relazione tra gli individui e le tecnologie;
- una sezione dedicata ai legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra.
Ognuno, a partire dallo spettatore, può fare la propria supposizione.
Che dire, non potete perdervi la Biennale d’Arte di Venezia 2022.
Vi aspettano in questa meravigliosa ed affascinante città italiana, più di duecento artiste e artisti provenienti da 61 nazioni.
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