Nelle settimane che anticipano il ritorno delle fashion week nelle capitali della moda, i riflettori puntano su Occasional Object, il servizio di posate immaginato dal genio di Virgil Abloh per Alessi.
Nell’anno del suo centenario, il marchio, fondato a Omegna nel 1921 da Giovanni Alessi, inaugura così il nuovo secolo all’insegna del design e della progettazione a quattro mani.

Una nuova interpretazione delle posate da parte del compianto stilista Virgil Abloh è infatti il primo progetto dei prossimi 100 anni di Alessi.
Chiamata anche, non a caso, Alessi Project 001, la partnership prevede un’edizione limitata di soli 999 esemplari del set, ognuno con numero di serie laserato.
Il set di posate di Virgil Abloh per Alessi svela una nuova idea di mise en place e porta l’arte della tavola nei look
Realizzato in Italia, in acciaio inossidabile, il servizio di posate immaginato da Virgil Abloh per Alessi è caratterizzato da forme geometriche affilate.
Per la sua progettazione, il prematuramente scomparso stilista aveva arruolato il suo studio di design londinese, Alaska Alaska.

Con un risultato sorprendente, oggi riprodotto in 999 esemplari, comprendente un coltello, una forchetta e un cucchiaio per destrutturare la classica mise en place.
In definitiva, quella firmata Virgil Abloh per Alessi è una limited edition che proietta le posate al di fuori del loro tradizionale contesto d’uso.
Perché il vero elemento disruptive di Occasional Object è il moschettone che, fissando insieme tutti e tre gli elementi, immagina un nuovo modo di apparecchiare.
Ma il moschettone trasforma anche gli utensili in un pratico quanto insolito accessorio da agganciare ai look.
Addio, quindi, alle convenzioni formali per cui le forchette sono posizionate a sinistra e i coltelli a destra, con l’affilatura rivolta verso il piatto, assieme agli eventuali cucchiai.
Benvenute, invece, cinture tintinnanti di posate sugli outfit più eclettici di hot girl e cool kid.

Se ben si pensa, a essere ripensate sono funzionalità e occasioni d’uso di strumenti finora imprescindibilmente associati all’allestimento della tavola.
Così, considerando il più recente show primavera-estate 2023 dell’uomo di Versace, dove Donatella Versace ha portato in passerella oggetti dalla linea home, così come il precedente défilé s-s 2021 di Jacquemus tra i campi di grano a un’ora da Parigi, per cui Simon Porte Jacquemus aveva pensato a piatti trasportabili come borse e riproduzioni di posate come applicazioni sui completi sartoriali, si potrebbe dire che stilisti e maison abbiano inaugurato una nuova era di tableware indossabile.
Occasional Object inaugura il nuovo centenario di Alessi e un inedito approccio alla progettazione di posate di design
Come raccontato dal brand, nel 2021 Virgil Abloh contattò Alberto Alessi, nipote del fondatore, oggi al timone dell’azienda, per proporgli di lavorare insieme.
Lo stilista aveva in mente un nuovo approccio alla progettazione di stoviglie, in generale e di posate, in particolare.

Da una parte, «Virgil pensava ad Alessi come il migliore della classe, non solo in termini di storia del design, ma anche per il calibro degli artisti e dei progettisti con cui l’azienda ha collaborato nel corso degli anni», come ha dichiarato Tawanda Chiweshe, direttore creativo di Alaska Alaska.
Dall’altra, Alberto Alessi era incuriosito dalla carica innovativa dell’idea di design di Abloh.
Se negli ultimi 50 anni, Alessi aveva prodotto più di una ventina di progetti di posate immaginati da firme del calibro di Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Marcel Wanders e Massimiliano e Doriana Fuksas, mai il marchio aveva sovvertito le convenzioni con un progetto che andasse così oltre ai confini dell’eleganza tipica del design italiano.

«Ho scoperto che Virgil aveva un modo completamente diverso di guardare le cose e gli oggetti», ha detto Alberto Alessi.
«Quando ha guardato il nostro mondo, lo ha fatto con gli occhi di uno che amava l’idea di un’officina meccanica. Ricordo che il primo riferimento che Virgil mostrò fu una chiave inglese, un oggetto molto lontano da ciò che abitualmente pensiamo come esempio di buon design. Era una reference quasi brutalista. Per noi era un approccio nuovo».
Dal Fuorisalone agli store: il viaggio dell’idea rivoluzionaria Occasional Object di Virgil Abloh per Alessi
Virgil Abloh è sempre stato conosciuto per la sua progettualità unica, specie nella moda, dove sfidò continuamente i confini tra streetwear e realizzazioni couturish.
A questo è necessario poi aggiungere che il designer dell’Illinois, aveva anche una formazione nel campo dell’ingegneria, oltre a una passione per il design.

Così, con il suo curriculum di artista, architetto, ingegnere, direttore creativo e fondatore di Off-White, direttore artistico dell’uomo di Louis Vuitton fino alla sua prematura scomparsa, nonché designer industriale, musicista, dj e filantropo, Virgil Abloh ha sempre dato un touch in più alle sue infinite collaborazioni.
Come quella conosciuta come Virgil Abloh per Alessi, al centro delle celebrazioni per il centenario dell’azienda che hanno fatto tappa al Fuorisalone, con la mostra Alessi 100 – 001.
L’installazione è stata immaginata come una narrazione dei 12 valori fondanti, dell’identità e dell’impegno di Alessi nel campo delle arti applicate.
Se il “100” del titolo della mostra si è riferito all’attività del brand nel corso del suo primo secolo, la cifra 001 ha voluto citare il primo progetto di Alessi per i prossimi cento anni.

È proprio quello ideato da Virgil Abloh per Alessi, per l’occasione esposto in un’installazione surrealista realizzata da Studio Temp, studio grafico italiano che ha più volte collaborato con lo stilista americano.
L’eredità del design di Virgil Abloh vivrà nelle prossime creazioni dello studio Alaska Alaska per Alessi
Occasional Object, altresì chiamato Alessi Project 001, è anche il primo progetto Alessi realizzato in collaborazione con Alaska Alaska.
In sostanza, le posate in acciaio inossidabile sono la prima manifestazione di “Conversational Objects”.
Si tratta di una serie che sarà ampliata con ceramiche e stoviglie nel corso del prossimo anno, oltre alla reinterpretazione da parte di Alaska Alaska di un classico di Alessi.
Alberto Alessi vede infatti il progetto 001 con Virgil Abloh come una dichiarazione di intenti.

«Alessi è il risultato delle collaborazioni che abbiamo fatto con tante menti del design come Sottsass, Starck, Mendini e Castiglioni», ha chiosato lo stesso progettista.
«Ognuno di loro ha lasciato un segno importante nella pratica di Alessi e ha contribuito a ciò che l’azienda è diventata».
Così, Virgil Abloh è, ad oggi, l’ultimo nome che si aggiunge a questa lista: «Non riesco a pensare a una firma migliore di Abloh per esprimere il nostro desiderio di rimanere rilevanti e contemporanei per le generazioni di oggi e per quelle future».
E il futuro riserverà sorprese: «La mia factory compie 100 anni quest’anno, ma più che la storia, mi interessa la capacità di portare sempre nuove idee per contribuire all’evoluzione dell’home landscape», ha concluso Alessi.