Uno stilista, un artigiano, un designer, un visionario.

In una parola, un artista.
Ma in realtà non esiste una vera e propria etichetta per Antonio Marras, da sempre orientato ad ampliare i suoi orizzonti creativi abbracciando diverse discipline e includendo nelle sue collezioni commistioni con l’arte, la musica, il teatro e la danza.

antonio marras

Avventurandosi in territori lontani dalla moda, il creativo sardo – ex direttore artistico di Kenzo, maison che ha lasciato nel 2011 – già da molti anni ha iniziato infatti a spingere il suo talento oltre la semplice realizzazione di abiti.

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È così che ha iniziato a dedicarsi anche all’attività scultorea e alla lavorazione della ceramica, un progetto iniziato dietro il suggerimento dell’artista e amica Maria Lai di costruire un forno.

«È tutta colpa di Maria Lai, artista amata, straordinaria Jana di Ulassai che si definiva un ragnetto perché produceva arte con lo stesso naturale istinto che il ragno ha nel creare la sua ragnatela.
Musa, compagna di molteplici esperienze verso nuove tecniche intese a capire e ad assimilare l’eredità del passato e soprattutto ad appagare la grande passione per il fare.
Il fare con le mani, mani che toccano, manipolano, accarezzano, trasformano, plasmano materia per ottenere altro»,

ha raccontato Antonio Marras.

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Antonio Marras © Daniela Zedda

L’ultima produzione è nata in Puglia, a Cutrofiano in provincia di Lecce, dall’incontro con gli attuali titolari della storica azienda Fratelli Colì.
Qui i fratelli Giuseppe e Donato, artigiani artisti di terrecotte e maioliche, portano avanti con sapienza e passione la cultura della ceramica, tramandata di generazione in generazione dal 1650.

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Antonio Marras © Daniela Zedda

Ed è stato grazie a polvere, argilla, acqua, tornio, forno e pennello, oltre alla dedizione, al saper fare, alla tradizione e al talento, che sono nate due collezioni di ben 300 pezzi unici che sembrano usciti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Capolavori di terracotta dalle forme talvolta non convenzionali, che paiono attingere dal mondo delle fiabe e dall’inconscio le loro fattezze dipinte rigorosamente a mano.

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Antonio Marras © Daniela Zedda

Vasi, portacandele, lampade, mattonelle, totem, rosoni, soprammobili, ciotole, piattini, taglieri e comuni oggetti di uso quotidiano rivelano inaspettatamente dettagli speciali combinando funzionalità ed estetica.
I toni rigorosi del bianco e del nero che caratterizzano queste creazioni sono stati scelti per donare risalto al loro contenuto.

piatti antonio marras

I soggetti dai tratti onirici si alternano tra volti, mani, visi, intrecci di linee e combinazioni raffinate ed essenziali.
In particolare la serie I fratelli Pois, realizzata con la tecnica della calcomania e raffigurante tre visi di bambini di inizio Novecento su corpi stilizzati in bianco e nero, è stata pensata per apparecchiare la tavola, simbolo di accoglienza e di raccoglimento, oltre che strumento quasi sacro di unione e condivisione.

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Una linea che vuole tenere compagnia nel momento più intimo e più conviviale di tutta la giornata.

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Antonio Marras si fa così portavoce della sacralità del concetto dell’ospitalità, che ha origini lontane, profonde e molto complesse, con radici che affondano nei millenni in tutta la cultura mediterranea.

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Il poliedrico artista ha abituato il pubblico a creazioni in apparenza leggere, impalpabili, preziose e dotate di un fascino antico, di quell’allure che mescola con grazia elementi del quotidiano portandoli a un altro livello e consacrandoli all’alta moda.
Il pensiero è fluido, in perenne equilibrio tra celebrazione del tempo passato e presente creativo.
Apparentemente, per mano di Marras l’urgenza della moda conquista la quiete riflessiva nella pittura e nella ceramica, che trattengono l’idea che fugace sfila in passerella e la consegnano a un prodotto statico, materico, tangibile.

piatti antonio marras

Le ceramiche riprendono i temi chiave della grintosa collezione prêt-à-porter autunno-inverno 2020/21, presentata lo scorso febbraio e caratterizzata da influssi British dal sapore vagamente punk e dal bipolarismo cromatico a contrasto con tocchi di colore rosso.

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In un perfetto connubio tra sregolatezza e New Romantic, tra vecchio e nuovo, questa collezione mixa tra loro tessuti diversissimi quali jacquard stratificati, classici tessuti principe di Galles, pellicce ecologiche, pizzi chantilly, pois e piume.

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