Vedere una mostra di Gregory Crewdson è di per sé uno spettacolo, ma vederla a Torino, qui in Italia, è ancora meglio!
Ebbene si, siamo felici di comunicarvi che è da poco visitabile la mostra “Gregory Crewdson. Eveningside” alle Gallerie d’Italia di Torino.
Si tratta di una occasione ancora più fortunata perché quella a Torino è un’anteprima internazionale.
Per la prima volta in un museo viene esposto il terzo capitolo della trilogia di Gregory Crewdson, serie commissionata proprio da Intesa Sanpaolo.

Le tre serie del fotografo, concepite tra il 2012 e il 2022, saranno esposte insieme.
Sempre per la prima volta sarà possibile attraversare questa importantissima decade di produzione del maestro Gregory Crewdson.
Le opere prodotte infatti tra il 2012 e il 2022 sono state pensate proprio come una trilogia, come detto in precedenza.
In questo modo, alle Gallerie d’Italia di Torino, lo spettatore è proiettato in un universo ancora più intimo e in una prospettiva ancora più inedita dell’opera di Crewdson.

Fotografia e cinema si nutrono a vicenda nell’opera di Gregory Crewdson.
Cosa ha reso Gregory Crewdson un tale maestro del suo mezzo?
Trasformare il cinema in fotografia o, viceversa, una foto in un film non è semplice. Anzi.
Deve innescarsi nello spettatore un processo inconscio che va a ‘riempire’ la narrazione di quello che si trova di fronte.
Gregory Crewdson è un maestro nell’accompagnare il pubblico in questo viaggio.
Le sue messe in scena fanno ricorso a mezzi propri del cinema, dalle attrezzature allo staff.
Anche l’ora che viene scelta o ricreata per gli scatti non è ovviamente scelta a caso: si parla di quel preciso lasso di tempo che congiunge il giorno con la notte fonda e la notte fonda con il giorno.
Anche da questo si può dedurre che sia lo stesso mondo crepuscolare a generare uno stato di incomprensione, di smarrimento, in chi guarda.
Dall’altro lato, questo determinato tipo di immagini cinematografiche derivano da una cultura collettiva legata alla memoria letteraria americana.
Insomma, realtà e finzione s’intrecciano e scambiano perfettamente.

A Torino si incontrano vecchie e nuove serie di questo maestro contemporaneo.
Lungo l’esposizione “Eveningside” sarà possibile vedere la serie di scatti minimalisti appartenenti a “Fireflies”, progetto concepito da Crewdson nel 1996.
Si tratta di un lavoro essenziale che coglie il rimestio delle correnti che agitano l’animo profondo dell’arte di questo artista.
Le fotografie sono state realizzate con due macchine fotografiche a pellicola ovviamente analogica in bianco e nero.
Queste immagini di lucciole sono testimonianza visiva di uno degli aspetti fondamentali del lavoro di Gregory Crewdson: la contemplazione.
Contemplare, per questo maestro, significa fare emergere il semplice tessuto connettivo delle cose.
Questo aspetto si può ritrovare infatti, in modo diverso ma in maniera altrettanto forte, negli altri progetti – più recenti – esposti in mostra.
“Cathedral of the Pines” del 2013-14 e “Eclipse of Moths” del 2018-19 contemplano, rispettivamente, foreste solitarie e remote e poi cupi paesaggi post-industriali.
Lasciano che lo spettatore si interroghi, si perda, contempli ciò che non è comprensibile, in una ambientazione che è in tutto e per tutto ‘reale’.
Di fronte ai grandi scatti di Gregory Crewdson, è come se ci si sentisse in un limbo, catapultati in un luogo e in un tempo che ci sembrano familiari ma non lo sono.

“Eveningside” porta con sé elementi del passato ma li catapulta nel presente.
Cosa hanno in comune le vecchie serie “Fireflies”, “Cathedral of the Pines” e “Eclipse of Moths” con “Eveningside”?
Innanzitutto, come in “lucciole”, Gregory Crewdson torna ai toni del bianco e nero.
Infine, con questa serie inedita conclusiva della trilogia, il fotografo stringe ancora di più il campo sull’essere umano, esplora figure umane isolate entro i confini della loro vita quotidiana.
L’atmosfera richiama certamente il cinema noir classico, rendendo il lavoro ancora più affascinante.
Ancora una volta, Gregory Crewdson ci parla in modo chiaro pur lasciandoci lo spazio di riflettere sul presente.

“Gregory Crewdson. Eveningside” è visitabile fino al 22 gennaio 2023.
Non bisogna per forza essere appassionati di fotografia per godere delle immagini racchiuse in questa mostra.
Se siete amanti del cinema capirete che Gregory Crewdson si ispira infatti apertamente a registi come Lynch (Velluto blu), Hitchcock (La donna che visse due volte) e Spielberg (Incontri ravvicinati del terzo tipo).
Non mancano inoltre citazioni alla pittura: le atmosfere notturne dei quadri di Edward Hopper riecheggiano nelle inquadrature ideate da questo grande maestro della fotografia.
Non mancano infine materiali video come “Making Eveningside”, che viene proiettato nella sala multimediale adiacente alla mostra.
Questo e molto altro perché… le mostre vanno viste e speriamo possiate godervi “Gregory Crewdson. Eveningside” di persona!