Andiamo alla scoperta dell’opera di Giorgio de Chirico, che ancora oggi ispira tutti i campi della produzione artistica.

Si apre il prossimo 11 ottobre una mostra a lui dedicata a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, dal titolo “Giorgio de Chirico. Metafisica continua”.

L’esposizione raccoglie lo sforzo di tanti: è a cura di Victoria Noel-Johnson, è organizzata da ARTIKA di Daniel Buso ed Elena Zannoni ma soprattutto conta la collaborazione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e del Comune di Conegliano.

Chirico - Piazza d'Italia, 1955-60
Chirico – Piazza d’Italia, 1955-60

71 opere che raccontano il grande Giorgio de Chirico.

Tra esse possiamo trovare un’importante selezione dei principali soggetti di Giorgio de Chirico:

  • Manichini senza volto e i Trovatori
  • le Piazze d’Italia e le Torri
  • gli “Interni ferraresi”
  • i Trofei
  • i Gladiatori
  • gli Archeologi
  • i Soli accesi e spenti
  • i Bagnanti misteriosi (serie Mythologie del 1934).

Tutti i lavori del maestro possono essere considerati metafisici: de Chirico nutre e sostiene da sempre interesse per i due concetti nietzschianidell’eterno ritorno e del dualismo apollineo-dionisiaco.

La mostra riserva in particolar modo un ampio focus alla stagione neometafisica (1965-1978 ca.).

Di queste opere, la Fondazione de Chirico ne possiede la più importante e completa collezione al mondo.

In questa stagione l’artista torna a elaborare i temi che popolavano le opere del primo periodo metafisico (1910-1918).

Sono presentati i motivi più noti, ma soprattutto si mette in evidenza la gamma di tecniche in cui si è cimentato il maestro: pittura, disegno, acquerello, scultura e litografia.

Giorgio de Chirico - Hector and Andromache, 1912
Giorgio de Chirico – Hector and Andromache, 1912

Si anticipano le celebrazioni del centenario del Surrealismo (1924-2024).

È lo stesso André Breton – fondatore di questa corrente artistica – a eleggere de Chirico capostipite (a sua insaputa) del movimento.

La prima pittura metafisica (1910-1918) di questo maestro italiano svolge un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del movimento dall’inizio degli anni Venti in poi.

Influenza lo stesso Breton ma anche Max Ernst, René Magritte, Yves Tanguy e Salvador Dalì.

Ma non ci si deve fermare ‘solo’ a questo.

Giorgio de Chirico è considerato una delle figure principali dell’arte del primo Novecento.

Ha lasciato chiari segni del suo passaggio anche in movimenti di ampio respiro, tra cui il dadaismo, il realismo magico, la Neue Sachlichkeit(nuova oggettività), la pop art, la transavanguardia e alcuni aspetti del postmodernismo.

La sua arma vincente è la costante volontà di sperimentazione.

Questo suo atteggiamento ha contribuito in maniera determinante all’interno della sua opera.

Nei suoi settant’anni di carriera (1908-1978 circa) non ha mai smesso di elaborare stili, tecniche, soggetti e colori diversi.

In questo si avvicina molto al coetaneo e amico Picasso.

Giorgio de Chirico - Orestes and Pylades, 1957
Giorgio de Chirico – Orestes and Pylades, 1957

Un’opera fresca e attuale.

Quella di Giorgio de Chirico è una produzione molto amata proprio per l’attualità che sa racchiudere.

Ci parla di argomenti e situazione che ancora animano la contemporaneità.

La natura delle sue opere è paradossale ma – a oltre un secolo di distanza dalla scoperta della Metafisica – risulta più che mai attuale.

Furono Apollinaire e Picasso – i due grandi mediatori tra modernismo e tradizione – a promuovere per la prima volta nel 1913 i primi dipinti di de Chirico.

Essi intonano un “canto nuovo” che affascina e, in parte, galvanizza l’avanguardia parigina degli anni Dieci, seguita dai surrealisti negli anni Venti.

Riportiamo inoltre qualche commento della curatrice Victoria Noel-Johnson:
“Elaborando un sistema pittorico di precisione matematica che distorce la realtà (attraverso l’uso illogico della prospettiva e della luce, unito all’accostamento irrazionale di oggetti comuni e fantastici in ambienti alterati e insoliti), l’artista produce scene di enigmatico isolamento o inquietante costrizione”.

“Pervasa da un angoscioso presagio, l’atmosfera (o Stimmung, secondo il filosofo tedesco dell’Ottocento Nietzsche) della sua pittura mira a suscitare un senso di sorpresa, scoperta e rivelazione”.

Giorgio de Chirico - Piazza d'Italia con cavallo, 1888-1978
Giorgio de Chirico – Piazza d’Italia con cavallo, 1888-1978

La mostra si chiude il 25 febbraio 2024.

La mostra “Giorgio de Chirico. Metafisica continua” è anticipata da altre mostre meravigliose che, ancora, partono dall’opera di grandi maestri del passato estremamente attuali.

Fino al 25 giugno per esempio è possibile visitare “Vivian Maier. Shadows and Mirrors”.

La narrazione è composta di 93 autoritratti della fotografa, che da sempre affascina per la sua entusiasmante e particolare biografia.

Con una fotocamera Rolleiflex e poi con una Leica, Vivian Maier ci trasporta tra giochi di ombre e riflessi.

La presenza-assenza dell’artista è tentativo continuo di mettersi in relazione con il mondo circostante.

Vive per lo più come bambinaia e governante ed è sempre stata ricordata come una donna sola sostenuta da una trascinante passione per l’arte fotografica.

Realizza opere senza sosta dai primi anni ’50 fino almeno agli anni ’90 ma non vedrà mai una mostra con le sue opere mentre è in vita.

Solo nel 2007 viene ritrovato il suo tesoro che poi contribuirà a renderla celebra: più di centomila negativi, migliaia di fotografie stampate in ogni formato, scatole Kodak con centinaia di diapositive, pellicole cinematografiche, più di mille rullini non ancora sviluppati.

Giorgio de Chirico - The Song of Love, Paris, 1914
Giorgio de Chirico – The Song of Love, Paris, 1914

Tante storie magiche sono e saranno raccontate da Palazzo Sarcinelli!