“Un gioiello è un oggetto prezioso, un oggetto raro, qualcosa che ha un valore e non sempre un prezzo”

scriveva Bruno Munari

La differenza tra gioiello e bijoux è un’anomalia tutta italiana che separa, divide e definisce, dal punto di vista linguistico come di quello del valore, un ornamento in materiali preziosi – gemme e metalli – da uno non prezioso.

Fino agli anni Sessanta esisteva una linea di demarcazione netta tra gioiello e bijoux.

Oggi la differenza è sempre più difficile da definire per l’utente finale dato che il valore immateriale dell’idea è stato spesso equiparato al valore materiale delle gemme e dei metalli.

A ciò si aggiunge la promiscuità dei canali di distribuzione che favorisce e alimenta tale ambiguità semantica e commerciale.

Il prezzo e la presenza in gioielleria non rappresentano più quelle linee di demarcazione inviolabili e inequivocabili tra gioiello e bijoux che erano nel passato.



Il gioiello è costituito da uno dei quattro metalli preziosi, oro, argento, platino e palladio, e per essere considerato tale viene incastonata almeno una delle seguenti varietà di gemme.

Mi riferisco a diamante, rubino, zaffiro, smeraldo, corallo, perle, e tutte le varietà gemmologiche di colore, come ad esempio, acquamarina tormalina, peridot, ma anche ametista, turchese, lapis e tante altre, che sono suscettibili di essere lavorate tramite taglio e lucidatura per accrescerne l’estetica e, conseguentemente, il pregio.

gioiello azzurra cesari
Zaffiri rosa, blue e smeraldi

E’ il bene rifugio di garanzia per eccellenza, poiché ha un valore intrinseco: l’oro e le gemme sono investimenti solidi, soprattutto di questi tempi, quando tutte le altre opportunità di investimento mostrano prolungata e elevata volatilità.

Il loro valore tende a rimanere costante nel tempo e a non subire fattori esterni, anzi.

In caso di crisi in genere il valore dei beni rifugio cresce, magari momentaneamente, generando di conseguenza una maggiore richiesta sul mercato, quindi un aumento dei prezzi.

È proprio quello che sta accadendo in questo periodo: il Coronavirus ha determinato una corsa all’investimento in beni rifugio e chi sa sfruttare la situazione sta ottenendo risultati notevoli.

La preziosità del gioiello dipende dall’aspetto estetico, qualità della manifattura, dalla rarità e dalle proprietà ottiche (oltre all’indice di rifrazione e la dispersione della luce che le attraversa).



Il gioiello trascende il tempo per sua natura, è emozione e materia. Crea un rapporto intimo tra persona e oggetto simbolico.

Il bijoux è un ornamento ad alto potenziale creativo realizzato con materiali non preziosi. Bijoux come iocum, da cui l’etimologia latina, ossia gioco “dell’adornarsi divertendosi”.

Gioco cromatico e formale, in abbinamento all’abito, per questo legato alla moda, al pret-a- porter, passeggero, volubile, stagionale.

ll bijoux “può uscire di scena velocemente ed essere sostituito da un altro”.

E’ legato al cambiamento, a un tempo veloce.

Concettualmente non si tramanda, si usa nel presente.
Una ulteriore e fondamentale differenza è tra la gioielleria e l’oreficeria.
L’oreficeria è l’arte della lavorazione dell’oro e di altri metalli preziosi, al fine di ottenere oggetti artistici.

https://www.facebook.com/fillyourhomewithlove/videos/2002427269888634/?vh=e&d=n

Invece ciò che definisce il gioiello è il connubio tra la gemma e l’oro .

Entrambi, il gioiello o l’oreficeria in oro hanno sempre una punzonatura impressa nel metallo che indica la purezza dell’oro espressa in millesimi .

Ogni metallo possiede una diversa “scala di valore” che in gergo viene chiamato titolo. Nello specifico:

  • per l’oro, è possibile avere la dicitura 750, 585, 375;
  • per l’argento avremo 925 e 800;
  • per il palladio ci sarà 950 e 500;
  • per il platino sarà possibile trovare 950, 900 e 850.

Questi numeri non indicano altro che in millesimi la percentuale di materia pura presente nell’oggetto.

Nell’arte orafa ci sono delle regole formali come nell’arte classica: si ricerca un equilibrio formale in termini di proporzioni e prospettive.

Il vero talento creativo si riconosce poiché è in grado di rispettare contemporaneamente questi canoni andando oltre.

Citando Franco Cologni – fondazionecologni.it

“Amare un oggetto fatto da un grande artigiano, magari in collaborazione con un designer o un creativo, significa percepirne non solo il fascino estetico, ma anche comprenderne il senso, scoprirne la manifattura, amarlo per ciò che porta nelle nostre vite. È un’azione simbolica e culturale”

Per questo il gioiello è il prodotto di un’arte, l’arte orafa.

Perfetta fusione tra passato e modernità, sintetizza l’amore del bello con il sapere artigiano che hanno dato all’Italia la leadership mondiale d’eccellenza della produzione di gioielleria e oreficeria.

azzurra cesari gioiello

Articolo redatto da

Azzurra Cesari
Cesari & Rinaldi Gemmai Futurgem group

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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