Nel 2021 si è parlato tanto di grandi donne, prima ancora che di grandi personalità, che nonostante le loro straordinarie opere sono rimaste nell’ombra.
Oggi torniamo a parlare di arte e lo facciamo con una figura chiave del ‘900.
La grande pittrice statunitense Georgia O’Keeffe.
“Men put me down as the best woman painter…I think I’m one of the best painters.”
“Gli uomini mi considerano la migliore pittrice donna… Penso di essere una dei migliori pittori.”
Così Georgia O’Keeffe (1887 – 1986) si pone rispetto al linguaggio usato nei suoi confronti.
Si avvicina all’arte appena maggiorenne e frequenta istituti come la School of the Art Institute di Chicago e l’Art Students League a New York.
La sua formazione è sicuramente specifica ma sono poi le conoscenze sul campo ad introdurla veramente nel settore.
Nel 1908 può ammirare gli acquerelli di Auguste Rodin (1840 – 1917), artista famoso principalmente per le sue sculture, nella galleria del fotografo Alfred Stieglitz (1864 – 1946) di New York.
Queste opere la colpiscono e la influenzeranno particolarmente.

I dipinti della O’Keeffe sono fortemente suggestivi.
Le sue raffigurazioni di fiori in erba, animali e altre meraviglie naturali prendono vita grazie a giochi di forme e colori strabilianti.
La sua produzione può essere suddivisa in fasi:
- quella legata ai primi studi;
- il periodo newyorkese, l’influenza di Alfred Stieglitz e della fotografia;
- il Nuovo Messico;
- gli ultimi anni e il ritorno all’astrazione.
La O’Keeffe è stata sicuramente in grado di crescere, facendosi influenzare dalle esperienze di vita e dalle correnti culturali ed artistiche del periodo.
Tutto questo mantenendo una forte passione per la vita e per l’arte.
Gli anni passati a New York rappresentano sicuramente una fase di svolta e le opere ad olio astratte che realizza rimangono tra le più straordinarie di tutta la sua carriera.
A causa della lettura in chiave sessuale delle sue opere astratte da parte della critica, la O’Keeffe riprende a dipingere forme figurative.
Saranno però le architetture dei palazzi newyorchesi ma soprattutto i fiori macroscopici a renderla famosa come pittrice figurativa nel panorama artistico americano dell’epoca.

Approfondiamo il rapporto tra Georgia O’Keeffe e Alfred Stieglitz.
Ricordiamo che Alfred Stieglitz è un fotografo e gallerista statunitense, altrettanto celebre e conosciuto nella storia dell’arte.
L’incontro tra i due avviene grazie ad un’amica di lei, Anna, che la porta alla galleria “291” del fotografo.
Quando si conoscono, Stieglitz è più grande di lei di ventitré anni e sposato. Rimane impressionato dalla promettente e giovane pittrice, dopo aver ricevuto un rotolo di disegni a carboncino proprio dalla stessa Anna.
Il passo che separa la comune passione per l’arte all’amore è veloce e inevitabile.
Stieglitz organizza diverse mostre della O’Keeffe – la prima personale nel 1917 – facendola conoscere agli ambienti dell’avanguardia newyorchese. Continua poi a predisporre ogni anno – fino alla sua morte nel 1946 – una personale a New York alla Anderson Gallery e nelle sue due gallerie, The Intimate Gallery e An American Place.
Nel 1918 Georgia O’Keeffe si trasferisce a New York, sotto invito dello stesso Stieglitz, e nel 1924 decidono di sposarsi.
Resta celebre il loro scambio epistolare, avvenuto fra il 1915, anno del loro incontro, e il 1946. Oltre 25.000 lettere, a volte lunghe anche oltre 40 pagine, che rivelano una passione intensa e stima reciproca.
Come in tante altre importanti storie d’amore, Giorgia e Alfred si sposano, si allontanano, si tradiscono, ma rimangono legati “come due gemelli” – dichiarato dallo stesso Stieglitz.
Le mani di Georgia O’Keeffe si muovono tra pittura e fotografia.
Alfred Stieglitz realizza circa 300 fotografie della sua modella e futura moglie dal 1917 al 1937.
Sono celebri alcuni scatti che catturano le mani della pittrice, i suoi strumenti lavoro, ritratte in composizioni in bianco e nero affascinanti e avvolgenti.
Le mani di Georgia sono vere e proprie raffigurazioni della sua arte.

Il rapporto di Georgia O’Keeffe con la fotografia è fortissimo.
Non è solo il rapporto con Alfred Stieglitz a legare coì tanto la O’Keeffe a questo medium.
È stata innanzitutto una delle donne più fotografate del ventesimo secolo. Si affida a tantissimi fotografi per realizzare immagini della sua vita. La fotografia è per lei il mezzo più efficace con cui catturare l’essenza della quotidianità in un’unica immagine.
Alla fine degli anni ’10, rimane incuriosita dalle linee nette e dalla superficie piatta e pulita di una fotografia.
Questo fa si che ci sia un cambio di prospettiva anche all’interno della sua opera: comincia a rifiutare le pennellate brevi e strutturate che aveva usato in precedenza.
Apprezza i dettagli ravvicinati degli oggetti naturali che la fotografia restituisce negli scatti dello stesso Stieglitz o Edward Steichen (1879 – 1973).

I suoi dipinti sono quindi di una qualità ambigua: derivano da una visione legata alla fotografia ma ne sono estranei, si tratta di pura elusione e allusione.
Georgia O’Keeffe rimane una donna e un’artista chiave del ‘900.
Nonostante sia conosciuta principalmente e quasi esclusivamente sul territorio americano, al contrario del suo compagno di vita, Georgia O’Keeffe dovrebbe essere approfondita da tutti.
Le sue opere rimangono dei capolavori senza tempo.
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