Oggi parliamo di colori e forme e lo facciamo con un grande personaggio della storia dell’arte, l’architetto, designer e fotografo italiano Ettore Sottsass (1917 – 2007), e il gruppo da lui co-fondato agli inizi degli anni ’80, il Memphis.

Ettore Sottsass non ama definirsi artista.
Nonostante ciò, è da riconoscergli l’impresa d’aver scritto una nuova pagina dell’arte, prima ancora che del design.
Raggiunge i suoi massimi livelli di espressione ad un’età avanzata, ad ormai settant’anni; mette in crisi il funzionalismo del nostro paese; nel suo salotto passano i maestri del design italiano.
Esprime al meglio gli ideali ricercati dal Controdesign.
Nel suo testo “Molto difficile da dire”, pubblicato per Adelphi nel 2019, scrive: “Il Controdesign è un modo di essere consapevoli che il meccanismo così come funziona non è quello ideale”.
Questo movimento sostiene infatti che il vero ideale del design non sia insediato nella produzione industriale dell’oggetto, bensì nella fase successiva: all’interno delle case, per le strade, nelle città, nell’anima. Il design trova un reale scopo quando si scontra con la propria rappresentazione sensoriale, quando incontra le nostre vite.
Come tutte le rivoluzioni in ambito artistico, anche il Controdesign si oppone e contrappone, con fermezza e chiarezza, allo stile predominante Razionalista dell’epoca.
L’approccio di Ettore Sottsass è vera e propria critica sociale.
Rimane il primo ad esprimere in Italia – grazie alla sua produzione di oggetti di design e non solo – il concetto del Controdesign, detto anche Radical Design.
Si esprime attraverso la sperimentazione di materiali, tecniche e forme.
Parliamo degli anni compresi tra la seconda metà degli anni ’60 – anni in cui nasce – e i primi anni ’70.
È un periodo scosso da grande fermento nella società e di conseguenza nell’arte.
L’animo indubbiamente provocatorio di Ettore Sottsass non può che sposare la causa di queste sollecitazioni dell’arte, dettate dai cambiamenti sociali in Italia e in tutto il mondo.
I nuovi disegni e i conseguenti artefatti prodotti in questo periodo racchiudono una forte ironia e una forte critica sociale.
Queste sono le basi che portano alla fondazione del gruppo Memphis.
Tra le varie declinazioni del Radical Design, portate avanti da designer ed architetti, c’è anche il gruppo Memphis.
Fondato nel 1981, il Memphis nasce dall’idea dallo stesso Ettore Sottsass e da diverse personalità italiane ed internazionali, quali Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi, Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Martine Bedin.
Il gruppo è detto anche Memphis Milano e ovviamente si inserisce, negli anni ’80, tra i maggior esponenti del Postmodernismo.

Colori vivaci e forme geometriche sono i tratti distintivi del Memphis.
Le personalità che prendono parte a questa realtà rivoluzionaria lavorano sul design costruendo continui ponti tra passato e presente.
Viene recuperato sapientemente il gusto del kitsch al fine di dare vita a progetti audaci, che si spingono al di là dell’immaginazione.
Alla fine degli anni ’70, Ettore Sottsass e Michele de Lucchi cominciano a rielaborare i concetti di questo design radicale.
In questa fase di studio trova le proprie radici un approccio sperimentale, lo stesso che darà vita allo studio Memphis.
Dal confronto di queste due forti personalità – e da un decisivo incontro informale nel salotto milanese della casa di Ettore – l’11 dicembre 1980 nasce proprio questo gruppo, volto ad eliminare quel minimalismo patinato e senza personalità detati dalle mode dell’epoca.

L’origine del nome è altrettanto stravagante.
Il nome del gruppo si ispira ad una canzone di Bob Dylan: “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again”.
Durante questa riunione informale che avviene nella casa di Ettore Sottsass, la riproduzione del brano si ferma erroneamente più volte sulla frase “with the Memphis Blues Again”.
Non solo: il riferimento a Memphis, città natale di Elvis Presley, e Menfi, capitale dell’Antico Egitto, sembra il connubio perfetto tra alta e bassa cultura.
Il gruppo Memphis si scioglie definitivamente tra il 1987 e il 1988.
Ettore Sottsass lascia per il gruppo già nel 1985, avendo già raggiunto il suo scopo: contrastare le formalità protagonista fino a quel momento e ponendo le basi per uno sviluppo moderno, innovativo e di rottura (che detterà il gusto del periodo a venire).

Rimane in vendita l’unica casa progettata da Ettore Sottsass, per la cifra di 15 milioni di dollari.
Questo monumento situato a Woodside, in Silicon Valley, è progettato da Sottsass per l’amico intimo – suo e di Steve Jobs – David Kelley, inventore del mouse da computer.
Sottsass impara a conoscere la Silicon Valley negli anni ’60, quando viene ricoverato a seguito di un viaggio in India. Nel 1961, mentre è in viaggio con la moglie Fernanda Pivano, si ammala di nefrite e viene ricoverato per lungo tempo all’ospedale di Stanford.
La villa che lascia in questa rinomata valle americana è ugualmente caratterizzata dai giochi di colore e geometrie, tipici elementi perseguiti nel resto delle sue opere.
Ettore Sottsass costruisce una struttura unica nel suo genere: l’abitazione diventa contenitore di altrettanti oggetti di arredo fatti di materiali diversi fra loro e forme bizzare, da tondi a quadrati, da elementi verticali ad orizzontali.

Come provato a riassumere in queste righe, la personalità e l’estro di questo genio artistico hanno scritto una pagina importante di storia. Non vi resta che andare ad ammirare altrettante creazioni ideate da Ettore Sottsass e dal gruppo Memphis.
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