Sono tante le case di artisti che vengono trasformate in museo dopo la morte di quest’ultimi.
La Casa Museo Remo Brindisi fa però parte di quelle pensate direttamente dall’artista.

Situata a Lido di Spina – frazione del comune italiano di Comacchio e frequentata località balneare della provincia di Ferrara – questa realtà nasce dalla volontà di fondere arte e vita e favorire uno scambio tra arti ed artisti.
È immersa nel verde della pineta ed è stata soggiorno estivo di Remo Brindisi (1918 – 1996) fino alla sua morte.
Il Marb – Museo Alternativo Remo Brindisi nasce per la precisione nel 1973, con la volontà di dare uno spazio fisico all’anima sperimentale di Remo Brindisi.
Fu costruito a spese dello stesso artista, senza alcun contributo di carattere pubblico.
L’idea della casa nasce 10 anni prima della sua edificazione.
Remo Brindisi presiede una giuria a Lido degli Estensi nel 1963.
Alcuni amici del posto lo invitano a visitare l’attiguo Lido di Spina, che affascina subito il maestro.
«La vista mi riportò indietro nel tempo, quando in quella zona, da ufficiale di complemento ammiravo la landa delle Valli di Comacchio fino al mare. Mi venne l’idea che, forse, quanto non potevo realizzare a Milano, avrei potuto farlo lì».

La struttura così come si presenta al pubblico è progettata dall’architetto designer Nanda Vigo, amica di lunga data di Remo Brindisi.
La soluzione architettonica scelta alla fine assolve le due funzioni principali, per cui presenta spazi tipici di un’abitazione ma anche di uno spazio allestitivo.
Nanda Vigo si ispira al celebre movimento del Bauhaus (al quale abbiamo dedicato un articolo proprio qui sul blog) e gioca con forme, luci ed ombre.
Si percepisce la perfetta sintonia tra la componente casalinga e museale della casa.
L’edificio è caratterizzato da un grande cilindro centrale, percorso da una scala elicoidale.
Il percorso collega diversi i piani e gli spazi, da quelli abitativi – casa – a quelli di studio – atelier – fino a quelli espositivi – museo.
La struttura permette una continua compenetrazione di queste componenti: la collezione artistica si mescola con gli elementi di arredo e suppellettili varie, tipici di un comune luogo abitato.

Rimangono ovviamente fruibili al pubblico anche le opere dello stesso artista.
Il suo lavoro si sviluppa attorno temi metropolitani, storico-civili e di conflittualità sociale.
La sua originale cifra stilistica è tipicamente espressionista, ma viene contaminata da componenti post-cubiste e infine trascorsa da drammatico e deforme lirismo.
Il maestro Remo Brindisi non fu solo artista ma anche collezionista.
All’interno della casa troviamo opere di Pablo Picasso, Lucio Fontana, Jackson Pollock e Andy Warhol.
L’Integrazione di varie Arti, come accennato all’inizio, mira a far dialogare tecniche e linguaggi artistici come pittura, scultura, grafica, architettura, design.
La raccolta comprende circa duemila esemplari e restituisce al pubblico un panorama delle principali correnti artistiche del Novecento.
La maggior parte delle personalità esposte hanno fama internazionale ma troviamo anche un significativo insieme di opere della Milano degli anni ’50-’70.
«Io ho voluto creare un museo vivo, prodotto architettonico della nostra epoca, nel quale sono raccolte opere del nostro secolo e in cui possano abitare e vivere uomini del nostro tempo».
Abbiamo anche un focus sull’archeologia, per la quale Brindisi nutriva un forte interesse.
È infatti custodita una collezione eterogenea di reperti archeologici.
Questo piccolo nucleo consiste in vasi in ceramica, bronzi ed ex-voto di provenienza incognita.

L’idea di collezionare ma non poter condividere non piace a Brindisi che, proprio per questo motivo, apre al pubblico la propria dimora durante i mesi estivi.
E non solo…
Nel proprio testamento Brindisi dichiara di donare l’edificio ed il suo contenuto al Comune di Comacchio.
Partono così, dal 1996, lavori di ristrutturazione ed adeguamento: il Comune vuole la riapertura al pubblico del prestigioso patrimonio culturale.
Ricordiamo che, oltre alle opere di altri artisti nazionali ed internazionali, il museo vanta una ricca fototeca, l’archivio dell’artista, la sua biblioteca ed un giardino adiacente.
È in quest’ultimo che sono collocate altrettante sculture all’aperto e nel quale risiede la salma dell’artista, sormontata da una lapide.

La Casa Museo Remo Brindisi è aperta al pubblico (è sempre necessario chiamare per prenotarsi) con variazioni a seconda della stazione.
Nel mese di Marzo è visitabile il weekend, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica dalle 15.00 alle 17.30.
Ad Aprile, Maggio, Settembre ed Ottobre gli orari sono ampliati dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30.
A Giugno, Luglio e Agosto il museo è soggetto ad apertura serale, dal martedì alla domenica, dalle 19.00 alle 23.00.
Concludiamo con un pensiero dello stesso Remo Brindisi e vi invitiamo qui sul blog il prossimo mercoledì, per un nuovo articolo.
«Io sono convinto che il mio museo sia una grande scuola in cui si insegna senza fare discorsi, si impara senza annoiarsi, ci si informa e ci si aggiorna senza fare fatica».
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