La mostra fotografica dedicata al film “E’ stata la mano di Dio”
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Oggi parliamo di un grande film, di un grande registra e di una grande mostra al MANN di Napoli.
Lo facciamo con l’ultima opera del regista italiano Paolo Sorrentino: “È stata la mano di dio”.
Approfondiamo insieme questo grande capolavoro del cinema e lo facciamo (anche) attraverso i materiali ora esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Per parlare di cinema dobbiamo parlare prima di arte.
Il critico Ricciotto Canudo definisce l’arte del cinema la ‘settima arte’ nel 1921, istituendola come tale nel suo manifesto “La Nascita della settima arte”.
Il cinema è sintesi tra estensione dello spazio e dimensione del tempo. Così Canudo pone le basi per una nuova forma artistica che ancora oggi non smette di stupire.
Tra i grandi registi italiani non possiamo che citare Paolo Sorrentino, nato a Napoli il 31 maggio 1970.
A 25 anni si avvicina al mondo del cinema e decide di volerne fare il suo lavoro.
La sua storia è fortemente influenzata dalla scomparsa prematura dei genitori, dinamica da cui prende vita e si sviluppa la pellicola di cui parliamo oggi.
Il film “È stata la mano di dio” è un capolavoro pluri-premiato.
Ha vinto il Leone d’argento – Gran premio della giuria alla 78° Mostra Internazionale d arte del cinema di Venezia.
È stato selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 2022 nella sezione miglior film internazionale.
Non solo, lo stesso giovanissimo protagonista Filippo Scotti – alla sua prima esperienza – ha ricevuto il premio Marcello Mastroianni.
Il focus torna ad essere la città di Napoli e il golfo di Napoli, che si rivede come riflessa in uno specchio.
Passato e presente della città e del regista, memoria e attualità della storia di Napoli e Sorrentino si rincorrono in questo film.
Sono passati quarant’anni dall’episodio e dalla città che Paolo Sorrentino mette in scena all’interno di “È stata la mano di dio”. Eppure tutto sembra parlare dell’adesso.
La mostra esposta al MANN racchiude 51 fotografie tratte dal set e non solo.
Le fotografie sono opera del grande autore Gianni Fiorino che da vent’anni collabora con il registra Sorrentino.
Ma non dev’essere stato semplice nemmeno per Fiorito mettere a fuoco, con l’appropriata delicatezza, immagini che appartengono al mondo interiore del regista. Sospese tra sogno e realtà.
“È stata la mano di Dio – Immagini dal set” risulta davvero importante, come ci ricorda la curatrice Maria Savarese, per due motivi.
Il primo è che tratta di un film fortemente auto biografico ed intimo.
Il secondo è perché “le fotografie sono state allestite intorno ad alcune opere di arte antica fra le più belle ed importanti al mondo”.
Inserirsi con la propria opera in un contesto così imponente preclude un approccio estremamente delicato.
Bisogna essere capaci di approcciarsi in modo discreto e non invasivo: dialogare senza essere schiacciati né sovrastare.
Le fotografie raccontano un viaggio nella personale “Grande bellezza” del regista premio Oscar.
I luoghi raccontati sono davvero molti. E Napoli, meravigliosa città del sud Italia, è protagonista.
La macchina da presa e l’obiettivo fotografico corrono da Marechiaro a Posillipo. Dal centro storico del Vomero ai Quartieri Spagnoli, dallo Stadio Diego Armando Maradona a piazza del Plebiscito.
Vengono ripercorsi anche luoghi molto amati da Sorrentino come Capri, la costiera sorrentina, Stromboli.
Il film ripercorre queste terre – in una fascia di tempo che va dagli anni ’80 fino agli anni duemila – rendendole simbolo della Napoli dell’epoca.
La lettura tematica delle immagini ideata e proposta dall’autore Gianni Fiorino all’interno del MANN fa venire a galla sentimenti e simbologie forti che scuotevano la città.
In questa mostra si parla di famiglia, di passione, della ricerca della felicità, del cinema e della perseveranza.
Lo spettatore si trova a percorrere un viaggio, un itinerario da seguire per scoprire un mondo a metà strada tra l‘amarcord e il tempo di oggi.
La fantasia è motore portante di “È stata la mano di dio” e della mostra al MANN.
Ed è la stessa fantasia a mettere al riparo da sentimenti nostalgici, dal tentativo di evocare con rimpianto quello che è scomparso e che non c’è più.
La carrellata di volti e corpi che danno vita al film ora danno vita alle fotografie di Gianni Fiorino.
Raccontano nuove storie agli spettatori, aprendosi a nuove definizioni.
Ci si addentra nei territori del mondo interiore di Sorrentino – che dal particolare si veste di universale – e di Napoli. Città narrata come metropoli in grado di rinnovarsi di continuo e di mantenere intatta la propria identità.
Napoli sotterranea
Il film permette allo spettatore di godere dei magici paesaggi di Napoli.
E se vi state chiedendo cosa visitare in questa meravigliosa città partenopea, di sicuro non potete perdere Napoli Sotterranea.
E’ in assoluto una tappa da non perdere. Scoprirete la parte più profonda della città che sorregge da 5000 tutto ciò che sta sopra.
Le escursioni organizzate vi faranno entrare in un mondo affascinante dove ciò che è nascosto acquisisce un grande valore.
Rimarrete davvero colpiti da tanta maestra e ingegneria appartenente al passato.
Il percorso si trova a 40 metri sotto il livello del suolo e si dirama tra cunicoli e cisterne d’acqua. Un modo perfetto che attraversare la storia di Napoli. Infatti i reperti che la terra protegge appartengono a diverse epoche storie, dal mondo greco-romano fino alla Seconda Guerra Mondiale.
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