Il MUDEC di Milano ospita, dallo scorso 22 Aprile, un viaggio inedito alla scoperta del genio artistico David LaChapelle.
Unica nel suo genere, la produzione artistica di questo artista si presenta al pubblico in un percorso di oltre 90 opere.
Il racconto visivo di un mondo nuovo e una nuova umanità possibile.
Così può essere sintetizzata la mostra su David LaChapelle curata da Denis Curti e Reiner Opoku.
Il percorso della mostra si dispiega lungo tutte le fasi della ricerca artistica dell’artista.
La sua carriera dura da una vita e il viaggio che viene proposto racconta un David LaChapelle inedito e, per certi versi, inaspettato.
Il nuovo progetto in mostra al MUDEC è stato pensato in stretta collaborazione con lo Studio LaChapelle. Nuovo perché mette al centro uno sguardo critico sull’animo umano.
Si tratta di una indagine profonda fatta di gioie, dolori, solitudini, passioni, insicurezze e ideali. L’uomo e il rapporto con sé stesso, l’uomo nell’ambiente circostante e nella società umana, l’uomo nella Natura.
La retrospettiva di David LaChapelle fornisce riflessioni sul presente.
Parliamo proprio di una lettura antropologica dei tempi che viviamo; immagini che diventano chiave di una realtà multipla e complessa.
Le oltre novanta opere esposte si dividono in grandi formati, scatti site-specific, nuove produzioni e una video installazione.
Anche in questo modo abbiamo una restituzione multiforme, composta da medium diversi che rendono l’esperienza varia e immersiva.
Si tratta quindi di un racconto fluido ma ricco di suggestioni.
La personalissima ma soprattutto singolare visione di laChapelle è fatta di fotografia ‘gestuale’, è strappo sul presente e avvertimento per il futuro che verrà.
David LaChapelle è stato formato da Andy Warhol e dalla cultura pop.
Il clima e le suggestioni della New York degli anni ’80 non hanno che potuto plasmare la visione di LaChapelle, di cui parlavamo poco sopra.
Troviamo, primo fra tutti, il celebre artista e visionario Andy Warhol (1928-1987), famoso nel campo dell’arte e non solo.
Dalla tv ad installazioni provocatorie, dal video all’illustrazione: Warhol ha indagato e tradotto la cultura della propria epoca in chiave pop e irriverente, diventano uno degli artisti più influenti del XX secolo.
Non è un caso che diverse opere di LaCahepelle, esposte anche al MUDEC, facciano chiaro riferimento al lavoro del maestro, basti citare “Marilyn Dictych” (1962) di Warhol e “My Own Marilyn” (2002) di LaChapelle. Questo è solo un esempio.
Il MUDEC – Museo delle Culture di Milano mostra quindi le opere più celebri ma anche una serie di opere inedite; apre il percorso con i primi lavori storici per approdare in una nuova e visionaria fase di produzione.
L’ultimo lavoro è proprio datato 2022 e racchiude tutta la potente eredità della lunga esperienza artistica e umana di LaChapelle.
“David LaChapelle. I Believe in Miracles” è il titolo della mostra. Ma perché credere nei miracoli?
I due curatori hanno scelto questo titolo proprio per la capacità dell’artista di invitarci a “creare nuove relazioni con le persone, con la natura, con il consumo, con la spiritualità. Un altro mondo è possibile. David LaChapelle crede nei miracoli”.
Sempre Curti e Opoku ricordano che “nel corso della sua carriera, [LaChapelle] ha sempre saputo rinnovarsi attraverso linguaggi e liturgie figlie del nostro tempo, mantenendo uno stile riconoscibile”.
La storia è ricca di contraddizioni, è un continuo intreccio, non ha un andamento lineare.
Così “David LaChapelle. I Believe in Miracles” si fa spazio tra dimensione onirica e surreale, sempre seguendo un’estetica che è diventata poi marchio di fabbrica dell’autore.
Il percorso espositivo è un viaggio personale intriso di memoria e sentimenti.
Ci sono quindi contaminazioni tra vita e lavoro di LaChapelle.
L’andamento non cronologico del percorso espositivo si intreccia con le esperienze di vita personale: non a caso, la sfera professionale e la sfera privata si trovano pur sempre sullo stesso piano.
David LaChapelle può contare ritratti di grandi del mondo pop dello spettacolo, della musica, dell’arte. È anche questa la sua eredità nonchè parte integrante del suo mondo artistico.
Ma memoria e sentimenti non si riferiscono solo all’artista bensì a tutto il pubblico, a tutti gli spettatori di “David LaChapelle. I Believe in Miracles”.
Le opere denunciano la vulnerabilità del pianeta e la fragilità dell’uomo, insieme a un repertorio che guarda alla pop culture e lo star system del cinema, della musica, dell’arte.
La mostra propone un slancio verso un mondo nuovo, dettato dalla stessa visione dell’artista. Per questo negli scatti si ricerca una natura incontaminata e lussureggiante, una natura nella quale convivano spiritualità, amore e bellezza.
In questo scenario, uomini e donne devono e possono vivere finalmente liberati dall’alienazione e in connubio con il contesto naturale.
La mostra è visitabile fino all’11 settembre 2022.
Ricordiamo quindi che la retrospettiva è un’occasione unica per ammirare fotografie iconiche ma anche nuovi scatti dettati dalla forte esperienza del biennio pandemico – scatti concepiti nel contesto naturale delle foreste hawaiane, dove LaChapelle ha fissato la sua residenza.
La mostra “David LaChapelle. I Believe in Miracles” è sicuramente tra le proposte imperdibili per gli appassionati, studiosi e professionisti del mondo dell’arte. Nel frattempo vi rimandiamo all’appuntamento di mercoledì prossimo e vi consigliamo la lettura di questi articoli: