La casa museo Brindisi a Comacchio è un capolavoro di arte e design che esprime in sé una marea di concetti stilistici e filosofici tutti da raccontare.

Mi dispiace solo che l’occasione per farlo, su questo magazine di interior design, sia legata alla scomparsa dell’architetto (e non solo) Nanda Vigo.

Sì è spenta il 15 maggio, all’età di 83 anni, una delle menti più fervide nella ricerca semantica e stilistica della rappresentazione della luce, protagonista dello scenario artistico degli anni sessanta e settanta.

È stata una delle simpatizzanti più attive del gruppo di artisti transnazionale chiamato Zero, al quale aderivano personaggi come Gio Ponti e Lucio Fontana, tanto da organizzare e curarne la famosa mostra del 1965 a Milano.

Se ti sei perso la diretta su Nanda Vigo, puoi riguardarla ora

https://www.facebook.com/fillyourhomewithlove/videos/668095460653925/

Sua la mano anche nella mostra Italian Zero e avantgarde 60’s al MAMM (museo di Mosca) nel 2011.

È una figura che amo molto perché, più di altre, incarna quell’ideale di artista contaminato e competente in svariate discipline.

Nanda è architetto e si laurea all’istituto politecnico di Losanna, ma è anche critica d’arte, scultrice, designer, e un’instancabile sperimentatrice di linguaggi e materie, volte soprattutto all’interpretazione dello spettro luminoso.

nanda vigo
L’artista e designer Nanda (Fernanda) Vigo

La casa museo Brindisi a Comacchio: Nanda incarna il suo proposito artistico

Proprio per questa contaminazione così fervida, ritengo che la casa di Remo Brindisi a Comacchio sia una dei suoi progetti più riusciti.

Dopo la morte del famoso pittore Remo Brindisi, il progetto che riuniva le sue opere e quelle collezionate dal pittore era già pronto.

Nanda e Brindisi ci avevano lavorato dal 1968 al 1973, cercando di realizzare una casa-museo che potesse vivere di vita propria nel tempo.

Essi erano sulla stessa linea d’onda riguardo al concetto di espressione: credevano in una sorta di “integrazione delle arti” che elevasse l’esperienza artistica da molteplici punti di vista.

Per loro la vita quotidiana doveva essere vissuta accanto all’arte e alle sollecitazioni intellettuali che essa ogni giorno ci propone.

Questo atteggiamento è stato tradotto nei fatti con una grande sala cilindrica in muratura, il cuore dell’edificio, con alla base un salotto perfetto per “conversare”.

casa museo brindisi a comacchio
Presso la casa museo Brindisi a Comacchio, il corrimano in acciaio è un’opera della stessa Vigo.

Le opere d’arte in questa casa museo sono infinite: Stark, Vedova, Cappello, Marotta, Isgrò etc…

Non mancano opere della stessa Vigo, come il corrimano d’acciaio che accompagna le grandi scale o le vetrate interne.

Il design firmato Nanda Vigo dentro la casa museo di Remo Brindisi

Nanda Vigo, oltre alle opere d’arte citate sopra, firma la casa museo con stanze e ambienti da lei disegnati: la camera nera (“camera da letto prototipo” con il dipinto di Emilio Isgrò) e “il salotto bianco“.

salotto bianco casa museo brindisi a comacchio
Da filomagazine.it un’immagine del salotto bianco di casa Brindisi a Comacchio.

Sono posizionati in questa casa d’arte anche suoi famosi progetti di design come:

  • serie “Top” di FAI International;
  • serie “Essential”per Driade del 1973;
  • lampada “Linea”per Arredoluce del 1970;
  • “Diaframma”, lampada del 1971 a firma e produzione Nanda Vigo.
essential nanda vigo
Tavolo linea Essential per Driade, 1973

Se ne va una figura importante dell’arte italiana, di quelle che operano con eccellenza in svariati ambiti, celebrando l’intelletto e il genio umano su più fronti.

Arrivederci, Nanda!

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