Sono appassionata di architettura sostenibile, di case in legno e di edifici progettati con obiettivi legati all’economia circolare.
Curiosando sul web e rincorrendo questi argomenti mi sono imbattuta nello splendido padiglione italiano per Expo Dubai 2020, progettato da Carlo Ratti Associati.
CRA (l’acronimo) è uno degli studi di design più famosi nel mondo: ha sede a Torino, ma, come Neri Oxman, di cui ho già parlato, vive da vicino quella fucina di idee e di indagine scientifico-materico che fermenta in America: il Massachusetts Institute of Technology (Senseable City Lab, di cui è direttore).
Il gruppo quindi riesce a collezionare ogni anno progetti di grande respiro in tutto il mondo, avvalendosi di collaborazioni prestigiose come quelle, appunto, legate al padiglione Italia per Expo Dubai 2020: Italo Rota Building Office, matteogatto & associati e F&M Ingegneria.

La sinuosità delle onde del mare e la sostenibilità dei materiali più disparati trovano in questo progetto un impiego diligente e assolutamente splendido.
Lo skywalk sarà rivestito di materiali organici (bucce d’arancia e fondi di caffè); le alghe saranno le protagoniste assolute per produrre energia e cibo; micelio e plastica estratta dall’oceano saranno elementi utilizzati per costruire.
Il padiglione, inoltre, ingloba una vera duna di sabbia (zona mostra) per suggerire la geografia locale di Dubai.
L’impianto di raffrescamento non è contemplato: c’è un controllo naturale della climatizzazione che sostituisce l’aria condizionata.
Anche questa è una scelta assolutamente green.
CURA (Connected Units for Respiratory Ailments) di Carlo Ratti Associati
Mentre cerco di capire se il progetto per Expo Dubai 2020, presentato l’anno scorso, diventerà realtà vista l’emergenza Covid-19 che stiamo tutti vivendo, ho scoperto che proprio la CRA, in collaborazione con Italo Rota, è parte del team che ha progettato CURA (Connected Units for Respiratory Ailments).
Mi fa piacere che uno studio così importante e all’avanguardia, una vera eccellenza italiana con cuore internazionale, metta a disposizione le sue capacità per un progetto completamente open source che mira al bene comune.
CURA è un progetto seriale dove la capacità ingegneristica e modulare fanno la differenza.
Si tratta di un’unità di terapia intensiva ospedaliera completa, genialmente collocata dentro ad un container a biocontenimento (pressione negativa) di sei metri.
I container possono essere tanti e aggiunti al bisogno, e sono collegati da una struttura gonfiabile.
Possono concedere alle strutture sanitarie da quattro a quaranta posti letto aggiuntivi.
È veloce da montare come una tenda, ma sicuro e pratico come un reparto d’ospedale.
È facile da trasportare con nave, ferrovia, camion, e può essere utilizzato in ogni parte de mondo.
Il prototipo sarà realizzato grazie al sostegno di Unicredit e essendo un progetto completamente open source e senza scopo di lucro, è aperto a contributi e suggerimenti.

Du progetti agli antipodi: uno mira a celebrare l’Italia nel mondo, l’altro a offrire una soluzione pratica e sicura all’emergenza che stiamo vivendo.
Il design, la qualità progettuale e ingegneristica, l’occhio rivolto all’economia circolare e al servizio del prossimo: il futuro è già qui.
Siete d’accordo?