Questo mercoledì parliamo di Bill Viola, uno dei più celebri artisti di videoarte dagli anni Settanta a oggi.

La mostra “Bill Viola. Icons of Light” nelle sale di Palazzo Bonaparte – inaugurata lo scorso 5 marzo – a Roma gli rende omaggio fino al 26 giugno 2022.

"Bill Viola. Icons of Light" all'interno di Palazzo Bonaparte
“Bill Viola. Icons of Light” all’interno di Palazzo Bonaparte

Gli anni settanta del ‘900 hanno rappresentato un punto di svolta all’interno della storia dell’arte.

È proprio in questo contesto di forte innovazione sociale prima ancora che artistica, che si inserisce l’opera di Bill Viola.

Palazzo Bonaparte – celebre dimora romana che ospitò Madama Letizia Bonaparte, madre di Napoleone – accoglie una retrospettiva completadella produzione di Viola.

I raffinati saloni dell’edificio ospitano così uno dei massimi rappresentanti della videoarte mondiale, che ha saputo scrivere una pagina dell’arte, unendo la dimensione spirituale orientale con quella occidentale e la riflessione sulla cristianità con lo zen.

La sperimentazione di Bill Viola nel campo del video approfondisce a tutti gli effetti il rapporto tra uomo e natura, ispirandosi fortemente all’iconologia classica.

Bill Viola - The Reflecting Pool, 1977–9 (dur. 7 minutes)
Bill Viola – The Reflecting Pool, 1977–9 (dur. 7 minutes)

Bill Viola è un pioniere nello sviluppo del video come mezzo principale di arte contemporanea.

Billa viola (New York City, 1951) lavora da quarant’anni con le tematiche legate alla vita, alla morte e al viaggio intermedio che si contrappone fra esse.

L’artista si è laureato nel 1973 presso il College of Visual and Performing Arts della Syracuse University, dove ha studiato musica elettronica, performance art e film sperimentali.

Il suo percorso di studi l’ha certamente iniziato all’utilizzo del video come mezzo d’arte e di espressione.

Nel 1967 viene inoltre inventata la videocamera o registratore portatile: è l’inizio di un’era.

Il tutto si concretizza con il viaggio – successivo alla laurea – di Viola a Firenze. È proprio qui che l’artista conosce e vive l’arte e l’architettura Rinascimentale, elementi che diventeranno colonne portanti della sua produzione.

È l’inizio di una serie di viaggi che porteranno Bill Viola anche in terre lontane come le Isole Salomone nel Pacifico meridionale e in Australia.

Vive tra il 1980 e il 1981 in Giappone, con la moglie e collaboratrice Kira Perov. Qui si chiude un cerchio: Viola studia filosofia buddista Zen e sperimenta l’architettura, la calligrafia, il teatro Noh e molti altri aspetti della cultura giapponese.

Infine, l’artista e la moglie non rinunciano ad altrettanti viaggi in luoghi suggestivi della terra, come i monasteri buddisti tibetani di Ladakh nel nord dell’India. Alle Isole Fiji Viola filma le cerimonie di camminata sul fuoco indù.

Tutti questi luoghi e spostamenti, come accennato all’inizio, influenzano il suo lavoro e si concatenano idealmente nella creazione di opere di videoarte dalla forte componente spirituale.

Una spettatrice all'interno della mostra "Bill Viola. Icons of Light"
Una spettatrice all’interno della mostra “Bill Viola. Icons of Light”

La mostra a Palazzo Bonaparte è curata dalla stessa moglie e collaboratrice di Bill Viola, Kira Perov.

Gli iconici spazi barocchi di Palazzo Bonaparte creano un coinvolgente dialogo con le opere di Viola.

Lo spettatore è chiamato ad immergersi in un percorso che affianca meravigliosi interni risalenti alla seconda metà del 1600 a suggestive video istallazioni dell’artista americano.

I quarant’anni di lavoro dell’artista si dispiegano nello spazio attraverso una sapiente selezione di 15 lavori.

Il percorso inizia con “The Reflecting Pool” del 1977-79, passa per lavori ipnotici come “Ascension” (2000) e celebri serie come “Water Portraits” (2013), per concludersi con con la serie “Martyrs” (2014).

Kira Perov sceglie di dare di dare spazio anche alla serie di video “Passions”, che unisce perfettamente cultura buddista e cultura cristiana, dal rapporto meditativo con la natura alla dimensione religiosa.

Il mezzo elettronico del video è per l’artista mezzo per compiere – forse i più profondi – viaggi intimi e spirituali.

Una veduta della mostra a Palazzo Bonaparte
Una veduta della mostra a Palazzo Bonaparte

La tecnologia video rappresenta un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità.

È con questo senso che Bill Viola elabora e produce tutte le sue opere, dai primordi dell’invenzione di questo medium fino ad oggi.

Emozioni, meditazione e passioni si intrecciano ed emergono nelle opere video di Bill Viola, in una mostra concepita come percorso immersivo.

Il viaggio interiore di Viola si intreccia con quello del pubblico in una atmosfera ovattata, come quella ricreata all’interno di Palazzo Bonaparte.

Questi sacrari della propria memoria sono luoghi di profonda intimità: il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.

L’opera di Bill Viola viene riproposta da Kira Perov in modo tale che lo spettatore si trovi a vivere un’esperienza: sentirsi del tutto diversi dalla condizione in cui si è entrati in mostra.

Quello che si lascia all’ingresso deve trasformarsi in condizione passata ma soprattutto rinnovata.

Bill Viola - Unspoken (Silver & Gold), 2001 (dur. 35:40 minutes)
Bill Viola – Unspoken (Silver & Gold), 2001 (dur. 35:40 minutes)

“Bill Viola. Icons fo Light” è un gioco di passati ricostruiti e futuri anticipati, di temporalità espanse.

Il lavoro di questo celebre artista si dispiega quindi all’interno dell’immagine – nel video in sé – ma anche al suo esterno.

Non a caso il video è medium ibrido, si apre al dialogo con lo spazio in cui è installato.

Ciò che contraddistingue Bill Viola dagli artisti della sua generazione è l’annullo del tecnologismo sperimentale a favore di un ritorno al binomio monitor-telecamera, elementi di base della tecnologia video.

Un visionario spazio di culto per un evento unico nel suo genere: non potete perdervi la mostra “Bill Viola. Icons fo Light”.

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