Alla biennale di Venezia il padiglione Filippine mette in mostra una struttura in bambù

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Con l’articolo di oggi iniziamo ad esplorare la Biennale di Venezia per l’anno 2023.

In particolare andremo a conoscere una particolare costruzione nel padiglione delle Filippine.

Si tratta di una struttura appartenente ad agopuntura urbana utilizzata per sostenere un modello costruttivo ecologico e più in sincronia con l’ambiente.

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La struttura in bambù che funge da punto di osservazione dell’estuario (foto Andrea D’Altoe)

Il padiglione delle Filippine

Per questa 18esima edizione della Biennale di Venezia, nel padiglione delle Filippine si concentra sul tema dell’ecologia.

In particolare sulle implicazioni sociali a ridosso della foce del fiume Tripa de Gallina nella città di Manila.

Infatti ad oggi questo specchio d’acqua è talmente inquinato da perdere la sua funzione principale. Ovvero quella di proteggere dalle inondazioni influenzando pesantemente la vita di chi vive in queste zone.

E’ proprio su questo problema che il padiglione pone la sua attenzione con lo scopo di presentare soluzioni sostenibili lavorando con i residenti.

A curare la mostra dal nome “Tripa de Gallina: Guts of Estuary” ci pensa l’architetto Choie Funk insieme a Sam Domingo.

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La struttura in bambù come punto di osservazione (foto di Andrea D’Altoe)

La mostra

Il lavoro in mostra è realizzato da Architecture Collective i cui rappresentanti sono Matthew Gan, Noel Narciso, Ar. Lyle La Madrid, Bien Alvarez e Arnold Rañada.

Qui l’agopuntura urbana modulare è rappresentata da una struttura in bambù che funge da luogo di incontro e di indagine.

Tra i suoi obiettivi emerge quello di riflettere e indagare l’ecologia imperfetta posta in essere dalla convivenza tra uomini, acqua e rifiuto. Ovvero i tre “abitanti” dell’estuario.

La struttura creata per la biennale funge da osservatorio sull’estuario e gli schermi di installazione sono un affaccio sulla lotta urbana senza sosta.

Ed è proprio questa lotta urbana, posta al centro dello spazio espositivo, a catturare l’attenzione del visitatore attraverso video e proiezioni del regista ed educatore Jaq Garcia.

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Il camminatoio e le sedute della struttura in bambo (foto di Andrea D’Altoe)

La struttura alla biennale di Venezia nel padiglione delle Filippine

La struttura in bambù che domina il padiglione ha la sua origine in un progetto che risale al 2018.

Infatti Ar. Choie Funk e il suo gruppo l’avevano creata proprio per esplorare cosa accade intorno Tripa de Gallina e ai suoi abitanti.

Diventa quindi uno spazio di raccolta dove gli abitanti della comunità possono unire le forze per rendere migliore l’ambiente in cui vivono.

In più, la mostra diventa il palcoscenico tramite cui rendere noti questi sforzi ad una platea più ampia. Così da creare una collaborazione che favorisca l’incontro, la riflessione e la risoluzione del problema.

Con la speranza che il futuro prossimo sia sostenibile attraverso gli sforzi di tutti.

Un momento della costruzione della struttura direttamente nella città di Manila

Insomma nel padiglione delle Filippine si pone l’attenzione su un problema ecologico davvero rilevante per il paese. Con l’obiettivo più grande di educare anche chi non vi abita.

Infatti sono molti i padiglioni nazionali alla biennale di Venezia che hanno scelto di mettere in vista le sfide e le condizioni dei propri paesi.

Ad esempio il padiglione Irlanda ricerca nuovi modi di abitare partendo dall’analisi di come vivono diverse comunità di remote isole irlandesi. Mentre quello dell’Ucraina esplora strutture protettive per proteggersi dalle minacce affrontate dai cittadini.

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La struttura all’interno del padiglione (foto di Andrea D’Altoe)

La biennale di Venezia 2023 ha aperto le porte il 20 Maggio e continuerà fino al 26 Novembre.

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