Barone Pizzini: alla scoperta della prima cantina ad aver prodotto Franciacorta da agricoltura bio
Tutto ha inizio qualche settimana fa quando, in occasione del Franciacorta Festival, ho avuto il piacere di trascorrere qualche giorno con la mia famiglia e amici in questa splendida terra chiamata appunto Franciacorta.
Amo molto questa zona d’Italia.
Mio marito ha una passione smisurata per le bollicine e non vi nascondo che spesso finiamo per trascorrerci qualche giorno in totale relax.
Ogni anno visitiamo cantine diverse e questo settembre è stata la volta di Barone Pizzini.
In casa nostra non mancano mai le loro bottiglie e vedere dal vivo dove tutto ha origine ha tutto un altro sapore.
Appena arrivata presso Barone Pizzini sono rimasta affascinata dalla struttura e dall’architettura dell’azienda e ho pensato subito che non potevo non condividere con voi questa mia avventura.
Barone Pizzini e l’architettura: la prima cantina bio in Italia
L’attuale cantina, costruita nel 2006, è stata progettata tenendo saldi importanti criteri in linea con un’architettura ecocompatibile nel rispetto dell’ambiente, senza dimenticare al contempo la qualità della produzione.
Ogni dettaglio garantisce un basso impatto ambientale e un limitato consumo energetico.
La struttura è completa di impianto fotovoltaico, fitodepurazione delle acque e sistema naturale di condizionamento.
Durante la visita guidata all’interno della cantina Barone Pizzini ho subito notato come la pietra e il legno fossero materiali più utilizzati.
E’ bello vedere come una struttura così imponente sia perfettamente integrata nell’ambiente circostante e come doni un valore aggiunto a vigneti e paesaggi mozzafiato.
Tutte queste caratteristiche rendono Barone Pizzini una delle poche cantine bio in Italia.
Barone Pizzini: tra storia, qualità ed etica
Tutto ebbe inizio intorno al 1820 quando i nobili eredi della casata asburgica Pizzini Piomarta von Thumberg si trasferirono a Timoline per occuparsi dell’azienda di famiglia.
Vari discendenti si susseguirono alla guida della cantina sino all’ultimo, il Barone Giulio Pizzini (1916-1995).
Quest’ultimo ebbe un ruolo determinante nello sviluppo della viticoltura in Franciacorta (nel 1967 fu tra i fondatori della DOC Franciacorta).
Fu proprio lui, alla fine degli anni ’80, a coinvolgere nella proprietà un gruppo di imprenditori appassionati al mondo enologico, gettando così le basi dell’attuale azienda.
A loro, nel 1993, Giulio Pizzini affidò la cantina Barone Pizzini.
L’impronta carbonica
Nel 2011 Barone Pizzini inizia a misurare l’impronta carbonica, con l’obiettivo principale di attuare misure di riduzione delle proprie emissioni.
Il calcolo delle emissioni viene effettuato attraverso lo schema dell’International Wine Carbon Protocol (IWCP) poi elaborato con il sistema Ita.Ca (Italian Wine Carbon Calculator), il primo calcolatore specifco per la fliera vitivinicola.
La viticoltura, come tutta l’agricoltura in generale, ha un ruolo molto importante nel sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera attraverso un meccanismo semplice: più carbonio viene “bloccato” al suolo, meno ne rimane in atmosfera.
I meccanismi per favorire questo processo sono gli inerbimenti, i sovesci e l’incremento della sostanza organica.
Barone Pizzini adotta questi accorgimenti da anni conciliando l’agricoltura di qualità al buonsenso ambientale.
Su questo fronte, Barone Pizzini è tra le prime aziende vitivinicole “green” ad essersi iscritta al nuovo CO2 RESA, Registro Emissioni Settore Agroalimentare.
Questa certificazione è nata per la valorizzazione dei crediti di carbonio sul mercato volontario del settore agroalimentare, che produce il 18,8% del totale delle emissioni nazionali.
E’ rivolto alle aziende vitivinicole che contabilizzano la CO2 della propria produzione.
Una scelta che conferma l’impegno a mettere in pratica azioni volte a ridurre le quantità di gas climalteranti emesse per la propria produzione nell’ottica dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale.
Sono stati numerosi i premi assegnati a Barone Pizzini, alcuni dei quali, sia nazionali che internazionali, strettamente legati all’ambiente.
Si tratta di riconoscimenti molto importanti e che dimostrano l’impegno dell’Azienda nel rispettare sia l’uomo che il territorio:
- Nel 2012, infatti, a Londra, l’International Wine Challenge ha proclamato il Franciacorta Rosé 2008 miglior vino biologico al mondo.
- Nel 2015 Barone Pizzini ha ottenuto lo speciale premio per la Viticoltura sostenibile del Gambero Rosso
- Attestato Biodiversity Friend, primo standard per la certifIcazione della biodiversità in agricoltura. E’ patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e di proprietà della WBA – World Biodiversity Association onlus.
Che dire, vi consiglio assolutamente di andare in Franciacorta e, perchè no, prenotare una visita guidata presso la Barone Pizzini e degustare i loro buonissimi vini.
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